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L’Italia e gli altri

Non siamo mai scesi così in basso. Gli indiani, quelli che fino a ieri noi con sussiego consideravamo fra gli ultimi del mondo, ci ritengono ora simili a loro.

Lo dice il giornale The Hindu, che fa un parallelismo tra la democrazia asiatica e il nostro paese, trovando un comune denominatore nella corruzione e non solo. Sostiene che la gran parte degli indiani dichiara di sentirsi a casa sua in Italia perché le due società sono affini, avendo gli stessi vizi: vita caotica, evasione fiscale incontrollata, mafia, governo incapace, benestanti che se la spassano, poveri affidati alle organizzazioni caritatevoli, familismo che dilaga, casta politica esorbitante e costosa.

Anche da loro, continua il giornale, come in Italia, quasi nessun politico accusato di corruzione, abuso d’ufficio o anche semplicemente di appropriamento di denaro pubblico, è mai andato in prigione. Ma su una cosa The Hindu ci tiene orgogliosamente a prendere le distanze da noi: “Alla guida dell’India non abbiamo certamente un casanova vecchio e sfinito come Silvio Berlusconi, le cui nottate al Bunga Bunga, dove è spesso circondato da lolite minorenni, hanno suscitato sensazioni di vergogna miste a orrore. Tali comportamenti non sarebbero possibili in India per via delle regole sulla moralità pubblica e privata”.

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