La crociata di Mezzolombardo
L'intolleranza religiosa, un preside pasticcione e una maggioranza saggia di studenti.
All’istituto "Martino Martini" di Mezzolombardo è iniziata una crociata. La IV MB programmatori, capeggiata da uno studente rappresentante di classe e militante nel movimento giovanile della Lega Nord, ha deciso di affiggere il crocefisso in aula. I ragazzi hanno poi chiesto l’indizione di un’assemblea d’istituto invitando, quali relatori, un consigliere provinciale dello stesso partito del promotore, un consigliere comunale dei Verdi e il padre guardiano del convento dei francescani di Mezzolombardo.
Il preside della scuola, Mario Casna, si è dichiarato entusiasta dell’iniziativa che ha immediatamente avallato. E’ apparso meno contento alcuni giorni dopo allorché, nelle classi della scuola, è girato un documento che ha raccolto in una sola mattina l’adesione della stragrande maggioranza dei ragazzi. Nel documento si contesta merito e forma dell’iniziativa sui crocefissi.
Il dirigente ha tentato di bloccare la raccolta arrendendosi solo di fronte alla valanga dei dissidenti ed al dubbio, sollevato dagli stessi che per la convocazione dell’assemblea del 27 gennaio non siano stati rispettati tutti i passaggi di democrazia formale. Intanto, però, con la velocità del fulmine, inconsueta di fronte alla più tranquilla e riflessiva burocrazia scolastica, tutti sono stati messi di fronte al fatto compiuto ed il crocefisso è apparso in una notte in tutte le aule. E ben prima della data dell’assemblea, all’esito della quale, in teoria, doveva essere legata la decisione sull’installazione dei crocefissi nelle aule.
Qualcuno, dall’interno della scuola, maligna che quella della IV MB sia un’operazione concordata tra studenti e dirigente ma il preside lo nega fermamente. Chi avrà ora il coraggio di chiedere la rimozione dalle classi di tale importane simbolo?
L’affissione della croce sul muro della IV MB è avvenuto sotto gli occhi della telecamera: i giovani hanno saputo bene sfruttare la fame di sensazionalismo dei media e dopo alcuni giorni di articoli sulla carta stampata, per inchiodare il Cristo, hanno atteso l’inviato della Rai. Il Preside, forse per bilanciare la questione anche dal punto di vista religioso, ha quindi proposto di festeggiare a scuola la fine del Ramadan in considerazione dei numerosi studenti di cultura islamica che frequentano il Martino Martini. Ed ecco che l’afflato religioso del rappresentante della quarta MB si è trasformato in un gelido niet: "Noi non ne sappiamo niente, il preside non ce ne ha parlato e poi i musulmani in Italia sono ospiti e pertanto devono stare alla nostre regole e quindi siamo contrari!"
La maggioranza degli studenti del "Martini", dicevamo, ha appreso dell’indizione dell’assemblea - dibattito nella loro scuola dai media e a quel punto hanno deciso che così non si fa. Alcuni studenti si sono riuniti, hanno steso una pagina di considerazioni e l’hanno portata nelle classi: è stato un successo di adesioni visto che due terzi (300 ) dei giovani hanno sottoscritto il documento dai toni semplici e concilianti. Con quest’ultima iniziativa si biasima innanzi tutto il fatto di non essere stati informati se non a fatto compiuto; si chiede quindi al preside l’annullamento dell’assemblea e la sua riconvocazione con una procedura più trasparente e si invita lo stesso dirigente a non favorire strumentalizzazioni dell’argomento a causa della presenza di rappresentanti politici alla riunione plenaria. Infine, si ricorda che l’argomento religioso meriterebbe più rispetto e riserbo e che se qualcuno degli studenti desidera la presenza del crocefisso, faccia come già è avvenuto in alcune classi dove, senza tanto cancan, si è discusso e deciso con garbo e rispetto.
A parte l’eco sulle cronache locali, per ora il paese non ha mandato segnali di interesse verso il dibattito in corso all’interno della scuola locale. Anzi, alcuni cittadini molto impegnati nell’ambito dell’attività parrocchiale ci hanno fatto capire di non gradire molto i toni ed il merito di questi "cristiani" un po’ chiassosi e di sperare nello smorzarsi dei loro toni da crociata.