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“Nemici della Terra”, i finalisti

Paolo Barbagli

Gli Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro comunicano di avere scelto i seguenti 5 finalisti tra persone, enti, Associazioni e realizzazioni che nel 2010 si siano distinti nella manomissione e distruzione dell’ambiente alto gardesano. Tra questi sarà votato il vincitore 2011.

Le discussioni, come nel caso del Premio gemello “Amico della Terra”, sono sempre state pubbliche, così come le segnalazioni, che sono pervenute da soci, simpatizzanti e anche da semplici cittadini, mentre le votazioni sono state, come sempre, segrete e riservate ai soci degli Amici della Terra.Si ricorda altresì la nostra completa autonomia da qualsiasi associazione e organizzazione politica, il che non esclude l’appartenenza ed anche la militanza politica-partitica a titolo personale dei singoli soci.

Ecco i finalisti.

Pietro Matteotti. Consigliere comunale all’opposizione a Riva, si segnala nel 2010, come anche negli anni precedenti, per la sua opposizione ad ogni ipotesi di collegamento ferroviario conla Valle dell’Adige, contestuale al suo appoggio all’ipotesi di collegamento stradale di tipo autostradale (tunnel “lunghissimo” a 2 canne e 4 corsie). Sostiene inoltre la possibilità di scaricare nel lago parte del materiale di scavo del tunnel, alterando così in modo irreversibile il paesaggio alto-gardesano. Come del resto già da lui effettuato qualche anno fa da assessore, quando decise con un escamotage urbanistico, in una zona ad alto rischio geologico dove non era permessa alcuna costruzione, di allargare il lungolago D’Annunzio col materiale del tunnel per Limone, e facendo passare l’operazione come “difesa spondale”.

Adalberto Mosaner. Sindaco di Riva dal 2010 e assessore all’Urbanistica da molti anni, gli vengono addebitate responsabilità politiche, sia pure non da solo, in alcune operazioni urbanistiche che nel 2010 si sono concretizzate o sono attualmente in itinere. In particolare: 1) la realizzazione del parcheggio Monte Oro, in qualità di presidente della Commissione edilizia, e comunque di componente della Giunta, che hanno dato il via alla costruzione; 2) l’avviata realizzazione, nell’area ex Gentilini in viale Rovereto, di una enorme struttura edilizia che di fatto è un nuovo Centro commerciale che attrarrà nuovo traffico su un viale che dovrebbe invece, stando ad impegni ufficialmente assunti, esserne alleggerito; 3) l’ideazione (da assessore) e realizzazione (da sindaco) della convenzione tra Hotel Du Lac e Comune di Riva, che prevedeva, in cambio di consistenti aumenti volumetrici nel parco (primo errore), l’acquisizione pubblica di una striscia dello stesso per una pista ciclabile, acquisizione peraltro “dimenticata” (secondo errore); con gestione del problema, sollevato dall’opposizione consiliare, indecisa e reticente (terzo errore). Rimane comunque sempre aperta, come dimostrato dal suo predecessore Claudio Molinari, la possibilità di diventare “Amico della Terra” in caso di una maggiore sensibilità ambientale nei prossimi anni di amministrazione.

Riva, parcheggio Monte Oro. Vista l’intricata e per molti versi poco chiara vicenda autorizzativa, che parte dal 1997 con un progetto in stile maroniano, per 120 posti auto, decisamente più inserito e rispettoso del contesto paesistico, abbiamo preferito dichiarare “Nemico della Terra” il manufatto realizzato anziché i supposti responsabili, ricordando però per sommi capi l’intera vicenda. Il parcheggio Monte Oro, entrato in funzione da pochi giorni, rappresenta un esempio di urbanistica non integrata con l’ambiente e il paesaggio circostante, un brutto biglietto da visita per chi entra nella città da sud. L’iniziale progetto a gradoni del 1997 viene sostituito con quello a 7 piani per 479 posti auto nel 2001, quando il terreno viene ceduto alla società G.B.B. (di Ivo Brighenti, Gianni Gazzini, Renato Bertoldi e i fratelli Gentilini), grazie soprattutto alla parziale abolizione del vincolo idrogeologico che classificava la zona come ad alto rischio di crolli rocciosi, e quindi non edificabile. Con la collaborazione del progettista Cirillo Tonelli, di Roberto Pichler della Forestale, del Servizio geologico della Provincia, della Commissione Comprensoriale per la tutela Paesaggistico-Ambientale, della Commissione edilizia Comunale, del Commissario “ad acta” del Piano Regolatore Sandro Flaim. Va detto anche che i posti auto, grazie al ritrovamento di un tratto delle antiche mura di Riva, venivano ridotti a 375, mitigando in parte l’enorme impatto visivo del manufatto, che incombe sulla strada sottostante e sull’intero centro storico di Riva.

Arco, ex sanatorio Argentina/Olivenheim. La vicenda, lunga ed intricata, che ha portato all’attuale scempio paesaggistico di uno dei luoghi più belli del territorio di Arco, subito sopra il Parco Arciducale, meriterebbe un libro, e i colpevoli sono così numerosi che ci hanno costretto a citare il risultato finale piuttosto di una o più persone, che comunque ci pare opportuno menzionare. Perché a costoro va ascritto il “merito” di avere stravolto quanto previsto dal P.R.G. del 2000 che all’art. 8, riguardo al complesso dell’ex sanatorio Argentina, già albergo Olivenheim, ed in procinto ora di diventare Residenza Olivenheim, prevedeva “il ripristino filologico di una parte del complesso edilizio esistente, con l’intento di riproporre l’immagine originale dell’ex-sanatorio Argentina, ancora chiaramente riconoscibile nonostante le numerose manomissioni”. In ordine casuale: l’impresa costruttrice COS.MI, grazie anche a una perizia dell’ing. Luigi Campostrini (responsabile dell’Area Tecnica del Comune), e l’Amministrazione Comunale di Arco dell’epoca, presieduta da Renato Veronesi, con gli assessori all’Urbanistica Dellanna e all’Edilizia Privata Stefano Bresciani, che hanno permesso non solo una totale demolizione del manufatto antico, che pure aveva parti di pregio architettonico, ma anche una devastante manomissione della struttura morfologica della collina cara, tra gli altri, ad Albrecht Dürer.

Chicco Testa

Chicco Testa. Già presidente di Legambiente dal 1980 al 1987 e antinuclearista, nonché di ENEL, è attualmente uno dei maggiori sostenitori del programma di nuove centrali nucleari. Nel 2008 ha scritto il libro “Tornare al nucleare? L’Italia, l’energia, l’ambiente” in cui ripercorre vent’anni di discussione sulle politiche ambientali ed energetiche e non esclude l’uso del nucleare. Dal 27 luglio 2010 è presidente del Forum Nucleare Italiano, organizzazione volta a contribuire alla ripresa del dibattito sullo sviluppo dell’energia nucleare a uso pacifico. È inoltre presidente di EVA, Energie Valsabbia, società che sviluppa e costruisce impianti idroelettrici e solari. EVA controlla la società “Progetto Altissimo srl”, che ha progettato la costruzione di una centrale idroelettrica nel Baldo, prelevando l’acqua dal Garda di notte e producendo energia di giorno, quando le richieste energetiche sono maggiori. Questo progetto, al momento bocciato dalla Provincia per il suo eccessivo impatto ambientale, non sembra definitivamente tramontato, per i ricorsi presentati dai proponenti.

Paolo Barbagli, Presidente Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro

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