Agostino Catalano, l’outsider
Agostino Catalano è il candidato presidente della lista "Sinistra per il Trentino". Cominciamo col chiedergli che senso ha una lista con questo nome dopo la débacle della Sinistra Arcobaleno in aprile. Non si corre il rischio di fare la stessa fine?
La Sinistra Arcobaleno era un cartello elettorale, che ha fallito perché nella politica italiana quasi sempre 1+1 non fa due, ma 0,5. "Sinistra per il Trentino", invece, non nasce come cartello elettorale, non è stata creata col manuale Cencelli dalle segreterie, e guarda ben oltre le elezioni del 26 ottobre: qualunque risultato conseguiremo, il nostro progetto di unire la sinistra dal basso andrà avanti. Vogliamo costruire in tutto il Trentino, come risposta ai gazebo della Lega, tante Case della Sinistra, sul modello di quella esistente a Cles. Luoghi in cui dare alla gente quello che le interessa: non simboli o slogan, ma risposte concrete al proprio disagio.
Perché un elettore di sinistra dovrebbe votare per voi e non per i Verdi o per gli esponenti della sinistra del PD?
Perché loro sostengono Dellai e noi no. Loro hanno scelto di aderire ad un programma che, per esempio, accetta un’opera devastante come il Tunnel del Brennero, per dirne una, e che in generale abbraccia il modello di sviluppo insostenibile socialmente e ambientalmente che ci sta portando verso il baratro. In questo Dellai non si distingue da Divina. La Sinistra per il Trentino, invece, ritiene superato ormai lo stesso concetto di sviluppo sostenibile, ed abbraccia quello di decrescita, centrato sul benessere reale delle persone, e non sul semplice "benavere".
Questa posizione, che qualcuno definirebbe antisviluppista, non rischia di mettervi in contrasto con lo stesso sindacato?
Correremo il rischio. E’ venuto il momento per la sinistra più evoluta di abbandonare lo slogan "più ciminiere, più socialismo", e di smetterla di delegare al sindacato il presidio dei luoghi di lavoro. La tutela del lavoratore e del suo posto di lavoro, sacrosanta per un uomo di sinistra, non può però spingersi fino al punto di accettare produzioni insostenibili.
C’è chi dice che il suo ruolo all’interno del Consiglio Provinciale, nella legislatura che va esaurendosi, sia stato marginale. Cosa risponde?
Che in effetti si poteva fare di più e meglio. Ma non dimentichiamo che la presenza di un’opposizione di sinistra dentro l’istituzione ha benefici anche indiretti: è un appoggio ai consiglieri di maggioranza che vogliano provare a opporsi di tanto in tanto alla linea del Presidente, è la visione di un’alternativa, è un presidio democratico che rende più difficile alla maggioranza fare il bello e il cattivo tempo. Invito per questo gli elettori di sinistra a non farsi attrarre dalle sirene del cosiddetto voto utile: come dimostrano questi primi sei mesi di legislatura nazionale, non c’è stato voto più inutile, per un elettore di sinistra, di quello dato al PD.