Un futuro fatto solo di sport
Il Comprensorio approva il piano di sviluppo della valle di Fiemme. Un unico obiettivo: il turismo.
In queste settimane l’assemblea comprensoriale di Fiemme ha votato un documento dal titolo impegnativo: "Programma di sviluppo della valle di Fiemme". La lettura del documento, ripresa dalla stampa, non suscita altro che apprezzamenti e la stessa discussione in Comprensorio è risultata fiacca. I commenti si riassumono in pochi slogans: finalmente una valle ragiona in grande, lo sviluppo viene letto in termini complessivi, il percorso è stato partecipato e condiviso.
Ma basta leggere poche pagine per accorgersi di avere altro fra le mani.
Certo, un passo politico di grande rilievo. Il punto cardine, l’unico concreto, è l’avvio delle associazioni fra comuni nell’organizzazione dei vari uffici: edilizia, vigilanza urbana, tributi, mobilità, informatizzazione, reti di servizi. E’ un passo, qualora trovi attuazione, che porterà ad una rivoluzione dei contatti del cittadino con la pubblica amministrazione, producendo maggiore efficienza e - si spera - qualità nell’erogazione dei servizi. Ma è fuor di dubbio come questo passo trovi fondamento in altri ragionamenti, probabilmente determinanti nell’indirizzare la scelta: la consistente erogazione di contributi provinciali previsti nelle operazioni di aggregazione di servizi fra diversi comuni.
Dal titolo del programma è lecito attendersi ben di più e si passa così al terzo e con sorpresa, ultimo capitolo, quello che riguarda il turismo.
Vi si legge un insieme di statistiche e analisi dei flussi turistici invernali ed estivi, l’andamento degli arrivi e delle partenze, i flussi di turismo estero, situazioni di forza e fragilità. La soluzione di ogni problema del turismo di valle viene individuata nell’investimento verso i grandi eventi sportivi internazionali. Non si fa che parlare dei prossimi mondiali di sci nordico del 2003. Evento mediatico irripetibile - si dice - da cogliere in ogni aspetto, sul quale investire ogni energia.
Per una valle che già ha ospitato i mondiali, 1991, i mondiali dai mille sospetti, che hanno visto la costruzione di opere improvvisate e imposte senza alcuna attenzione ambientale, con i costi preventivi, sempre ed in ogni situazione più che raddoppiati, con appalti predefiniti addirittura da leggi provinciali e affidati al Consorzio Trentino Costruttori, evitando così ogni appalto (strada di fondovalle, trampolini del salto, stadio del fondo, palazzo dei congressi di Cavalese, oltre 220 miliardi del tempo), era lecito attendersi altro.
Ed invece nessuna riflessione sul passato: lo sviluppo turistico sarà legato esclusivamente ai grandi eventi, alle grandi gare. Poi si auspicano altri passi: si rileva l’importanza e la necessità della formazione degli operatori turistici, la costruzione di sinergie con altre categorie produttive, il mondo agricolo in particolare, ma non si trova una riga su come procedere lungo questi percorsi.
Tre documenti - situazione istituzionale e associazione dei comuni, informatizzazione e turismo - secondo il comprensorio costruirebbero un programma di sviluppo della valle e vengono paragonati addirittura a dei patti territoriali. Tre documenti che hanno avuto costi non irrisori: lo studio del neo-senatore roveretano Renzo Michelini ha ricevuto un compenso di oltre 60 milioni per il solo primo fascicolo e cifre simili sono cadute sugli altri due documenti trattati.
La complessità del vivere e delle attività produttive della valle non viene nemmeno presa in considerazione.
Non si legge un minimo legame della formazione con il mondo dell’istruzione e delle aspettative dei giovani e delle famiglie. La famiglia in quanto tale non esiste, è un fatto totalmente privato, e così non si dice che da oltre tre decenni la valle attende almeno un asilo nido, che non offre servizi ai minori in difficoltà, che i servizi legati al sostegno del disagio psichico sono ridicoli e offensivi della dignità delle persone, che l’assistenza agli anziani è un optional che troviamo scritta solo nei dépliant dei servizi sanitari della Provincia, che l’ospedale viene depotenziato mese dopo mese e non si interviene nel portare correttezza di comportamenti da parte di dirigenti della struttura sanitaria.
