I tribunali speciali di Bush
Nella lotta contro il terrorismo internazionale di Al Qaeda e di Bin Laden, o di qualunque altra etichetta, la scelta di campo di ciascuno di noi deve essere netta, senza equivoci, perché è in gioco non solo il livello materiale del nostro modo di vivere, ma sono minacciati i valori fondanti della civiltà in cui ci riconosciamo: la libertà, il pluralismo, l’eguaglianza di fronte alla legge, la democrazia, la giustizia. Proprio per questo la scelta deve sempre essere accompagnata dalla facoltà critica, non solo per evitare errori ma soprattutto per contrastare il rischio ricorrente in ogni lotta mortale di omologarsi al nemico e di perdere così l’identità, cioè l’anima. Dobbiamo stare attenti che i mezzi di lotta siano sempre conformi ai fini, e non li contraddicano, perché in tal caso ci comporteremmo come i terroristi. I tribunali speciali voluti da Bush non sono soltanto una caduta di stile, ma violano gravemente la Costituzione americana, la Carta dell’ONU, le Convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo, le Costituzioni europee compresa quella italiana.
Due sono i punti che destano stupore e preoccupazione: 1) tutti i terroristi stranieri dovranno essere consegnati agli Stati Uniti dovunque siano arrestati, a Kabul, a Parigi, a Londra o a Milano; 2) essi verranno giudicati da Tribunali speciali militari americani, i quali giudicheranno a porte chiuse (senza pubblico e senza giornalisti) e potranno condannare a morte l’imputato senza possibilità di appello.
Queste due pretese certamente soddisfano il desiderio di vendetta degli americani, ma sconvolgono i giuristi di tutto il mondo civile e preoccupano l’opinione pubblica europea e gli stessi governi. Se il progetto dovesse realizzarsi, non solo gli Stati membri dell’Alleanza antiterroristica verrebbero privati della loro sovranità giudiziaria, ma verrebbero bollati come inaffidabili. Perché i giudici di Milano non potrebbero giudicare i terroristi di Al Qaeda scoperti e catturati in questi giorni? Gli Stati Uniti pensano forse che sarebbero "teneri" verso gli imputati?
La "specialità" degli istituendi tribunali calpesta il principio di uguaglianza di fronte alla legge insieme all’altro principio cardine secondo cui nessuno può essere distolto dal giudice naturale. Un ritorno indietro ai tempi dell’oscurantismo più nero, un salto dentro quella barbarie che rimproveriamo ai fanatici di Al Qaeda.
Il Presidente della Commissione Giustizia del Senato americano Patrick J. Leahy ha dichiarato: "Rischiamo di assomigliare ad alcune delle cose che vogliamo combattere". La stampa americana ha avuto il coraggio di andare controcorrente e di criticare le misure eccezionali proposte da Bush. Il New York Times ha definito quelli voluti da Bush i "tribunali del linciaggio". La direttrice dell’American Civil Liberties Union signora Laura Murphy ha dichiarato che la costituzione di tribunali speciali militari segreti apre scenari preoccupanti di giustizia sommaria.
Quando l’11 settembre è cominciata la prima guerra mondiale del nuovo secolo (così l’ha definita Bush), dalle caratteristiche del tutto nuove e dove il nemico è all’interno di ciascuno Stato e potrebbe essere chiunque, eravamo tutti consapevoli di dover pagare un prezzo in termini di libertà democratiche. Ma non fino a questo punto! I tribunali speciali sono una caratteristica tipica dei regimi totalitari. La nostra memoria corre inevitabilmente ai Tribunali speciali fascisti. Prendendo a pretesto un attentato alla sua persona, Mussolini li instaurò con la legge 25 novembre 1926 n° 2008, dando loro una struttura militare e poteri straordinari per meglio schiacciare gli oppositori, interni o fuoriusciti, che venivano cosi sottratti alla giustizia ordinaria di cui il dittatore non si fidava. I tribunali speciali furono concepiti come uno strumento politico che convertiva il diritto nel suo contrario con lo scopo di rafforzare il regime fascista. Non a caso la nostra Costituzione all’art. 102 vieta espressamente l’istituzione di giudici straordinari o di giudici speciali. Voglio ricordare che il terrorismo italiano degli anni ‘70 e ‘80 è stato combattuto, giudicato, punito e vinto senza tribunali speciali, nel rispetto delle regole democratiche. Gli Stati Uniti hanno dichiarato di volerli usare solo contro "imputati stranieri": non è certo un’attenuante ma un’ulteriore mostruosità giuridica, perché il diritto non può distinguere gli imputati per nazionalità o etnia, ma solo fra colpevoli e innocenti. "Mettere in discussione questo punto essenziale della civiltà giuridica - ha dichiarato il prof. Bonanate dell’Università di Torino - sarebbe un arretramento pericolosissimo".
E’ necessario che gli Americani ci ripensino se non vogliono infliggere un colpo alla coalizione antiterroristica e introdurre un elemento di forte torsione autoritaria nella loro stessa civiltà giuridica democratica.