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Bolzano e l’inceneritore

Paola Dispoto

Quasi a farlo apposta, a pochi giorni dalla pubblicazione dell’ennesimo appello alla ragionevolezza, per un ripensamento complessivo delle politiche di gestione dei rifiuti in provincia, e in particolare rispetto alla costruzione del nuovo inceneritore di Bolzano,  sul quotidiano Alto Adige troviamo due notizie:

- un brevissimo trafiletto che ci annuncia la pubblicazione del nuovo bando di gara per la costruzione dell’inceneritore e

- il traguardo raggiunto dal comune di Merano, che ha superato con la raccolta differenziata la quantità di rifiuti mandati all’inceneritore, raggiungendo il 53% di RD. E questo senza aver ancora introdotto la raccolta differenziata dell’umido!

Detto questo, sono d’obbligo alcune riflessioni.

Intanto stupisce il silenzio, mediatico e istituzionale, sotto cui è passata la nuova gara d’appalto , pubblicata già il 7 aprile scorso, soprattutto se si considera il clamore che ha suscitato la precedente gara d’appalto con l’annullamento del TAR.

Di sicuro sollevare di nuovo la  questione inceneritore, come sempre quando si parla di grandi opere contestate dalla cittadinanza, è scomodo e controproducente per chi gestisce la "cosa pubblica" come se fosse l’orto di casa propria , ancor più in periodo preelettorale.

Con buona pace della trasparenza, della partecipazione e delle lacrime di coccodrillo postume!

Per quanto riguarda il nuovo traguardo di Merano, non può che fare piacere verificare come in una realtà a noi molto vicina un modello di gestione dei rifiuti con la raccolta porta a porta del rifiuto indifferenziato e una tariffa calcolata in base al numero di svuotamenti del bidone stia raggiungendo questi ottimi risultati.

Quando si partirà anche a Merano con la raccolta dell’organico, è possibile immaginare che la raccolta differenziata supererà il 60%.

Per di più gli amministratori dell’ASM dichiarano che questa nuova raccolta non farà aumentare la tariffa pagata dai cittadini.

Al contrario, la tariffa diminuirà grazie proprio all’aumento delle raccolte differenziate.

Ma Bolzano non vuole essere da meno. Così il nostro assessore all’ambiente, Klaus Ladinser, incoraggiato dalla risposta positiva dei bolzanini alla raccolta dell’organico, nel già citato articolo si sbilancia affermando che nel 2009 partiranno le prime sperimentazioni per la raccolta porta a porta anche a Bolzano. Non si chiede di meglio!

A questo punto sorge una domanda: se le raccolte differenziate nei centri più grandi della provincia continuano ad aumentare e quindi si riduce la quantità di rifiuti da incenerire, nel nuovo inceneritore da 130.000 tonnellate cosa ci dovremo bruciare?

A voler pensare male, si potrebbe concludere che la costruzione dell’inceneritore non abbia nulla a che fare con le reali necessità di gestione dei rifiuti della nostra provincia. Una tale perseveranza si riscontra piuttosto quando ci sono in gioco forti interessi di lobby politico-economiche.

Risulta difficile capire per quale motivo non sia possibile ripensare la gestione dei rifiuti basandosi sullo scenario attuale, invece che vincolare il nostro futuro a un megainceneritore per i prossimi 20/30 anni, con tutto ciò che questo dispensatore di veleni comporta. Continuiamo così. Facciamoci del male…