Quella volta che andai da Marzullo
Breve dialogo sulla musica alla radio.
Io: Tutto è cominciato da quando ho deciso di ripristinare l’autoradio. Erano almeno dieci anni…
Marzullo: Già l’autoradio… Secondo lei è la radio che ci aiuta a guidare l’auto oppure l’auto che ci aiuta ad ascoltare la radio?
Io: Ma allora lei è davvero Marzullo… e io sto alla RAI, a confessarmi davanti alle telecamere.
Marzullo: Già, lei è a ‘Sottovoce’, quando un giorno è appena è cominciato…
Io: ...e la musica è finita…
Marzullo: … gli amici se ne vanno.
Io: No, volevo dire, proprio: la musica è finita.
Marzullo: Ma la musica finisce quando gli amici se ne vanno oppure sono gli amici che andandosene fanno finire la musica?
Io: Come faccio a rispondere a una domanda così?
Marzullo: Come crede... Possiamo sempre passare alle fotografie. Vuol commentare questa istantanea? E’ lei quel bambino che fa la pipì …
Io: No, no. Volevo dire che la musica è finita perché quella che ero abituato a considerare musica non la ascolta più nessuno, non gliene frega più niente a nessuno.
Marzullo: Ho capito: Wilma Goich, Mal dei Primitives, Rita Pavone… anch’io ho una certa nostalgia.
Io: Non mi riferivo a quelli lì… Andrei un pochino più in là…
Marzullo: Achille Togliani, Nilla Pizzi, Rabagliati?
Io: Senta, quando ero piccolo, non so se per educazione sbagliata o errore genetico, amavo Beethoven…
Marzullo: Non si spaventi. L’amore per gli animali, specie per i cani, è una prerogativa del mondo infantile. Ai miei tempi in Tv davano Rintintin e le assicuro…
Io: E poi non posso spiegare il piacere che suggevo dalla fragranza di Bach, l’eccitazione sensoriale generata dai suoni di un mondo quasi onirico…
Marzullo: Calma, calma, siamo sempre sulla Rai, anche se in notturna differita: dai fiori di Bach al Viagra il passo è breve.
Io: Non capisco perché io sia qui. Cosa ci faccio davanti a un sarcofago come lei?
Marzullo: Lei mi ha cercato. E io posso aiutarla. Venire da me per lei è stato, come dire, terapeutico. Lei è stanco, affranto. E soprattutto non sa cosa scrivere. Le sto offrendo un’opportunità, una chance. Si confidi, si apra…
Io: Ha ragione. Ho bisogno di uno che mi ascolti, anche senza tanto capire quello che dico. Anch’io non so bene quello che dico… Tutto è cominciato dall’autoradio…
Marzullo: Già l’autoradio… Secondo lei è la radio che ci aiuta a guidare l’auto oppure…
Io: No, basta. Volevo dire: fino a dieci anni fa avevo la radio in macchina. Davano dei bei programmi, specialmente sul terzo canale Rai, di musica classica, Jazz…
Marzullo: Musica classica? Jazz?
Io: Poi, una notte, ho distrutto l’auto per schivare un capriolo che si era messo in mezzo alla strada.
Marzullo: Capriolo?
Io: Da quella volta non ho più ripristinato l’autoradio, fino a qualche giorno fa, quando ho deciso di concedermi ancora quel piccolo lusso. Speravo di sfruttare i tempi morti durante i frequenti viaggi di lavoro per ascoltare la musica che sembra giusta per me, quella che mi solletica il cervello…
Marzullo: Solletico? Torniamo ai fiori di Bach? Al Viagra?
Io: Insomma, che so, un concerto di Bela Bartòk, un’incisione di Miles Davis… E invece niente.
Marzullo: Bela Bartòk? Miles Davis?
Io: Però, più cerco di spiegare più mi convinco di essere fuori posto… Mi viene in mente il protagonista di ‘Arancia Meccanica’… Conosce il film di Kubrick? Lui è una specie di Jack lo squartatore, fanatico di Beethoven, che sulle note della nona sinfonia se ne va in giro a stuprare le signorine… Capisce? In questo mondo di ligabui e madonne apprezzare certa musica pare proprio una roba da spostati…
Marzullo: Kubrick? Ligabui? Madonne?
Io: Comunque la ringrazio per avermi invitato al suo programma è stato … liberatorio.
Marzullo: Ma la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?
Io: Vita, sogno… sogno! Accidenti, sono quasi le nove! Tra mezz’ora devo essere dal commercialista. Ora mi alzo e vado a farmi il caffè.
Marzullo: Un’ultima domanda: il buon giorno si vede dal mattino o il mattino ha l’oro in bocca?