La Casa del Sole
Disagio psichico, inaugurata a Trento una nuova struttura aperta sul territorio: non un manicomio come dicono i contestatori.
Quando si lascia viale Verona e ci si immette in via Menguzzato, subito ci appare in tutta la sua maestosità e bellezza la "Casa del Sole" nome, questo, voluto dagli ospiti che qui abitano: Nadia, come vi entrò la prima volta, disse: "In questa casa ci vedo il sole".
La struttura, che si affaccia sulla Valle dell’Adige, si estende su una zona collinare per una superficie di circa 3,5 ettari. E’ un edificio di due piani con mansarda abitabile contornato da un ampio spazio verde ed una palazzina adibita a bar bianco (senza alcolici), non ancora in funzione, che presto sarà gestito dalla associazione "La Panchina" ed al quale potranno servirsi anche i residenti della zona.
Alla Casa del Sole, che è diventata funzionante il 10 dicembre sorso, potranno trovare ospitalità fino a 12 persone, tanti sono i posti letto suddivisi in camerette singole o doppie. Attualmente ne ospita appena sette provenienti quasi tutte dalla residenza protetta di via della Collina che, essendo rimasta vuota, è diventata "La Casa dell’auto mutuo aiuto" e sede dell’associazione "La Panchina" che la gestisce. Quanto prima, La Casa del Sole sarà incrementata di altri cinque posti con altrettante persone che verranno designate dal Servizio di salute mentale. Gli operatori che vi prestano servizio sono dodici, suddivise in due turni fino a coprire l’intera giornata dalle 8 alle 21. Di notte prestano servizio i soci della "Panchina".
Giovedì 31 gennaio ha avuto luogo la cerimonia ufficiale dell’inaugurazione alla presenza di oltre 200 persone, quasi tutte residenti nel quartiere di Madonna Bianca. Questo a dimostrazione del loro attaccamento alla nuova struttura che, come poche altre, nasce aperta al territorio.
Renzo De Stefani, responsabile del Servizio di salute mentale, ha aperto la cerimonia passando il microfono a Giuseppe Penasa, direttore del distretto sanitario, a Letizia De Torre, assessore alle politiche sociali del Comune, ad Andrea Robol, presidente della circoscrizione di Madonna Bianca ed al parroco don Mario Peroni - che ha benedetto la struttura - i quali hanno parlato dell’importanza e dell’utilità della Casa del Sole, mentre uno piccolo numero di contestatori appartenenti ad un gruppo di anarchici di Rovereto denominato "Libertari contro le violenze psichiatriche", dopo aver appeso nelle vicinanze della struttura uno striscione con la scritta "No al manicomio", con un megafono scandiva slogans contro "l’apertura di un manicomio dorato".
Il dott. De Stefani, quasi a voler rispondere a questi slogans, ci ha detto: "Io ho prestato servizio in un manicomio e vi posso garantire che questa struttura è tutt’altra cosa: qui non ci sono cancelli chiusi, né sbarre, la Casa del sole è aperta a tutti. Qui possono venire i bambini a giocare nel parco giochi; possono venire gli anziani del quartiere che hanno già dato la loro adesione a progetti mirati di animazione; i giovani con i loro gruppi di ballo e musica; la parrocchia. è’ questa la psichiatria nella quale io credo".
Ma allora - ci viene da chiedere - perché questi contestatori che dicono di combattere contro le violenze psichiatriche si accaniscono contro una struttura psichiatrica aperta a tutto il quartiere? Chi non vuole la violenza psichiatrica, non può e non deve andare contro l’apertura di una struttura che è tutt’altro che un manicomio, ma deve piuttosto stare attento a che non vengano promulgate nuove leggi a favore dei manicomi. Eppure, per questo sparuto numero di persone, così non è. Ultimamente sono state presentate due proposte di legge - una di Anna Maria Burani Procaccini (Forza Italia) ed una di Alessandro Cè (Lega Nord) che di fatto, dopo aver abrogato la Legge 180, tendono alla riapertura materiale di strutture manicomiali. Tanto per fare un accenno alle due proposte di legge - che sono molto simili - si parla dell’apertura di comunità psichiatriche che possono accogliere fino a 50 persone e di un TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) della durata di 60 giorni: questa sì che è violenza psichiatrica!
Se tutta l’Italia si è mossa contro queste due proposte di legge con prese di posizioni ed invio di cartoline con la scritta "Anna Maria Burani Procaccini, Alessandro Cè, le vostre proposte di legge non ci piacciono", i "libertari contro le violenze psichiatriche" non hanno fatto niente, dimostrando, al di là delle loro intenzioni, di essere più che altro dei vandali capaci di imbrattare i muri della città, fino al punto di farsi denunciare e schedare.
Con il loro megafono - durante l’inaugurazione - hanno detto anche che "i residenti dell’appartamento protetto di via della Collina sono stati portati in questa struttura contro la loro volontà". Incuriositi da questa affermazione, abbiamo intervistato alcuni ospiti della Casa del Sole.
Dimmi, Marco, come ti trovi in questa nuova strut-
tura?
"Molto bene. Passo il mio tempo come meglio posso, ascoltando la musica che è il mio hobby. Pratico il nuoto e faccio molte passeggiate".
Parlaci della tua camera.
"La trovo molto confortevole. E’ una stanza a due letti e la divido con Ivano".
Ivano, ti piace abitare qui? E come trascorri il tuo tempo?
"Qui mi trovo abbastanza bene. Passo le giornate divertendomi con imiei compagni. Gioco con le carte a briscola e a scopa e a scarabeo. Leggo i giornali e guardo la TV. Mi piacciono molto le telenovelas. Ogni tanto esco per andare al bar che è qua vicino. Il pranzo, che viene cucinato dagli operatori, è ottimo. La cameretta è confortevole e dormo bene. In camera c’è anche il bagno".
Luciano, parlaci un po’ di te e di come trascorri le tue giornate.
"Sono un appassionato di calcio. Spesso guardo in televisione le partite dell’Inter che è la mia squadra preferita. Faccio però fatica a seguire la trasmissione per via dei farmaci. Le mie giornate le passo ascoltando i CD dei "Guns’n Roses" e dei "Tears for fears". Ogni tanto aiuto in cucina, dove i lavori vengono svolti a rotazione, comprese anche le pulizie dei bagni, dei corridoi e delle parti comuni. Per le camerette, invece, ognuno pulisce la propria. Divido la mia stanza con Cesare e vado a letto molto presto. Al mattino mi alzo verso le 8,30, quando mi chiamano gli operatori. Oggi avevo 20 euro e sono andato a fare spese: ho comprato la sciarpa dell’Inter e le sigarette; ho bevuto una cioccolata ed ho offerto patatine e coca ad un’amica".
La cerimonia si è conclusa con un ricco buffet allestito dagli operatori con la collaborazione del gruppo pensionati ed anziani, delle mamme e delle nonne del quartiere che, nella mattinata, hanno sfornato torte e strudel, confezionato bigné ed altri stuzzichini che sono risultati graditissimi non solo a tutti i presenti, ma anche ai contestatori: quando un utente del servizio gliene ha offerto un cabaret accompagnati da una bottiglia di aranciata, non hanno rifiutato...