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Un Orso antico

Entrando all’Orso Grigio si ha la sensazione d’accomodarsi nel passato. Sembra di averne letto in un qualche libro di Joseph Roth o Elias Canetti. Ci si sente a Vienna, a Trieste, in uno di quei bar immensi dove un tempo faceva colazione Umberto Saba e dove oggi riceve studenti e lettori Claudio Magris. Si respira aria mitteleuropea, forse malinconica, appena decadente. Si respira dignità. C’è silenzio anche se il locale è pieno, merito dell’acustica e dei tavoli, rotondi e lontani, apparecchiati in modo curato, appena ridondante.

Il Trentino però, prima ancora che sulla carta, ti si para davanti di colpo con le sembianze del proprietario. Fabio, il Barba, per chi lo conosce da più tempo. Si muove come a casa, è sicuro in ogni gesto, scherza senza essere invadente. È d’una garbatezza antica mentre ti racconta i “fuori menù” e ti suggerisce d’incominciare con un po’ di verdure del buffet (su tutte i capussi: cavolo cappuccio tagliato sottile e condito con olio, aceto, pepe e sale). Buone le pappardelle con carciofi e capesante, gli gnocchi di ricotta e i rufioi (tortelli della tradizione mochena, ripieni di verza). Buono anche il tortello di patate con formaggi e affettati, e deliziose le patate arrosto che servono d’accompagnamento ai secondi: vitello tonnato, filetto di puledro, scottadito d’agnello.

Se si punta all’infilata il conto si aggira sui 40 euro.

Ristorante Orso Grigio, Via degli Orti, 19 - Trento, Tel. 0461 984400, Chiuso la domenica.