Le varianti “ad personas”
Come un codicillo ad hoc individua alcuni - già fortunati - proprietari di ville e parchi privati, e li rende ancor più fortunati, permettendogli di rovinare il verde per costruire ancora. Quando poi si vedono i nomi...
Se nell’articolo precedente abbiamo dato un giudizio decisamente positivo dell’ultimissima variante che cerca di raddrizzare la devastante prassi edilizia nella collina di Trento, qui torniamo alla normalità. Alle solite pratiche clientelari in vigore all’assessorato di Alessandro Andreatta (con la collaborazione dell’assessore provinciale Mauro Gilmozzi).
Attenzione: qui non trattiamo di provvedimenti sfacciatamente illegittimi, come quelli che abbiamo illustrato nei nostri servizi sul "marcio in Comune"; bensì di un uso sfacciatamente personale delle possibilità legittimamente offerte dall’urbanistica, per favorire il singolo, acquisire meriti verso persone, meglio se altolocate o appartenenti alla casta locale.
Dunque, il PRG individua delle zone denominate "H2, destinate a verde privato". Si tratta di "aree edificate di particolare interesse paesaggistico per la presenza di alberature, prati e di verde in genere". La norma è interessante: si tratta di aree verdi e belle, e private, ma in cui si postula un interesse pubblico, appunto nel mantenerle tali; una città è bella anche perché ci sono parchi e giardini, pur se privati: uno scorcio urbano o collinare può essere di pregio proprio per la presenza di verde privato.
Contemporaneamente la norma non ingessa la costruzione, che può essere demolita, ricostruita (con un ampliamento massimo del 20%), spostata. Insomma, è tutelato sia l’interesse del pubblico che quello del proprietario: che può rimodernare la sua casa, ma non può impiantarci sopra una speculazione a detrimento del verde, che è un bene non solo suo.
Nell’ultima variante (approvata lo scorso febbraio, dunque ci scusiamo se queste cose giungono alla nostra attenzione con ritardo) questo equilibrio viene alterato.
Infatti tra tutte le H2 ne vengono individuate nove; e per esse si istituisce un articolo 2bis. Con il quale si rende possibile edificare una tantum un nuovo volume residenziale di 1200 mc, in pratica una villa medio-grande.
E’ una scelta cervellotica, fortemente negativa dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, perché va evidentemente a ledere l’equilibrio di quelle aree, e non risulta motivata da alcuna motivazione urbanistica.
Nella quasi totalità dei casi, infatti, si tratta di parchi privati con grandi ville al loro interno, che quindi non sono funzionali ad alcuna scelta urbanistica di tipo strategico o a servizi pubblici. Raddoppiando il volume si deturpa uno scorcio di paesaggio solo per incrementare il valore aggiunto della proprietà.
Il punto è che queste aree individuate come H2bis sono, come dicevamo, solo nove (per fortuna).
E non si capisce perché, all’interno delle tante H2, siano state scelte quelle nove per questo particolare trattamento. Nelle cartine del PRG, che qui in parte riproduciamo, si vedono queste aree spiccare solitarie; in mezzo ad aree verdi, o ad altre H2 che rimangono con i loro sacrosanti vincoli, spiccano queste nove. Come mai?
Forse, per capirlo, può servire guardare i nomi dei proprietari. Alcuni dei quali parlano da soli: Mario Malossini, ex presidente della Giunta Provinciale e coordinatore di Forza Italia; Rolando Bonazza, architetto e coordinatore cittadino di Forza Italia; Mario Fedrizzi, docente ad Economia, già presidente di Caritro...
Contro tali scelte del Comune di Trento si è pronunciata ripetutamente la Commissione Urbanistica provinciale, definendole privatistiche e immotivate dal punto di vista della pianificazione territoriale.
Ma poi l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi ha ribaltato tali valutazioni, senza peraltro fornire motivazioni. Esattamente come in tanti altri casi recenti.
Ecco come ci ridisegnano le città e il territorio: l’assessore comunale (Andreatta soprattutto) fa un favore particolarissimo a un cittadino eccellente, poi va in Provincia e si accorda con l’assessore provinciale affinché gli ostacoli tecnici vengano rimossi.
I tecnici vengono umiliati, le città imbruttite, il territorio banalizzato.
Naturalmente, sono tutti politici "territoriali": basta che non si meraviglino quando poi non
li votano...)