Lettera aperta di un credente a don Bombardelli
E va bene! Si trova meglio a destra! Gliene riconosco il diritto. Io per parte mia ritengo di essere di sinistra proprio perché sono credente. Fra l’altro la mia tolleranza è tale da ispirarmi la convinzione che il primo diritto degli uomini liberi è il diritto di sbagliare. Chi non ha il diritto di sbagliare non ha quello di cercare la verità. Possiamo dire ad esempio che tutte le rivoluzioni sono fallimentari: la rivoluzione francese, che mirava a una liberazione, dopo molti orrori, ha partorito Napoleone; quella della rivoluzione socialista, con molti orrori, ha partorito Stalin: ma sia la prima che la seconda lasceranno un segno indelebile nella storia dell’umanità. Cristo stesso ha terminato la Sua missione terrena con un fallimento…
Le dirò qui, caro don Bombardelli, quel che io vedo in questa nostra tutta italica destra. Si tratta di un’opinione, come la sua, non di un dogma. Ma non trovo altra definizione che destra aziendal-liberal-nazional-clerical-secessionista.Veda un po’ lei come i contenuti sottesi a questi cinque aggettivi possano convenire fra loro:
1. Aziendal. Il partito al servizio degli interessi di un singolo, che sono preminenti. In parlamento, guai a toccare Berlusconi! Tutta la destra insorge come un sol uomo. Lui, oltre che autore di miracoli, come va dicendo, è anche al di sopra della legge, perché se qualche giudice osa avanzare sul suo operato qualche sospetto, se ancora dopo anni sono in corso processi, è subito qualificato di "toga rossa" che fa politica tendenziosa contro il capo, ohibò, dell’opposizione, destinato, pare, per divina vocazione a diventare il Re sole d’Italia. Lui, il grande rinnovatore che ha legato le sue fortune alla speculazione edilizia, alle concessioni statali, agli intrallazzi con i politici della prima repubblica. Lo so, non era il solo, era in buona compagnia e sarà stato anche più furbo degli altri E mi astengo qui dal parlare di quel che si dice e si scrive sul Lussemburgo e sul rigiro di conti bancari evanescenti intestati a prestanome ignari, da cui saltano fuori misteriosi miliardi, anche perché non mi sono mai curato di approfondire l’attendibilità delle fonti.
A me basta averlo visto all’opera durante il suo fortunatamente breve governo, quando diceva che della mafia è meglio non parlare, perché sono quattro gatti che ci fanno fare brutta figura (e ora si presta fede alla favola che sarà lui a debellare la criminalità), e mi basta averlo sentito parlare, e aver visto i sorrisi metallici e il volto impomatato e ringiovanito che ci ammannisce in tutti i cantoni d’Italia per averne ribrezzo. Ho per lui lo stesso rispetto che nutro per l’ultimo marocchino venditore di cianfrusaglie, anziché di fanfaluche.
Lo so, don Bombardelli, che non è un peccato essere ricco (anche se può esserlo il modo di diventarlo); lo so che i soldi possono servire per fare del bene, e so anche che non tocca a me giudicare che uso fa lui della sua ricchezza, e che non si può squalificare una persona che è stata abbondantemente privilegiata dalle "cacate" del buon diavolo (lo dice lei…).
Ricordo qui, ad ammonimento degli elettori, che l’ultimo uomo politico che si è auto-incensato mettendo le sue sacre icone in tutti gli angoli d’Italia è Mussolini. Considero la cosa una manifestazione di megalomania, e i megalomani sono tutti pericolosi.
2. Liberal. Che cosa significhi liberale nella bocca dei vari Martino e Tremonti è abbastanza evidente: significa liberismo più o meno selvaggio: giù le tasse a rotta di collo e abolizione dello stato sociale e ridimensionamento di sindacati e concertazione. Nelle misure demagogiche che si propongono si pretende di tagliare le tasse, in omaggio alle fallimentari curve di Laffer, che farebbero la stessa fine del "Deficit spending" di Keynes nella prima Repubblica: indebitamento astronomico dello Stato! Riduzione di 180.000 miliardi delle tasse e aumento di 50.000 miliardi delle pensioni, botte piena e moglie ubriaca. Questo non è possibile nemmeno condannando i pensionati a pagarsi, oltre che i ticket, ospedali e assistenza sanitaria, promuovendo gli interessi delle varie Mediolanum. Correremmo il rischio, dopo un incidente, di trovarci qualcuno che fruga nel nostro portafoglio per verificare se c’è un’assicurazione, e se non c’è, crepa!
