Grillo fra risate ed amarezza
Dalla satira politica alla controinformazione sulle malefatte del mondo economico., una serata brillante e un po' amara.
C’è n’è per tutti. L’incipit sull’invasione degli albanesi che giungono in Italia vedendo le pubblicità dei cibi per gatti è forse un po’ datato, ma fa sempre il suo effetto, strappando la prima, grassa risata alla folla (tutto esaurito) del Palazzetto dello Sport roveretano.
Un Grillo tecnologico, che si avvale di Internet e ne tesse infinite lodi, come unica via al degrado della politica e dell’economia. Consiglia senza mezzi termini l’affondo del copyright e la libera e gratuita circolazione dei saperi e dei piaceri; proietta su tre grossi schermi quell’odioso spot contro la pirateria informatica che tutti abbiamo visto al cinema, commentandone con verve ogni passo, specie quelli che associano chi si copia un CD ad uno scippatore, a un ladro da grandi magazzini. "Il vero ladro è chi vi fa spendere 40 euro per un DVD!" tuona sul finire strappando un caloroso applauso.
Grazie al suo sito blog (www.beppegrillo.it), il celebre comico era entrato in contatto nei giorni precedenti lo spettacolo con i roveretani, tastando i temi caldi della città della Quercia, dal traffico ("Le targhe alterne non servono a nulla; se ci sono le pari ed hai un’auto pari vai in giro anche se non ne avevi voglia") all’annosa questione dei rifiuti, sulla quale anche allo stesso comico scappa da ridere: "Lei, signora, - fa abbracciando una donna di una certa età - come farà a buttar via il suo vibratore rotto? Tutto il vicinato lo saprà. Ma no! La signora è furba, ed andrà ad inserirlo nel sacchetto - trasparente - della sua odiata vicina…".
Dall’informazione locale a quella nazionale. Così, sempre avvalendosi del proiettore, sottopone all’attenzione del pubblico alcune notizie della cronaca di questi giorni. A iniziare da quella dichiarazione dell’on. Selva, che ha ammesso che "l’operazione "’Antica Babilonia’ in Iraq è stata mascherata da missione umanitaria per farla approvare da Ciampi", e allora Grillo, pronto, invia live da Rovereto una mail a Ciampi, firmata da lui e da 4.000 roveretani, in cui si chiede il ritiro delle truppe e l’invio in Iraq di chi ne ha deciso la missione.
Dal tragico al tragicomico, come la notizia, apparsa su Repubblica, del nuovo modo di autofinanziarsi ideato da Forza Italia. Versando 500.000 euro, si potrà andare a cena dal premier per ben tre volte, e così, a scalare, fino ai 2.000 euro, tramite i quali si potrà mangiare - povero fegato!- con Sandro Bondi. "Il premier - l’unica persona che più invecchia più gli ricrescono i capelli - ha scoperto il mestiere più antico del mondo"- commenta beffardo.
Il vero cavallo di battaglia di Grillo è però il mostro sacro dell’economia e delle sue sporche derive. Dopo aver svelato, con un anno d’anticipo, il crack Parmalat, attacca senza mezze misure le altre sanguisughe dell’economia, persone che, prosciugandone le risorse, trasformano solide industrie in carcasse indebitate oltre il collo: da Romiti a - soprattutto - Tronchetti Provera, soprannominato "il tronchetto dell’infelicità" a causa dei centinaia di miliardi di euro di debiti contratti dalle società da lui più o meno direttamente gestite, da Banca Intesa a Telecom. E, a proposito di quest’ultima, non risparmia battute nei confronti di quest’azienda, colpevole, a detta del comico, di subappaltare sempre più il lavoro e di addebitare ai clienti nuovi costi per servizi non richiesti. Perfino marchi apparentemente innocenti come la Disney (innocenti poi mica tanto, vista la campagna di boicottaggio internazionale per lo sfruttamento della manodopera minorile nel Terzo Mondo), che recentemente ha pagato qualche milione di dollari per non essere processata. Il reato? Aver inserito nei propri, angelici cartoons delle immagini subliminali riferibili al satanismo. Il pubblico stenta a credere, ma pronto Grillo proietta prima normalmente, poi al rallentatore, uno di questi noti cartoni. Ed ecco apparire, terribile e fugace, una donna nuda, dai grossi seni e col volto del diavolo.
Immancabile anche la satira politica, dalle pubblicità di Sirchia sui farmaci alla magrezza di Fassino, dalla vetustà di Bertinotti (reo di non sapere nemmeno come si scrive il "www" dei siti Internet) a Bruno Vespa ("chi striscia non inciampa mai"), da Gasparri, che attaccò Ricci per averlo ospitato a "Striscia la notizia", alla Moratti e alla sua riforma sfaciascuola.
Tra risate ed amarezza per lo stato dello cose, il brillante comico congeda gli spettatori esortandoli ad approfondire le informazioni e a non lasciarsi fregare da pubblicità più o meno occulte.
A fine spettacolo resta allo spettatore una domanda, forse retorica: come mai Grillo, secondo un sondaggio Abacus il comico più popolare d’Italia, è tutt’ora escluso dagli schermi televisivi, assieme ad altri comici dall’ampia audience come Luttazzi e la Guzzanti?