Gli altri candidati
Oltre ai professori Toniatti e Bassi, due parole sugli altri quattro candidati alla poltrona di rettore.
Riccardo Zandonini
Preside di Ingegneria, molto preparato, buon conoscitore dell’Ateneo. Da tutti giudicato "una brava persona" (qualcuno aggiunge: "però forse non ha le palle") è, con Toniatti e Bassi, tra i favoriti. A differenza dei colleghi, non ha trovato il tempo per rispondere alle nostre domande: scarsa disponibilità o scarsa auto-organizzazione?
Aronne Armanini
Già preside di Ingegneria, anch’egli molto preparato. La sua corsa è frenata dalla compresenza di Zandonini, che pesca nello stesso bacino di voti. Altro handycap, che si spera conti molto, è la sua responsabilità in alcune discutibilissime consulenze pro-Provincia, a iniziare da quella sull’inceneritore (vedi Università: il potere e le consulenze).
Antonio Scaglia
Ex-prete, attuale preside di Sociologia, a suo tempo segretario del Partito Popolare. Non ci risulta si sia fatto apprezzare come religioso; di sicuro è stato un politico pasticcione nella galassia post-democristiana; e come preside si è distinto per decisioni arruffate e contraddittorie (vedi i dibattiti sulla droga - Droghe: a Sociologia se ne può parlare? - o sulle foibe, Il mito delle foibe). E’ supportato in prima votazione da parte della sua Facoltà solo per meglio mercanteggiare il relativo pacchetto di voti.
Fausto Giunchiglia
Egidiano ma senza l’investitura ufficiale del rettore uscente, relativamente giovane, non ha particolari assi nella manica. Sulla sua candidatura pesa anche l’incarico di responsabile della riorganizzazione dell’intero sistema informatico dell’Ateneo, contestato nei risultati (l’Informatica, si sa, è tutt’altro che una scienza esatta) e svolto pestando troppi calli.