3. Nazional. Fra il nazionalismo e il liberalismo-liberismo non è mai corso buon sangue. Lo "stato etico", che Berlusconi attribuisce ai comunisti, è invece una trovata tutta fascista e mussoliniana, ed è sinonimo di dittatura di destra. Fra l’altro, io che c’ero, ricordo bene gli spassi dell’autarchia, le condizioni di sottosviluppo dell’Italia "proletaria e fascista", così diceva il Lui di allora, e della Spagna franchista (ci sono stato personalmente), i gas asfissianti che hanno liberato Adua e la "faccetta nera", divenuta "romana" per pochi anni. Il liberale Gobetti, probabilmente, non si troverebbe a suo agio con Storace, come non si è trovato a suo agio con Starace.
Secondo Storace "il cazzotto rende meglio l’idea" e le commissioni speciali per mettere alla gogna i professori marxisti manifestano una inconfessabile nostalgia per i tribunali speciali, in cui si esercitava appunto una giustizia speciale, che ha mandato in galera Pertini.
4. Clerical. Gli integralisti nostrani idoleggiano e applaudono un certo signore che propugnerebbe i princìpi tanto cari a don Bombardelli, senza metterli in pratica. Perché nei suoi manifesti non scrive: "Due mogli per tutti"?Mi guarderei dal condannare quei signori della destra (più di uno) divorziati e risposati, che la gerarchia non ammette ai Sacramenti anche se hanno la cappella privata nella villa, perché sono credente con tutto me stesso, ma non clerical-codino. Posso avere comprensione per certe situazioni e non mi permetto di giudicarle. Ma eleggere costoro a paladini dei sacri principi è almeno buffonesco.
Oltre le foibe, invocate dai fascisti o simpatizzanti come naturale espressione del comunismo, mentre in realtà sono, in tutto il loro orrore, espressione della vendetta, crudele e spropositata, del nazionalismo croato contro l’oppressione fascista, che aveva occupato prepotentemente la terra altrui, il revisionismo di moda che comprende quello selvaggio clerical-integralista, tende alla svalutazione di tutto il Risorgimento, alla nostalgia per il Papa-re, alla riabilitazione di Sanfedismo, Vandea, auto da fe’, battaglia di Lepanto, crociate, come se la fede fosse qualcosa da imporre con la violenza e non presupponesse degli uomini liberi. Si può prendere una tessera per opportunismo, ma la risposta alla Parola di Dio è possibile solo nella libera interiore adesione di una coscienza che sappia liberarsi di ogni condizionamento. L’integralismo è qualcosa che nega l’uomo e con l’uomo Dio stesso. E’ l’integralismo che ammazza Rabin e taglia la gola ai marinai innocenti.
La stessa riesumazione di Pio IX mi ha indignato. Dirò che sono più devoto, pur essendo credente in Cristo con tutto me stesso, anche con quello che sta scrivendo, di Monti e Tognetti, martiri liberali un po’ troppo bombaroli, piuttosto che di qualche Beato che ha tagliato loro la testa con la ghigliottina, orrore ereditato dalla Rivoluzione francese.
5. Secessionista. A parte il fatto che l’improvvisa conversione al cristianesimo-identità nazionale xenofoba e coranofobica dei pagani che adoravano il dio Eridano è poco credibile, Fini è tornato a prendere il caffè con Bossi e ha dimenticato le bandiere tricolori bruciacchiate e Roma ladrona e via discorrendo.
Passi per lo stomaco del grande capo, che ha digerito i Berluskaz e i Berluskaiser e le accuse di mafioso e tutto il resto: ma come può sopportare l’erede, sia pure tiepido e abbeverato all’acqua di Fiuggi, del nazionalismo dell’Impero sui colli fatali di Roma, che chi brucia il simbolo più sacro dell’unità nazionale possa essere un alleato credibile?
O per raccattare voti può passare tutto e il contrario di tutto?
Caro don Bombardelli, lo conosce il proverbio "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei"? Professo il massimo rispetto; ma io, credente dal mattino alla sera e anche la notte quando non riesco a dormire, credo che Cristo sia Salvatore degli uomini piuttosto che dei princìpi (i difensori dei princìpi ai suoi tempi erano i Farisei che l’hanno condannato a morte ); e pur riconoscendo tutti i miei limiti, difetti e peccati, non accetterei mai la sua guida spirituale. Con tanto affetto in Cristo, una pecorella che non fa parte del suo gregge.