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Caccia: il parere degli italiani

E’ pressoché unanime il parere degli italiani nei confronti della caccia di piccoli uccelli: un sondaggio, commissionato alla People-SWG dalla LAC, rivela che ben l’87% degli intervistati disapprova l’abbattimento di passeri, fringuelli e altre specie protette dalla Direttiva Europea 74/409/CEE. Su un campione di 1.050 intervistati, che ha risposto alla domanda "Lei è favorevole alla caccia di piccoli uccelli, quali ad esempio passeri e fringuelli?", si è pronunciato positivamente solo l’8%; appare minima anche la percentuale degli indecisi, attestatasi complessivamente sul 5% e che, anche all’interno dei singoli parametri socio-demografici, non supera la media del 7% degli intervistati.

Risultano più favorevoli a questo tipo di caccia le persone con più di 55 anni e, prevalentemente, di sesso maschile; massiccio, di converso, il dissenso nella fascia di giovani fra i 18 e i 24 anni

Il consenso venatorio è concentrato nelle fasce a minore scolarizzazione, con una percentuale che decresce progressivamente con l’innalzarsi della soglia di istruzione. Così se l’83% delle persone con diploma di scuola elementare è contraria alla caccia di piccoli uccelli, la percentuale aumenta fino all’88% per la fascia in possesso del diploma di scuola media inferiore, all’86% in quella di scuola media superiore, per salire infine nettamente al 92% in quella di coloro che hanno compiuto studi universitari.

Quanto all’area geografica, più alta la percentuale di contrari al Sud (90% di no) e nelle Isole (con un record del 95%). Più filo-venatoria la zona del centro Italia, con il 12% di favorevoli, e quella del nord-est, con l’11%. Maggiormente filo-venatori i piccoli centri (quelli da 5000 a 10.000 abitanti con, rispettivamente, il 10% e il 13% di favorevoli).

Condizione lavorativa: risultano più filo-venatori quadri e dirigenti (17% di ), e i pensionati (13%). Largamente contrari, invece, impiegati, insegnanti, operai e agricoltori, imprenditori e professionisti, casalinghe, studenti e, sorprendentemente, la quasi totalità dei disoccupati (97% contrari, 3% indecisi).

Alla luce di questa decisa condanna espressa dagli italiani nei confronti della deregulation selvaggia della caccia, il Disegno di Legge n.628 presentato dal Presidente del Consiglio e dai ministri La Loggia, Alemanno, Buttiglione, Matteoli e Bossi, che ripropone la caccia in deroga a specie protette affidando pieni poteri alle Regioni, appare ancora più preoccupante; le istituzioni non possono continuare a dimostrarsi sorde alla volontà dell’opinione pubblica in materia di caccia, né possono ignorare che la Commissione Europea ha appena aperto il quinto processo a carico dell’Italia (che segue le condanne del 1987, le due nel ’91 e quella del 2001) per violazione delle direttive comunitarie, dopo numerosi esposti presentati dalle nostre associazioni: chiediamo al presidente Berlusconi l’immediato ritiro di questo Disegno di Legge".

All’appello di LAC e LAV si è unito anche il team internazionale di Proact e numerosi altri cittadini europei preoccupati che hanno scritto lettere di protesta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ai membri del Parlamento Italiano, senza ricevere fino ad oggi alcuna risposta.

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