Da S. Michele, per un’agricoltura “certificata”
La "garanzia di qualità", dall'industria all'agricoltura.
Nel prossimo futuro anche l'Istituto Agrario di San Michele dovrà stringere la cinghia. La Provincia, per i prossimi tre anni, ha infatti messo a disposizione dell'Istituto risorse minori rispetto al passato. E il bilancio pluriennale presentato dal presidente Gius passerà dai circa 30 miliardi previsti per il 1999 ai 25 dell'esercizio finanziario del 2001. Ciononostante, assicurano all'Istituto, l'attività scolastica, di formazione, sperimentazione e ricerca non dovrebbero risentirne. L'Istituto si darà da fare per reperire nuove risorse attivando progetti e convenzioni con soggetti pubblici e privati nell'ambito dell'attività del centro scolastico e del centro sperimentale.
Una delle attività che potrebbe dare sostanza alle speranze del consiglio di amministrazione sta per decollare. Si tratta dell'Agenzia per la Garanzia della Qualità in Agricoltura, per il cui funzionamento nel bilancio sono stati stanziati 465 milioni. L'Agenzia sta per essere accreditata presso gli appositi organismi nazionali ed è probabile che nel corso del '99 possa entrare in piena attività, rilasciando i primi certificati di qualità a favore delle aziende agricole che accetteranno di sottoporsi all'esame dei verificatori dell'Agenzia. I sistemi di qualità aziendale (le norme I.S.O. 9000) sono già diffusi nel settore industriale e rappresentano un buon biglietto da visita, sul piano commerciale.
La certificazione viene svolta da un ente terzo ed indipendente, accreditato a livello nazionale o internazionale e con essa si garantisce la conformità di un prodotto o di un processo produttivo ad un sistema di norme che possono essere obbligatorie o volontarie. La validità della certificazione viene rinnovata periodicamente a seguito di verifiche dell'Agenzia per la Garanzia della Qualità. Anche il settore agricolo pare ora essere maturo per questa esperienza, si tratta di capire, come ha affermato il presidente dell'Istituto, fin dove ci si potrà spingere nel mutuare dal settore industriale certe metodologie organizzative. La Pat ha deciso con un'apposita legge che l'Agenzia Provinciale per la Garanzia della Qualità in Agricoltura trovi sede presso l'Istituto Agrario di S.Michele. Spetterà all'Agenzia verificare la qualità dei prodotti agro-alimentari trentini (ma non solo, si spera). Per qualità si intende la rispondenza del prodotto alle esigenze del consumatore ed è la sommatoria delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche (sapore, profumo eco.) che a loro volta derivano dalle modalità di coltivazione o produzione, dalla successiva trasformazione, lavorazione, confezionamento, conservazione e così via fino a giungere sulle nostre tavole. E il sistema di qualità aziendale è l'insieme delle attività messe in campo dall'azienda (nel nostro caso agricola o di allevamento) per raggiungere l'obiettivo della qualità del prodotto. Il sistema di qualità cura in sostanza la definizione di una struttura organizzativa necessaria per ottimizzare tempi e metodi produttivi. Sono le norme internazionali ISO 9000 quelle che definiscono le regole a cui attenersi per raggiungere e mantenere attivo il sistema di qualità aziendale. Regole non obbligatorie, che non dettano cosa bisogna fare ma definiscono un metodo di lavoro, una procedura scritta nella quale risultano invece precisate competenze e responsabilità nelle singole fasi produttive e organizzative. In Italia le agenzie fanno riferimento all'Associazione Nazionale Garanzia di Qualità che, alla fine di novembre, ha patrocinato un convegno al quale hanno partecipato le aziende trentine che già hanno ottenuto la certificazione ISO 9000. Nell'incontro sono state date indicazioni sui futuri scenari. Ormai si parla di sistemi gestionali integrati all'interno dei quali, oltre alla qualità, devono trovare spazio la sicurezza e il rispetto dell'ambiente. "Le imprese dovranno capire " - ha detto l'ing. Montebelli segretario dell'Associazione Nazionale delle Agenzie per la Gestione della Qualità - che una specie di egoismo positivi, in apparenza inutilmente altruista comporterà alla fine un miglioramento del futuro delle aziende".
Attualmente, a livello di qualità, nell'ambito dell'agricoltura provinciale, sono in vigore i cosiddetti protocolli d'intesa, cioè l'impegno sottoscritto tra le diverse parti sociali (associazioni dei produttori, rappresentanze sindacali, ente pubblico) teso a rispettare alcuni comportamenti durante la stagione produttiva, come il divieto di usare certi prodotti chimici. Il rispetto dei disciplinari attribuisce ai produttori la possibilità di utilizzare un marchio di qualità (ad esempio, "Dal Trentino naturalmente "). Il sistema dei protocolli comincia però a mostrare qualche crepa ed è chiaro che la certificazione garantita da un'agenzia esterna è ben più credibile di un'autoregolamentazione come sono i protocolli d'intesa. "E in ogni caso - dice Gianni Bazzanella, direttore dell'Agenzia provinciale - la certificazione è la naturale evoluzione dei protocolli d'intesa. Va poi sfatata la tesi di chi sostiene che l'introduzione in agricoltura dei sistemi di qualità aziendale possa portare ad una sorta di appiattimento produttivo: i sistemi di qualità vengono personalizzati e si limitano ad introdurre criteri di efficacia nel processo produttivo".