“Aggiungi un posto a tavola” trent’anni dopo
Il "classico" (si fa per dire) musical italiano di Garinei e Giovannini riaggiornato: a parte le canzoni, oggi un punto debole, una riproposizione gradita, talora talentuosa.
Se esiste un classico del musical italiano, è "Aggiungi un posto a tavola" di Garinei e Giovannini. Dopo trent’anni, forza e passione, più pregi che difetti per il nuovo allestimento, che conferma il talento del regista Pietro Garinei, sostenuto da tecnici e cast di prima scelta.
In generale meglio i cori di duetti ed assoli, in cui non sempre risaltano le qualità canore dei protagonisti. Giulio Scarpati, ad esempio, dà il meglio di sé come attore sia nei momenti del dubbio sia quando dirige le anime. Fra tutti si distingue Chiara Noschese nei panni della "maddalena" Consolazione: impostazione perfetta, timbro nitido e pieno, restituisce un’intensità comico-drammatica lontana dalla semplice macchietta. Nel parlato gioca invece buona parte della propria simpatia su una pronuncia pseudo-bolognese di vocali e sibilanti. L’effetto è irresistibile con parole tipo "sesso" o "sensuale"! Ma la verve, a dire il vero, è contenuta in nuce già nelle battute tra l’ingenuo e l’allusivo, come per Max Giusti (Toto) e Margot Sikabonyi (Clementina), che da qualche mese sostituisce Martina Stella con la medesima freschezza. Ottimi anche il sindaco Crispino di Enzo Garinei, la moglie Ortensia di Mariacristina Brancucci (in arte Christy) e la tonante voce di Lassù di Renato Turi. Gli ultimi due sostengono la stessa parte della prima edizione del ’74, senza perdere lo smalto. Turi, in particolare, dà un tocco quanto mai credibile a un Altissimo diviso fra onniscienza e distrazione cronica, al punto da non accorgersi, in quasi duemila anni, che preti e suore non si possono sposare, tanto meno fra loro.
Le canzoni, solitamente un po’ mélo o con testi sullo "sdolcinato andante", sono forse il punto debole. Meritano però una citazione a parte "Aggiungi un posto a tavola", "Notte" e "Concerto per prete e campana", che a suo tempo rischiò di diventare il titolo del musical. Le scene al contrario sono fluide, complesse, efficaci, e permettono agli attori una totale mobilità in ogni istante, grazie a pannelli mobili che restano parte integrante dell’azione persino durante i cambioscena. Esito raro negli ultimi anni. Tutto si trasforma: da chiesa a casa del sindaco, da bosco ad arca a tavola imbandita con arcobaleno. E nell’insieme spicca la stanza di Clementina, con l’armadio pieno di poster e locandine che ritraggono Don Silvestro come l’uomo ragno o Fred Astaire.
Accurate anche le coreografie di Gino Landi. Pur costrette nello spazio limitato del Sociale, hanno entusiasmato il pubblico con acrobazie, balli in sincrono e in singolo. Landi, non a caso, si occupa dei musical all’Aquafan di Riccione, dove si esibiscono alcuni attori-cantanti-ballerini di "Aggiungi un posto a tavola": Elena Ronchetti, Francesco Vitiello, Ezio Ferraro, per fare qualche nome. Ciò dimostra l’unità fra i vari elementi del cast, reclutati in virtù di collaborazioni precedenti in campo teatrale e cinematografico ("Pinocchio" di Benigni, "Alleluia brava gente!", "A Chorus Line"…); e data la bravura, dovremmo citarli tutti.
Un ultimo accenno lo dedichiamo infine ad una piccola protagonista: la colomba bianca che, addestrata a dovere, ha volato nel teatro fino a raggiungere la sedia al centro della grande tavolata sopra il palco. Un simbolo di pace e di alleanza, giunto tanto gradito e magico quanto inaspettato.