Non troviamo una parola riguardo la gestione del servizio raccolta dei rifiuti, con le tasse a riguardo esplose in cifre impossibili senza che il Comprensorio abbia dato il via ad una reale politica di gestione del rifiuto recependo le normative europee e nazionali.
Se nessuna attenzione viene rivolta alle necessità quotidiane del vivere delle genti di Fiemme, estremamente grave è anche aver tralasciato ogni seppur minima analisi di altri comparti produttivi: l’agricoltura, l’artigianato, la media industria, la situazione silvo-pastorale e le sofferenze sempre più acute del settore.
In questa valle, come del resto in Fassa o nel Primiero, gli amministratori pubblici sanno solo parlare di turismo, sono asserviti alle corporazioni degli albergatori e degli impiantisti e con questo eccesso di servilismo hanno ormai contribuito a diffondere presso gran parte dei valligiani la consapevolezza che ogni nostro passo di sviluppo dipenda dal turismo.
Il convegno di CIPRA tenutosi a Trento nell’autunno del 2000 con dati precisi, aveva dimostrato come queste fossero sensazioni, percezioni superficiali e come, anche in presenza di situazioni di turismo maturo, i dati economici dimostrassero ben altro: nel giro economico complessivo in aree forti il turismo incide nei flussi economici con percentuali massime che variano dal 15 al 20%. In realtà simili, in Fiemme o nel Primiero, le percentuali cadono su valori compresi fra l’8 e il 10% della produzione di valore aggiunto.
In tutta la valle si è ormai consolidato un procedere amministrativo che nessuno mette più in discussione.
I bilanci dei comuni offrono risposte unicamente al settore turistico. Si rimette a nuovo un campo di calcio? Centinaia di milioni, il campo sarà utilizzato solo dai grandi club nazionali che verranno in estate ad allenarsi. Si rifanno delle piazze? Si dovrebbero pensare per ridare vivibilità, per riprendere linee architettoniche più rispondenti alla storia della valle. Ed invece no, anche queste servono ai turisti. Si fa una circonvallazione, o si chiude un centro al traffico? Per vivere meglio si penserebbe: ancora no, per i turisti, a loro piace.
Le stagioni culturali, cinema, teatro, musica, pittura o apertura di musei dovrebbero aiutare a crescere i residenti, a rendere appetibile l’incrocio delle nostre vite con l’arte ed il bello. Si dovrebbero tenere in periodi di stagione stanca o di riposo.
Ed invece no, ancora tutto si concentra nei mesi turistici.
Al di fuori di questi mesi, 4-5 in un anno, il termine cultura sparisce: gli assessori alla cultura sono dépendance degli interessi turistici, per il resto rientrano nella piattezza più assoluta: la valle così si addormenta e cala la nebbia della noia.
Nel documento si sottolinea in troppi passaggi il coinvolgimento nella discussione delle parti sociali e come grazie a queste sollecitazioni si sia potuto offrire un disegno di sviluppo corretto. Anche qui la demagogia impera: sono state coinvolte solo le associazioni vicine alle amministrazioni: gran parte del volontariato nemmeno sapeva che si stava elaborando questo progetto, certamente non lo sapeva il volontariato sociale, quello ambientalista, non lo sapeva il sindacato, non lo sapevano gli artigiani.
In tutti i documenti non si fa riferimento a normative internazionali, ormai patrimonio di ogni istanza amministrativa. La Convenzione delle Alpi, quella di Rio e relative Agenda 21, cosa significhi partecipazione... Si è solo pensato di attaccare nel modo più brutale i dipendenti pubblici, rei, secondo il Comprensorio, di rispettare troppo severamente le leggi provinciali e statali e per questo principali ostacoli allo sviluppo.
Dal Comprensorio di Fiemme, il comprensorio che esprime il presidente del Consorzio dei Comuni Trentini, Mauro Gilmozzi, era lecito attendersi ben altre attenzioni: una maggiore complessità di elaborazione e l’approfondimento di soluzioni legate anche all’ambito turistico di ben altra qualità. E’ grave non trovare nel documento una sola riga su come si viva in valle, su quali siano le reali esigenze della popolazione, delle famiglie.
Ma quando troviamo amministrazioni che fra i consiglieri presentano maggioranze di geometri, albergatori e impiantisti, non è possibile attendersi alcun volo qualitativo, alcuna attenzione per la collettività. Emerge la cultura della destra, la cultura dell’egoismo.