Sanità: gestione vecchia e nuova
Su L’Adige del 14 febbraio, a pag. 25, si legge: "Quattromila ricoveri impropri: ancora alta la spesa ospedaliera con spreco di risorse" (attualmente). Il 26 febbraio, a pag. 29: "Trentino primo in posti-letto" (tuttora).
Sull’Alto Adige del 16 marzo, il dott. Demattè, primario del CTO, afferma che "Villa Igea ora è un ospedale di appena 34 posti-letto, mentre 20 anni fa, quando v’era scarso turismo e poco transito, era un ospedale di 160 posti-letto, con 2 primari ed un direttore sanitario".
E’ recente la polemica sulla "colonizzazione" veneta della sanità locale.. Esaminiamo la gestione trentina della sanità, quella democristiana, nefasta, durata fin troppo, di Belli e Cioffi, e la successiva, con simile andazzo, di Buriani e Montesanti, nel periodo 1975-95» di cui ho esperienza personale.
Poiché i posti-letto al CTO fino al 1995, da 160 son calati di poche unità, calcoliamo un esubero di 100 posti-letto per detto ventennio, considerando i restanti nella fisiologica generale "cura dimagrante" impostaci dall’Europa, e quindi non computandoli; così come gli anni dal ‘95 in poi... Nel periodo 1975-80 un posto-letto poteva costare 300-400.00 lire al dì, nell’85 600.000, nel ‘95 circa un milione. Stimando prudenzialmente una media di 500..000 lire, moltiplicando x365 x 20 x100, otteniamo 365 miliardi. Calcolo ovviamente alquanto grossolano, per le sole spese di degenza, non potendo considerare quelle per il personale, le strutture e le attrezzature relative ad uno Centro a dir poco almeno tre volte sovradimensionato. Questo per il solo CTO.
Detti ricoveri eccedenti hanno giovato, più che ai pazienti, all’affezionata clientela, e più ancora a chi li ha gestiti: sia quanto a lucro, che a ritorno di favori. E neppure impegnavano più di tanto, venendo per lo più caricati sui servizi, Fisioterapia in primis.
L’attività legata ad un simile turn-over ha influito non poco sui fatti recenti, non potendosi in tali condizioni curare gran che la prevenzione della salute dei dipendenti. Né migliore poteva essere l’assistenza.
Se si lamenta del CTO il professore che lucrava anche 20 milioni al mese di sole visite, figuriamoci chi ha dovuto affrontare una serie di ricorsi, un esposto ed una causa di lavoro, invano, per denunciare la verità.
Non mi risultano provvedimenti da parte delle istituzioni che dovrebbero controllare la spesa pubblica.La vera "cura dimagrante" drastica è iniziata nel 1995 ed ha portato alla situazione attuale. Ora la spesa dipende più che altro dal tipo d’intervento, potendo raggiungere costi elevatissimi.
Di fronte a simili sperperi, chissà se i "colonizzatori" veneti, che nella loro regione ottengono un appannaggio di pubblico denaro pro-capite almeno 5 volte inferiore, riescano a gestir meglio la spesa sanitaria trentina. Forse un livellamento di detti appannaggi garantirebbe meno squilibri e ruberie, meno arroganza del potere e più giustizia, specie per chi non può opporsi ad una gestione plutocratica dove troppi sono i collusi.
dott. Antonio Pedrotti