Sinistra e economia
Dopo le ultime vicende sulle poltrone di Infostrutture spA, tutte le perplessità sulla linea della Giunta Dellai in tema di economia. A colloquio con l'assessore Remo Andreolli (Ds) esponente di una sinistra accusata contemporaneamente di essere "palla al piede dello sviluppo", e di non avere alcuna caratterizzazione.
E’ stato clamoroso, in questi giorni, il caso Infrastrutture, la società para-pubblica che dovrebbe cablare il Trentino, attrezzando quelle "autostrade informatiche" che si dice saranno i veri atout di un territorio nei prossimi anni. Nata da discussi smembramenti di Informatica Trentina e cessioni di quote da parte dell’Autobrennero, Infostrutture è a lungo rimasta immobile: più che un carrozzone (le dimensioni non sono granché), una carrozza ferma, in un mondo – quello telematico – che si muove a grandissima velocità. Finalmente da alcuni mesi, assunto un nuovo direttore, l’azienda comincia ad essere operativa, e viene elaborato il piano per la progressiva cablatura della provincia.
Poi il terremoto: cinque membri su sette, guidati da Marco Merler (Margherita) a metà mandato si dimettono dal consiglio di amministrazione, bloccando la società. Merler, uomo di fiducia di Dellai e da questi già piazzato nei cda di Autobrennero e Trentino Servizi, e in predicato per essere il nuovo presidente di Infostrutture, così spiega il terremoto: "Quattro degli azionisti, Trento-Malè, A22, Informatica Trentina, Trentino Servizi (tutte società pubbliche o para-pubbliche, n.d.r.) hanno recentemente rinnovato i loro cda: è giusto che nel consiglio di Infostrutture vi siano persone in sintonia con gli assetti attuali".
Insomma il cambiamento non è dovuto a nuove ipotesi strategiche sulla società (anzi, Merler lamenta che non ci sia chiarezza su quello che si vorrebbe da Infostrutture), ma agli equilibri delle poltrone: dal momento che negli altri enti c’è stato un giro di valzer, bisogna "riequilibrare", "far entrare in sintonia" anche il cda di Infostrutture. Che poi la società lavori, operi, è secondario; nell’economia para-pubblica trentina quello che conta non sono i risultati, ma le seggiole, non l’efficienza, ma la clientela.
Su questa vicenda, come su tante altre che riguardano l’economia locale, la sinistra non ha detto nulla, così fornendo qualche ragione al centro-destra, che sostiene come la sinistra sia "la palla al piede dello sviluppo trentino". Di questo discutiamo con il diessino Remo Andreolli, assessore provinciale alle attività economiche.
"Premetto una cosa: l’opposizione tende ad accreditare un’immagine per cui la sinistra stia governando abusivamente il Trentino. Noi non siamo in Giunta grazie ad un ribaltone, ma perché le elezioni le abbiamo vinte, rappresentando – sia pur non in via esclusiva – vari settori del mondo del lavoro, della cooperazione, e tante persone che apprezzano il punto di vista generale, il senso delle istituzioni che ci è proprio".
Vi viene addebitata una funzione di freno sulle infrastrutture.
"Forse non abbiamo contrastato a sufficienza quest’immagine di forza che frena, di momento di inerzia. Invece noi siamo per uno sviluppo diverso, fondato su una modernizzazione responsabile ed equilibrata, che cerca di coinvolgere una molteplicità di attori".
Il fatto è che la vostra funzione propositiva non si vede. Sul turismo, fate bei convegni sulla svolta del turismo trentino, ma poi la Margherita vi impone le Jumele, nuovo turismo non se ne vede, e voi siete quelli che frenano; e così sui trasporti, l’opzione ferroviaria sembra lontanissima, e rimangono i vostri no alle Valdastico.
"Sarebbe un immenso errore politico se noi accreditassimo una immagine di noi come difensori dello sviluppo sostenibile, e della Margherita come i cementificatori. In questo modo non si promuove una politica della Giunta, in cui invece prevarrebbero i veti. E oggettivamente non è così: è l’insieme della Giunta a praticare una politica che coniuga sviluppo e ambiente. Faccio solo due esempi: il ponte di Avio, uno scempio come proposto in prima istanza, e che la Giunta ha fatto riprogettare, assumendosene gli oneri, per salvaguardare una zona molto interessante; e l’aeroporto, che ora non è più nell’agenda politica perché nell’insieme della Giunta sono maturate nuove riflessioni sulla sua opportunità".
Non mi sembrano esempi significativi: riprogettare un ponte non lede interessi clientelari; e l’aeroporto, già progetto demenziale, è oggi del tutto improponibile, dopo il flop di Bolzano.
"Sì, ma chi aveva resistito alle proposte di un anno fa? Si è visto che siamo stati capaci di contaminare positivamente, con i ragionamenti, l’opinione dell’insieme della Giunta."
