Toh, c’è la seconda Camera!
Il Bundesrat ha sempre contato poco. Ma ora, con una maggioranza diversa da quella del Parlamento nazionale...
Secondo la Costituzione abbiamo un sistema bicamerale. Nessuno se n’era accorto, ma ora come ora, tutti dicono che la cosa è importante.
Essendo l’Austria una repubblica federale, la seconda camera, il Bundesrat (Consiglio federale) dovrebbe, in teoria, rappresentare e far valere gli interessi dei Länder, dei 9 "stati", ovvero regioni, che formano la federazione. Sempre teoricamente, si tratta di "stati", con una costituzione propria e perfino il diritto di concludere "trattati di stato" con la repubblica. Praticamente i nostri Länder, per quanto riguarda diritti e competenze, assomigliano più alle province italiane che ai Länder tedeschi.
I deputati del Bundesrat vengono eletti, in modo proporzionale, rispettando gli esiti delle elezioni per i consigli regionali, da questi consigli. Sicché gli amministratori dei vari partiti – chi più, chi meno - non hanno avuto gran rispetto per questa seconda camera, le cui poltrone hanno usato come una riserva per benemeriti funzionari di cui hanno voluto disfarsi. Se uno rompe le scatole, meglio spedirlo nel Bundesrat, in modo che non possa più dare fastidio. Se uno non è più in grado di reggere la mole di lavoro di un buon soldato del partito, idem.
Poi, c’è sempre il capogruppo per tutelare la gregge ed impedire incidenti spiacevoli. Il Consiglio federale – ed è questa la ragione per cui nessuno si accorto che esisteva – ha sempre votato seguendo strettamente gli ordini dei segretari dei partiti. I consiglieri della maggioranza con il governo, gli altri contro. E chi se ne frega degli interessi della regione di provenienza.
In nome di questi interessi parlava la Conferenza dei Capitani – un organismo del quale non c’è traccia nellla Costituzione. Ma la Costituzione reale, si sa, è più importante di quella "formale". I Capitani – che quasi sempre hanno un loro peso nelle strutture dirigenti del loro partito a livello nazionale – fanno valere i loro interessi molto prima che un disegno di legge finisca nell’aula. Se un governo decide di ignorarli, sono guai certi per il cancelliere.
Il Bundesrat, poi, sempre in teoria, potrebbe ritardare l’entrata in vigore delle leggi votate dalla prima camera, quella "nazionale". Non ha – a differenza del Bundesrat tedesco – il diritto di abrogare leggi votate dalla prima camera, ha soltanto un potere "sospensivo". Quando la prima camera, per semplice alzata di mano, e con semplice maggioranza, vota per la conferma di una legge respinta dal Bundesrat, la cosa finisce lì.
Ma negli ultimi decenni, il Consiglio federale non ha nemmeno voluto esercitare questo piccolo potere. Perciò, ogni due anni gli "illuminati" discutevano sull’opportunità di dare a questa camera un vero potere di veto, almeno su certe leggi, quelle che incidono sulla "sovranità" – si fa per dire – dei Länder, o cancellarla del tutto. Le grandi riforme, in questo nostro paese non succedono mai e così il Bundesrat continua ad essere quello che è.
O quasi. Finché la maggioranza dei Länder coincide con la maggioranza nazionale; il che è statisticamente probabile, ma non assicurato. Dopo le ultime tre consultazioni regionali di quest’autunno, il Bundesrat ha una maggioranza rosso-verde. E puntualmente si è accorto che può dare fastidio al governo di Wolfgang Schüsssel. Naturalmente con vibranti dichiarazioni che mai e poi mai questa nuova maggioranza avrebbe usato tale potere per ragioni partitiche, mai ci sarebbe stato un legame automatico fra nuova maggioranza e veti sospensivi, ma sempre e soltanto per tutelare gli interessi dei Länder. Magari c’è qualche egregio costituzionalista con bastevole ingenuità da crederci. La politica vera segue ben altra logica. C’è una maggioranza alternativa a quella bianco-arancia del cancelliere, e l’opposizione la utilizza. Almeno per ritardare l’iter legislativo, per vendicarsi delle umiliazioni sofferte nel Nationalrat. Ci sono quasi 300 mozioni e disegni di legge introdotti dall’opposizione "sepolti" in diverse commissioni parlamentari? Bene, ora anche il Bundesrat può insabbiare qualche leggina governativa in una commissione per mesi e mesi.
Cosa succederà quando una legge veramente importante – sulla quale magari socialdemocratici e verdi la pensino diversamente – finirà nell’aula del Bundesrat? Personalmente ho paura che la logica bloccata della maggioranza "alternativa" prevalga sui contenuti, ma vedremo.
Intanto, i riflettori dei media sono sulla seconda camera. Forse, questa volta riusciremo a discutere davvero di federalismo. Ha ancora senso, quando la gran maggioranza delle leggi viene votata dal Consiglio e dal Parlamento europeo? Quanta devolution si può avere in uno Stato che, tutto sommato, è più piccolo del Land della Baviera? Quali materie vanno regolate su livello nazionale, quali su livello regionale? E, in fin dei conti, riusciremo finalmente ad avere identità fra l’istituzione che decide e l’istituzione che paga? Avremo un federalismo competitivo o l’odierno federalismo di facciata?