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Quando la politica ci mette il becco

Michele Sternini

L’organizzazione dei vigili del fuoco, anzi l’intero sistema dell’Antincendio e della Protezione civile del Trentino appare assai composito ed eterogeneo. I dissapori, le discrepanze e le contrapposizioni, talvolta, all’interno dei vertici della Federazione provinciale dei volontari, con la componente dei permanenti e fra i corpi comunali, non vanno oltre poche righe nella cronaca dei quotidiani locali o qualche "lettera al Direttore" di persone immediatamente isolate e giudicate come una spina al fianco o estranee all’autentica natura ed immagine del pompiere volontario. Più che di un asservimento anche della stessa stampa nell’approfondire eventuali motivi di screzio, pare trattarsi quasi di rispetto, dell’ossequio a quanti giorno dopo giorno si ha la possibilità di incontrare e di vedere impegnati a prezzo della propria incolumità nei mille sinistri della cronaca.

Il presidente dei Vigili del Fuoco Sergio Cappelletti.

Sul fatto che i volontari abbiano voce in capitolo presso la classe politica e con i responsabili del governo provinciale, regionale e negli altri enti istituzionali, non ci piove. Almeno due dirigenti provinciali del servizio dell’antincendio sono stati rimossi dall’incarico dietro pressione del Direttivo della Federazione. Al di fuori dei meriti conquistati sul campo e nella storia, talune regalie nei confronti degli ispettori, come i fuoristrada per i loro trasferimenti d’ufficio, sono state fortemente contrastate e contestate da singoli vigili del fuoco ed anche da gruppi comunali e distrettuali. Ma non c’è stato alcun ripensamento.

Ad esempio, la recente "Audi pick up" per la presidenza, dotata di micro pinza idraulica, è un’assurdità, se si calcola che all’attuale presidente Sergio Cappelletti non capiterà mai di utilizzarla, visti tra l’altro i suoi molteplici impegni nell’associazione, nella protezione civile, nell’antincendio, nel tessere e incrementare rapporti nazionali ed internazionali ed il carico di lavoro come uomo politico: consigliere della Margherita nel partito, consigliere per la Margherita in Consiglio comunale a Trento ed in tale veste esponente politico di zona, controllore ed ispiratore dell’attività della Circoscrizione. E’ da dire che con Cappelletti si è infranta la tradizionale autonomia dalla politica "militante" dei presidente dell’Unione prima e della Federazione poi, dell’ "apoliticità", vista come indipendenza da uno schieramento partitico.

Per la prima volta nella storia del movimento pompieristico l’elezione del presidente Cappelletti è avvenuta a maggioranza, per baratto e contrattazione, che ha portato alla nascita di due schieramenti interni, da una parte gli amici di Cappelletti e dall’altra chi gli è contrario, ovviamente con ripercussioni sulle ripartizioni di eventuali incarichi che rispondono di volta in volta alla logica dei numeri.

La forza dei pompieri, che equivale in numeri a 240 corpi comunali o frazionali, a 5.000 uomini attivi, ad oltre un migliaio di affiliati in quiescenza, in 1.000 allievi, è sempre risultata contigua, collaterale alle istituzioni e al potere, non per tessera, ma perché considerate come governo della cosa pubblica, in un settore assai delicato come l’antincendio, che richiede una presenza, una vigilanza ed una capacità operativa, 24 ore su 24, possibilmente con il meglio della strumentazione tecnica presente sul mercato per prevenire i sinistri, contenere i danni ed evitare il sacrificio di vite umane.

Su questa strada molto si è fatto con l’ammodernamento degli accasermamenti e il rinnovo delle dotazioni tanto per i corpi comunali che per il corpo provinciale: basti solo pensare ai vari nuclei specialistici formati per singoli casi di emergenza.

Ma il legislatore, "costituente" per la Regione, già 50 anni fa aveva voluto la netta separazione fra potere politico-amministrativo e responsabilità a capo di un qualsiasi corpo comunale, dichiarando per legge l’incompatibilità fra la carica di sindaco e quella di comandante. Tant’è che spesso, fatte salve le procedure normative, dalla sera alla mattina in un comune qualsiasi, si può assistere allo scioglimento ed alla nascita di un nuovo corpo VVF, in presenza di conflitti od incompatibilità tra sindaco e comandante, fra esecutivo e corpo dei vigili del fuoco. C’è un precedente - è vero - quello del primo presidente Mario Leoni, che ha rivestito la carica di sindaco di Nogaredo in Vallagarina, uno scranno ben diverso però da quello di Cappelletti e soprattutto datato diversamente

E’ una nota stonata quella che caratterizza l’attuale presidenza che potrebbe incidere a lungo andare sulla stessa immagine dell’organizzazione, sulle scelte in caso di chiamate extraterritoriali, anche se il recente accordo per la messa in rete dei servizi antincendio e di protezione civile di Trento e Bolzano con il ministero nazionale riduce una simile evenienza. Ma la forza dell’antincendio è soprattutto ricca di anticorpi, visto che ha saputo superare ben altre difficoltà, rigenerarsi e ricostituirsi dopo le guerre, diventare ed essere competitiva ed alternativa al modello centralista nazionale, rispettosa e collaborativa a livello locale con l’apparato pubblico in tutte le sue articolazioni.