Le offerte speciali del supermercato globale
Musica: anche il look vuole la sua parte.
Imparo dall’ultimo Espresso che l’ensemble "Europa Galante" nelle "4 Stagioni" di Vivaldi "ha saputo unire al rigore professionale lo spirito di Caravaggio, Correggio, Bernini, il sole. E anche un po’ di pizza".
E’ dura sforzarsi di dare un’interpretazione seria a questo svagato plateau di prodotti mediterranei. Però nell’articolo (in cui si celebra con cipiglio integralista il successo di un giovane direttore d’orchestra, Fabio Biondi) si coglie un concetto essenziale: anche nella musica colta è sempre più importante trovare nuove soluzioni, nuovi stili d’immagine, nuovi modi di proporsi, anche bizzarri, purché facciano parlare di sé, producano interesse e stupore mediatico. Haendel faceva vita di corte e attirava l’attenzione spupazzandosi le belle dame di Londra; anche per questo era ricco e famoso. Assai meno notorietà vantava negli stessi anni il bravo organista e maestro di cappella Giovanni Sebastiano, che svolgeva le sue mansioni tra Lipsia e Amburgo concedendosi una ventina di figli quale parentesi mondana. La pubblicità era anche un tempo l’anima del commercio: però oggi il fenomeno è assai più estremo.
La brava Annalisa Sommariva su una recensione apparsa su una passata edizione di QT (Eroica Trio) fa il punto con prosa efficace. Parlando del concerto dell’Eroica Trio scrive: "Duemila anni di evoluzione, più o meno etichettabile come progresso, e ancora impera la valutazione estetica come valore principale da ricercarsi. (...) Non sorprende che l’Eroica Trio, in effetti un trio di belle donne, si facciano pubblicità con fotografie che ricordano più la reclame di un aperitivo che un ensemble di concertiste".
Ho chiesto alla redazione di ripubblicare la foto: guardate, è proprio vero, roba da Aperol, da Cinzanino... Mettendo a fuoco, le pupe non sono proprio delle Marilyn. Visto che in fondo ci invitano a farlo, esaminiamole pure: quella a destra sembra uscita da un ritratto di Modigliani, il sorriso della Heidi al centro non è smagliante, mentre quella di sinistra (che pare la migliore) si sporge dalla cassa del violoncello, quasi si trattasse del balcone di Giulietta, per metterci in condizione di apprezzare una felicemente pronunciata carenatura superiore. L’effetto comunque lo ottengono le eroiche donzelle: suonano a più non posso in tournée ben pagate. L’idea del marketing funziona.
Il marketing. E’ desiderabile che il mercato detti regole anche nella musica più blasonata? E’ inevitabile, e comunque rappresenta lo strumento migliore di cui disponiamo per la decantazione della cultura. Piuttosto che decidano per noi i fürerbefehl o gli ukase, le guide spirituali o le cricche di intellettuali... meglio la prosaica legge della domanda e dell’offerta: nonostante gli indubbi effetti collaterali conserva quel barlume di democraticità che non appartiene a nessuna possibile alternativa.
Però forse esiste una medicina che può umanizzare e limitare gli effetti di un’entità di per sè stupida e perfida, orientandoci verso scelte qualitative, più ricche di contenuti, più intelligenti: l’istruzione. Solo potenziando la scuola, migliorando il suo servizio, i suoi programmi e offrendo motivazioni di grande respiro agli studenti ci faremo più smaliziati verso le invitanti offerte speciali di pizza e tette del supermercato globale.