Il movimento cooperativo
Spiegazione schematica di un'organizzazione barocca eppur efficiente.
Questo schema illustra l’organizzazione del movimento cooperativo: i singoli cooperatori danno vita alla loro cooperativa (la Cassa Rurale, la Famiglia Cooperativa, la Cantina sociale); queste a loro volta, per rafforzarsi, cooperando appunto, si associano a loro volta, dando vita ad altre cooperative – di secondo grado - ossia i consorzi, che centralizzano i servizi (la Cavit commercializza il vino delle cantine, il Sait centralizza gli acquisti delle Famiglie, la Cassa Centrale fornisce servizi finanziari alle Casse Rurali…) ; infine sia i consorzi che le coop di primo grado confluiscono nella Federazione, che fornisce servizi amministrativi, esercita attività di revisione e controllo, e - cosa più delicata - funge da rappresentante politico e sindacale.
Lo schema raffigura tutto questo con alcune semplificazioni: mancano consorzi come Trentingrana (cui confluiscono i caseifici) Lavoro ambiente (le coop di produzione e lavoro) Acli casa (coop di abitazione); e manca la galassia di tutte le altre cooperative che non aderiscono ai consorzi ma direttamente alla Federazione.