Veniamo quindi al capitolo delle nomine negli enti, e dei suoi riflessi sull’economia, partendo dall’esempio di Infrastrutture.
"E’ un capitolo che presenta sempre un grado di problematicità."
Diciamo pure che siamo in presenza di un ceto di professionisti della poltrona, pesantemente ammanigliati con la partitocrazia. Quando il Comune di Trento tenta un forse azzardato ma comunque coraggioso rilancio del Monte Bondone, e poi nel cda della nuova società nominano un culo di pietra come Mario Oss, vuol dire che all’economia pubblica mancano i presupposti fondamentali.
"Questa Giunta lo sforzo di operare nomine di alto profilo lo ha fatto: ricordo Musso all’Agenzia dello Sviluppo, Bonvicini all’Itc, Perlot alla presidenza dell’Università, come pure le nomine alla Fondazione Caritro. Sono scelte di spessore, per la comunità trentina, non per sostenere qualcuno. Poi alcune scelte, lo convengo, possono non corrispondere a questo profilo."
Si stenta a cogliere una qualche caratterizzazione della sinistra trentina sul tema dello sviluppo economico.
"Porto una vicenda esemplificativa: la Caritro. Personalmente ritenevo e ritengo ancora che la cessione della banca a un grande gruppo possa essere un fatto positivo per il sistema economico locale, per i servizi che si acquisiscono. Però, il risultato della cessione sarà anche la perdita per la comunità trentina di 100 miliardi ogni anno, a fronte di 1000 miliardi di ricavi per la vendita. Io penso che fosse indubbiamente necessario un raccordo con un grande gruppo, non una cessione. La sinistra, che pure ha dato il via alle privatizzazioni in campo nazionale, non deve vergognarsi di sostenere l’interesse generale della comunità. Sia chiaro, non rivendico la banca pubblica, ma il dovere del pubblico di mettere i paletti per salvaguardare gli interessi generali."
Questo è un caso, e di un mancato intervento. Altri aspetti?
"La cooperazione. Qui si vede l’importanza del centro-sinistra al governo, e di come invece il governo Berlusconi intenda ridimensionare la cooperazione. E non per avere più tributi, ma per negare validità ad esperienze a cavallo tra pubblico e privato, in cui si persegue l’efficienza aziendale, ma per distribuirne gli effetti positivi nel sociale.
Più in generale, come sinistra il nostro obiettivo è la valorizzazione delle potenzialità degli operatori economici trentini, creando a un contesto territoriale favorevole. In particolare far sì che le attività produttive si rivolgano sempre più alla qualità, al valore aggiunto dei prodotti; il che è possibile se si investe in istruzione e ricerca. Insomma togliere i protezionismi, ormai indifendibili, e sopravvivere puntando sulla qualità."
Eppure gli imprenditori non danno un giudizio positivo di questa Giunta.
"E’ una richiesta di essere competitivi, in un contesto comunque vitale: sul mercato le nostre imprese già ci sono, e con successo; e abbiamo solo il 3,5% di disoccupazione. Ci chiedono di essere più tempestivi nel predisporre gli strumenti, a iniziare da quelli legislativi, che a loro sono necessari."
Appunto, si lamentano dell’impasse politico-legislativo…
"L’attività economica è stata quella dove si è prodotto di più: legge unica sull’economia, legge sul commercio, riforma di San Michele…
A loro non basta. E comunque rimpiangono la celerità e produttività del Parlamento a confronto con le lentezze di Piazza Dante. Questo è esiziale per l’Autonomia…
"E’ un discorso che riguarda l’intero consiglio e i suoi regolamenti."
Voi siete la maggioranza, e non avete neanche iniziato alcuna battaglia d’aula per vincere eventuali ostruzionismi. La vorrei vedere l’opposizione, bloccare per settimane leggi di riforma indispensabili per l’economia. Non è che sia a voi che manchi la convinzione?
"Effettivamente quello che è importante è presentare all’economia un progetto, una prospettiva, e garantire che su questo si lavora con convinzione.
Poi ci sono delle visioni di fondo su cui forse non c’è perfetta sintonia. Noi siamo per un Trentino in cui le attività economiche si indirizzino verso l’alto valore aggiunto, alta intensità di lavoro, basso consumo di territorio: tendiamo quindi a valorizzare le attività tecnologicamente avanzate. Ma questo comporta delle scelte, il che vuol dire che alcune attività non possono trovare la migliore collocazione da noi. E questo può provocare la percezione di vincoli eccessivi da parte di alcuni soggetti imprenditoriali."
Per chiudere?
"Vorrei citare la particolare attenzione che la Giunta riserva alla sicurezza sul lavoro: in tema di infortuni e malattie professionali. Primi in Italia, abbiamo firmato un protocollo con i diversi soggetti, imprenditoriali, sociali, organismi di vigilanza, che prevedono strumenti e interventi per ridurre gli infortuni sul lavoro. Credo che sia una prova di positivo rapporto tra sindacati, imprese, amministrazione."