Itea e immigrati / 1
Se l’estensione dei controlli tra l’inquilinato, legata al potenziamento dell’attività dei mediatori sociali e culturali appare condivisibile, l’ipotesi di fissare un tetto massimo del 10% alle assegnazioni di alloggi Itea per gli extracomunitari (a fronte di un 50% di domande qualificate) non può vederci d’accordo.
Siamo ovviamente consapevoli delle forti tensioni presenti tra i trentini sull’argomento, cavalcate con successo da politici che fanno la propria fortuna lucrando sulle paure. Ma questa situazione difficile, che pur non va ignorata, non può spingere la Giunta provinciale ad adottare scelte inique. Sapendo, tra l’altro, che il modo migliore per alleggerire la tensione è quello di mettere a disposizione ulteriori alloggi pubblici, attuando scrupolosamente il Piano straordinario di edilizia abitativa.
Preso atto, nostro malgrado, dell’esistenza della doppia graduatoria nell’assegnazione degli alloggi e del requisito dei 3 anni di residenza per la presentazione della domanda, ci chiediamo infatti il significato di una scelta che di fatto toglie ogni autonomia ai Comprensori, andando in contraddizione rispetto allo spirito della recente riforma istituzionale.
Invece di decretare dall’alto un tetto massimo e inderogabile, non avrebbe più senso lasciare aperta la possibilità che i singoli comprensori possano aumentare tale quota, interpretando le diverse situazioni sociali presenti sul territorio?
Ci aspettiamo che i componenti della Giunta riflettano con attenzione sulle decisioni che stanno per assumere. E non occorre ripetere che sul tema casa, rispetto ai rapporti tra Giunta provinciale e sindacato, rischia nuovamente di franare tutto.
Aspettiamo una smentita rispetto a quanto riportato da alcuni quotidiani sulla revisione dei parametri Icef con cui calcolare requisiti di accesso e canoni degli inquilini. Ci auguriamo sia una bufala, dovuta alle esternazioni di chi non conosce la delicatezza dell’argomento.
A noi risulta che l’elaborazione dei dati sulla revisione Icef (rispetto al peso del patrimonio mobiliare e ai casi di eccesso di superficie) sia ancora in corso negli uffici tecnici della Provincia, e attendiamo di conoscere al più presto i dati su cui esprimere le nostre valutazioni.
Non vogliamo credere che la Giunta provinciale - rispetto agli accordi assunti con il sindacato - pensi di operare forzature, facendosi nuovamente del male.