Funivia in rosso? Ci pensi la Provincia!
Il Monte di Mezzocorona: una località turistica spacciata per frazione. Così ai debiti ci pensa Trento...
Il Monte di Mezzocorona è certamente un bel posto. Chi non c’è mai stato è invitato a salirci a piedi o in funivia. Il Monte è in pratica un balcone alto 900 metri, dal quale ci si affaccia piacevolmente sulla Piana Rotaliana e sulla Val d’Adige. Soddisfatto lo sguardo, è quindi possibile ristorarsi (anche con tipica torta di patate) in uno dei due alberghi aperti tutto l’anno. E non sono pochi quelli che hanno cominciato ad apprezzare: a parte i numerosissimi escursionisti del cui passaggio non resta traccia statistica, nel 2001 sono state registrate nei due alberghi (70 posti) numerose presenze alberghiere e oltre 5.000 pernottamenti nelle seconde case. Ed il botteghino della funivia ha staccato 85.000 biglietti.
Ma il Monte costa, ah quanto costa! Ed il Comune vorrebbe, con un vecchio vizio, scaricarne le spese sul bilancio provinciale. Il problema oggi all’ordine del giorno è il deficit della funivia. Fino a ieri erano le fognature a preoccupare, l’altro ieri la carrabile che dal fondovalle permette ai fuoristrada di raggiungere l’altopiano. Negli ultimi anni l’amministrazione comunale ha speso per il Monte circa tre miliardi di lire: solo per la fognatura, entrata in funzione qualche mese fa, l’ente pubblico ha sborsato un miliardo e mezzo. Un bel po’ di danaro è stato speso nel tempo per rifare (e mantenere) la carrabile. Ovviamente le opere hanno beneficiato del sostanziale contributo della Provincia. Ora si è presentata la necessità di rimettere mano alla funivia che, per chi non vuole salire a piedi, è il mezzo principale per accedere alla località: servono quasi due miliardi di lire. Dove trovare tanti soldi, e poi come fare fronte al deficit annuale che consuma il capitale sociale nonostante le frequenti iniezioni di denaro da parte del Comune, socio di maggioranza della S.r.l. Funivie Monte di Mezzocorona? Semplice - hanno pensato quelli di Mezzocorona - che paghi ancora mamma Provincia! La quale, per la revisione tecnica dell’impianto ha già messo sul tavolo quasi 800 milioni. Al resto dovrebbe pensare la società Funivie, cioè il Comune.
Ma se si riesce a dimostrare che il Monte di Mezzocorona non è una località turistica - hanno pensato gli amministratori comunali - bensì una frazione della borgata, il problema è risolto. La funivia a quel punto assumerebbe il compito di servizio pubblico e come tale graverebbe interamente o quasi sulle casse provinciali.
Sul Monte, però, non vive in modo stabile una comunità. Fatto salvo per alcune eccezioni (i residenti, ufficialmente, sono diciassette), le 46 abitazioni che sorgono nell’amena località sono utilizzate prevalentemente durante la breve stagione estiva e per qualche fine settimana. Accanto a qualche piccolo episodio di speculazione edilizia, sul Monte hanno realizzato la loro seconda casa molte famiglie (storicamente benestanti) che abitano nella borgata o nel capoluogo provinciale. Il Monte non è quindi paragonabile, se non per la quota (900 metri) alle zone svantaggiate delle valli più decentrate. Mezzocorona è invece e per fortuna, come del resto tutta la piana Rotaliana, una zona economicamente sviluppata. E’ una comunità attiva con una solida cassa rurale e la cantina sociale più grande del Trentino. I depositi in denaro ed in titoli, i commerci, l’industria e ancor di più l’agricoltura assicurano buoni redditi. Tanto per fare un esempio, un metro quadrato di vigneto, a Mezzocorona, vale oltre 100.000 lire. Già oggi, degli investimenti e delle spese di manutenzione per il Monte, beneficia un numero limitato di cittadini: l’aver ad esempio facilitato l’accesso ai cacciatori con i fuoristrada non giustifica certo le centinaia di milioni spesi sulle rampe delle "Longhe" che, anche quando non erano pavimentate, non avevano impedito la tradizionale attività silvopastorale. Quanto costa poi alla comunità di Mezzocorona trasportare a valle i rifiuti prodotti dai "turisti" del Monte? E i privati, i proprietari delle case che fanno? L’unico "privato" che indirettamente sostiene timidamente le Funivie è la cassa rurale, che da qualche anno regala ai pensionati del paese, titolari di un conto presso la banca, un abbonamento per salire gratuitamente al Monte. Un‘intelligente operazione promozionale che complessivamente, abbiamo appurato, costa alla cassa rurale circa trenta milioni l’anno.
Gli altri stanno a guardare aspettando la Provincia, che puntualmente, da alcuni anni (per il 2002 sono previsti 85 milioni) ripiana, di fatto, il bilancio della funivia trasferendo al Comune, sotto la voce "trasporto urbano", decine di milioni che il municipio riversa nelle casse vuote della società di gestione.
Sulla volontà di socializzare i costi della funivia, scaricandoli sul bilancio provinciale, le forze politiche di Mezzocorona sono sostanzialmente d’accordo, anche se, ma a titolo personale, il capogruppo dell’opposizione auspica un impegno finanziario maggiore da parte dei privati (leggi i proprietari delle seconde case e degli alberghi).