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Rifiuti a Bolzano

Claudio Vedovelli

A settembre, se non vi saranno ulteriori intoppi dal punto di vista burocratico, inizieranno i lavori per il nuovo inceneritore a Bolzano Sud.

La notizia è stata confermata ieri dal direttore dell’Ufficio impianti smaltimento rifiuti Georg Simeoni: "Lunedì ci sarà una riunione tecnica, mentre il 24 giugno valuteremo l’offerta economica dell’unico gruppo di imprese che si è fatto avanti".

Si tratta della cordata guidata da Atzwanger, nella quale è entrato anche il Consorzio cooperative di costruzioni di Bologna. L’importo a base d’asta è di 81 milioni di euro. Soddisfatto l’assessore Florian Mussner: "Ora dobbiamo partire al più presto".

Così esultano gli amanti dell’incenerimento sudtirolese; dopo tante peripezie pare si sia riusciti a trovare il sistema per  costruire l’inceneritore e finalmente pare che tutti si siano messi d’accordo. D’altronde la torta è grossa e da mangiare ce n’è per tutti.

Non avevamo dubbi che la cosa potesse andare in porto: sia le novità in campo scientifico e della salute dei cittadini (polveri sottili, nuovi dati sulle patologie tumorali) , sia le nuove tecnologie di gestione dei rifiuti senza combustione (trattamento meccanico biologico -TMB), e nemmeno il buon andamento della differenziata,  potevano far cambiare idea a chi aveva come unico interesse la costruzione di un inceneritore da 130.000 tonnellate di rifiuti all’anno. Forti interessi politico-economici, avallati da un folto corteo di cosiddetti tecnici hanno portato alla peggiore delle soluzioni, se soluzione è, del problema dello smaltimento dei rifiuti.

Che fare di fronte alla sordità di chi ci amministra, di fronte al potere, di fronte alla pigrizia e alla paura dei tecnici provinciali, incapaci di tentare nuove strade, ormai nemmeno più tanto nuove?

Gestire i rifiuti senza incenerirli è ormai un dato di fatto, anzi è il modo ormai riconosciuto di guadagnare il massimo dagli stessi. Ma è chiaro che alla base ci deve essere una scelta politica, una scelta che invece ha preferito ancora una volta la via più semplice, ma anche la più costosa, la più pericolosa e la più dannosa, oltre che la meno efficiente.

Atzwanger già si sente vincitore e anch’egli ancora una volta tira in ballo Napoli, come già Durnwalder: non servono commenti, questa evidentemente è pura propaganda, e anche bieca, ci pare. Napoli ha ben altri problemi, la cui soluzione non dipende certo dalla costruzione di alcuni inceneritori.

E’ inutile dire che alle prossime elezioni questa amministrazione andrà bocciata: per tanti motivi, ma soprattutto per superbia e anti-democraticità. I cittadini non vengono mai ascoltati, spesso sbeffeggiati e presi in giro, l’informazione non viene fornita, e quando proprio la si richiede, si risponde con delle specie di comizi a senso unico, senza possibilità di replica, in cui tutto l’apparato provinciale si schiera compatto a difesa dei propri interessi.

Per fortuna poco lontano, nella vicina provincia di Trento, assessori più coraggiosi e intelligenti (Comune di Lavis, Trento, Assessorato alla Sanità e all’Ambiente) portano avanti nuove prospettive.

In Sudtirolo invece silenzio assoluto: si parla a tutti livelli soltanto di careghe, di teste di lista, ecc. Nessuna o scarsissima reazione, invece, sui temi quotidiani.

Ma non basterà la nuova linea decisionista e prepotente della Provincia, compresi i presunti tavoli o agende, che servono a questo punto solo, come avevamo già detto, a gettare una patina di democraticità su quelli che invece hanno portato avanti il loro affare senza alcun rispetto per altre idee e altre posizioni e soprattutto senza volere coinvolgere i cittadini.

Non sarà un appalto, né l’eventuale costruzione, né l’eventuale funzionamento dell’inceneritore da 130.000 tonnellate che ci impedirà di continuare ad informare la popolazione sui rischi per la loro salute, sui rischi per l’ambiente, sui costi che gli stessi cittadini pagheranno e sulla inefficienza di questo sistema di gestione dei rifiuti.

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