No ad un mondo di frane
E’ con parziale soddisfazione, che abbiamo letto sul Trentino del 21 novembre 2007, che lo "Slavinac non fa più paura e che alla fine del 2007 si completano i lavori di messa in sicurezza del versante di montagna".
Va ricordato l’impegno profuso dal nostro Comitato, costituitosi il 27 novembre del 2000, dopo che il 24 novembre vi era stato lo sgombero di Lases perché le piogge copiose avevano messo in movimento la frana.
Le paure di allora, ora sono solo un brutto ricordo. Ricordiamo che Comitato si è attivato perché sia la Provincia e non il Comune di Lona-Lases a gestire il movimento franoso dello Slavinac, poi ha fornito tutto il supporto tecnico professionale alla Provincia attraverso la collaborazione di persone tecnicamente qualificate, che dopo avere fatto diversi sopralluoghi, hanno fornito importanti suggerimenti e che qui ricordiamo: l’avvocato Gianluigi Cerutti e il geologo Vincenzo Ceschini, collaboratori del WWF trentino, e Floriano Villa, presidente dell’Associazione italiana Geologi. Attraverso il signor Vasco de Ferrari Kellerhof (membro del Comitato) sono stati fatti diversi sopralluoghi anche in modo congiunto con i responsabili provinciali del Servizio Geologico, con la presenza dei geologi Dirk van Husen e Huebel dell’università di Vienna, ed il capo geologi della provincia di Salisburgo Rainer Braunstingl.
Ci sentiamo quindi in dovere di ringraziare vivamente tutte queste persone che a vario titolo hanno fornito il loro valido contributo, lavorando in modo sinergico con la Provincia, permettendo di migliorare la prima fase del monitoraggio e successivamente di accelerare quella progettuale.
Rimane soltanto da fare una amara constatazione. La Provincia di Trento ha dovuto sopportare l’onere economico di circa 9 milioni di euro, se consideriamo le spese del monitoraggio per il progetto. Eppure in una assemblea pubblica effettuata a Lases, sia l’assessore Grisenti che l’ing. Bortolotti della Protezione civile provinciale avevano garantito di fronte a tutti che questa volta non avrebbe pagato il solito Pantalone e che si sarebbero ricercate le responsabilità di quanto accaduto.
Al riguardo il Comitato nel giugno 2001 aveva formalizzato al presidente Dellai la richiesta di:"Verifica delle responsabilità derivanti dal movimento franoso "Slavinac-Pianacci" c.c. Lases e risarcimento dei danni pubblici e civili", senza ottenere una concreta risposta.
Lo sfruttamento incontrollato dell’attività estrattiva effettuato sul territorio di Lases ha provocato negli anni diversi dissesti paesaggistici-ambientali: la frana della discarica Graon sull’Avisio nel 1986; della zona cave Coston-Grigne (1984-1988); di quella in località Montegorsa (1989) sul confine di Albiano e per ultimo dello Slavinac; tutti questi eventi hanno comportato per la Provincia un onere economico per la messa in sicurezza e la bonifica di circa 11 milioni e mezzo di euro, soldi di tutti i cittadini del Trentino.
Le lezioni del Vaiont e di Stava non sono state sufficienti. Oggi purtroppo sta prendendo piede la logica e la cultura dello sfruttamento dissennato del territorio, dove viene data priorità prima all’economia, e all’azienda, e solo dopo al territorio, all’ambiente e all’uomo. Questo si chiama sfruttamento selvaggio del territorio e della risorsa porfido, finalizzata ad arricchire le tasche di poche persone, col risultato di creare un danno economico alla Provincia ai Comuni e alle ASUC, a scapito dell’occupazione (vedi, ad esempio, i 25 operai in meno dello Slavinac) e dell’ambiente di vita dei cittadini.