Condottieri virtuali a convegno
Cento fanatici di un videogioco (“Age of Empires”) s’incontrano a Castrocaro. E fra loro, il vostro cronista...
"E’ vero, ce ne rendiamo conto: siamo un po’ ammalati. Ma ci va bene così." "Beh, se ve ne rendete conto..." Era uno scambio di battute tra gli ospiti e il personale dell’albergo: che pur ne aveva viste tante, ma era una novità quel centinaio di persone, di ogni parte d’Italia, di età diversissime, abbarbicate al computer 24 ore su 24.
Il dentista, il professionista con Mercedes, il ragazzino accompagnato dalla nonna, lo studente universitario, il distinto sessantenne arrivato dalla Sicilia: un’umanità variegata all’inverosimile, tutti convenuti in un alberghetto di Castrocaro Terme, accomunati da un’unica passione, il videogioco. Anzi, un videogioco: per la cronaca "Age of Empires" (L’età degli imperi), un gioco strategico di cui diamo maggiori notizie nella scheda.
Per i profani è infantile e vagamente misterioso il mondo dei videogiochi. Eppure è ormai la maggior industria culturale mondiale, ha già superato nel fatturato l’industria cinematografica di Hollywood (e al cinema il biglietto devi pagarlo, il videogioco, in almeno un caso su due, lo copi abusivamente). Per dare qualche cifra: se ci si collega su Internet, si trovano, a qualsiasi ora del giorno e della notte, diverse migliaia di giocatori che da ogni angolo della terra si sfidano a "Age of Empires": alla mattina soprattutto giapponesi e coreani, al pomeriggio indiani e pakistani, la sera europei, e verso mezzanotte arrivano gli americani... E questo è solo il sito ufficiale, la Microsoft Gaming Zone: poi ci sono le partite tra amici, i siti e tornei nazionali e altro ancora. E poi tutti gli altri giochi: gli altri strategici, gli sparatutto e i giochi di lotta, i simulatori di guida (moto, macchina, aereo, Tir ecc) con relative gare, i giochi di ruolo, i simulatori di giochi sportivi (calcio e tennis soprattutto).
"Simulatori", parola rivelatrice: si simula, si vive cioè una realtà fittizia. Si ha l’emozione di guidare un carro armato, o essere un principe guerriero in una terra di draghi, o un campione di karate. Oppure, come in "Age of Empires", un capopopolo, un leader di una piccola comunità, che dovrà evolverla trasformandola in un impero.
"Capita anche a voi, vero? - rivela il trentenne di Napoli - Stai attaccato al computer per ore; poi, finita la partita, senti all’improvviso, improcrastinabili, i bisogni fisiologici - bere, urinare.. - che un attimo prima assolutamente non sentivi. Eri troppo immerso nella competizione, nell’altra realtà."
"Il gioco ha cambiato le mie abitudini - racconta l’imprenditore di Bergamo - La sera niente più cinema, niente Tv. Mia moglie aveva cominciato a lamentarsi. La ho coinvolta nel gioco: adesso abbiamo due computer con due collegamenti Internet. E, come voi sapete, lei è più forte di me."
Il raduno a questo serviva: far conoscere, nella realtà, i compagni virtuali. "Ma Stefy, sei tutto qui?" - hanno detto al numero due della classifica italiana, feroce condottiero virtuale, esile e gentile nella realtà. E così Ivan, terribile on line, ragazzino grassottello dal vivo; e Dad, sempre così disponibile in rete, e che poi lo vedi e sembra un orco, 55 anni e120 chili, il viso devastato da cicatrici e pustole, e invece è il fisico che mente, lui è proprio gentile, ironico, saggio.
Poi ci si confronta. "Nella mia vita ho sempre pensato di essere molto intelligente - sono costretto a rivelare, tra il serio e il faceto - Il gioco mi ha messo in crisi: perchè sono decisamente scarso, oltre un certo livello proprio non ci arrivo."
"E’ un tipo particolare di intelligenza che ci viene richiesta - spiegano in tanti – Non la profondità, ma la capacità di ragionare contemporaneamente su cose diverse: condurre una battaglia, e allo stesso tempo fare andare avanti l’economia, ricordarti che hai i cavalieri in marcia contro un castello, i cavatori d’oro in attesa, le catapulte che devono essere protette dai lancieri, la rotta delle navi mercantili diventata insicura..." E così c’è chi regge mentalmente e domina le tante diverse situazioni, e chi non ce la fa, e gestisce poche cose, o ne gestisce tante ma malamente: e le sue truppe vengono massacrate, e l’economia gli va a rotoli.
E nel raduno li vedi dal vivo i più bravi. Era allestito uno stanzone dell’albergo, con una trentina di computer in rete, più altri sei-sette in una saletta attigua: tutti costantemente occupati nell’arco delle 24 ore, con i giocatori a fare i turni, chi alla postazione a giocare, gli altri dietro, a guardare e commentare. E così si distinguono subito i mediocri, incollati al monitor, il mouse utilizzato freneticamente per gestire al meglio un gruppetto di abitanti o di armigeri; e i campioni, rilassati, distanti dal monitor per controllare con un’occhiata l’intero schermo, in testa la visione generale della partita, la mano destra sul mouse che si muove come una libellula, a disegnare arabeschi sfiorando appena il tappetino, la mano sinistra sulla tastiera, a comporre sui tasti con dita da pianista strani codici personalizzati (doppio SHIFT + E: addestra dieci alabardieri e mandali in campo contro i paladini nella battaglia nel bosco; doppio click SHIFT Ctrl 3, Ctrl 3, click: raduna i guerrieri con spadone che si sono sparpagliati, e fagli proteggere le catapulte; ALT 5 P SHIFT click, SHIFT click, SHIFT click, click: pattuglia con le navi incendiarie la riva dell’isola dei nemici, e distruggi ogni porto che tentino di costruire). "Sono qua anche per imparare - si confidano i mediocri - Ma è dura!"