Il terremoto?dentro la SVP
Lo scandalo SAD e lo scontro dentro la Svp.
Dal 17 marzo, giorno della presentazione del libro “Freunde im Edelweiss” (Amici nella Stella Alpina - è il saluto con cui si aprono le riunioni della direzione della Svp), in Sudtirolo non si parla d’altro. In 150.000 hanno cliccato il video della conferenza stampa, i cui contenuti hanno provocato un’ondata di indignazione popolare, a partire dalla base. Due giornalisti e scrittori, Christoph Franceschini (salto.bz) e Arthur Oberhofer (Neue Südtiroler Tageszeitung) sono i due autori che raccontano la storia di un bando da un miliardo per il servizio locale dei trasporti, del padrone di una società di autobus storica, di come una cordata interna al partito, ostile al presidente eletto, ha cercato di influenzare la formazione della giunta e le sue decisioni, e ha trasformato il partito in un “covo di vipere”. Obiettivo: decidere la politica e soprattutto la spesa della giunta a favore di un interesse privato. I nomi sono di primo piano e si tratta di tantissimi soldi.
Ho letto per molte ore gran parte delle 483 pagine, che reggono il confronto con il più emozionante dei thriller. Ma, anche se ha un - provvisorio - lieto fine, la lettura lascia l'amaro in bocca e dà un senso di vertigine, per il linguaggio grossolano e pieno di odio, l’avidità dei protagonisti, il disinteresse verso il bene della popolazione, da parte di chi è deputato a difenderne i diritti. I protagonisti, esponenti della Svp, definiscono un assessore non vicino alla loro cerchia come “lurido e vomitevole”, e il presidente “un cretino”. Nelle telefonate, accuratamente selezionate, anche con l’aiuto di un team di avvocati per eliminare ogni riferimento privato, si sente una mancanza di rispetto che è raro sentire nella vita normale. Sono questi che ci governano, a cui sono affidati il benessere e la vita di tutti noi?
Della cordata fa parte Luis Durnwalder, il vecchio ex presidente che non è riuscito a trovare qualcosa di bello da fare nell’ultima fase della sua vita e si impegna come lobbista contro il suo successore e contro l’interesse pubblico, per 90.000 euro al mese, si legge, e cerca aiuto nell’opposizione di estrema destra per raggiungere i suoi obiettivi.
Nonostante i giornali e le radio di Athesia non abbiano scritto una parola sul contenuto, dando spazio solo alle velate (o aperte) minacce agli autori per impedirne la pubblicazione, il libro è andato a ruba. E sui pochi mass media liberi (salto.bz, Tageszeitung e in parte anche la Rai Südtirol) un fiume di persone chiama e scrive.
Tutto è cominciato diversi mesi fa, quando gli autori hanno ricevuto una busta anonima che conteneva uno stick-USB: dentro c’erano 6.000 pagine di documenti e atti giudiziari e 500 ore di intercettazioni di telefonate, oltre a foto e chat di whatsapp. Si tratta degli atti di indagine e giudiziari sul cosiddetto scandalo SAD. La relazione finale degli investigatori era stata mandata già a diversi giornalisti qualche mese prima. La procura di Bolzano aveva indagato dal settembre 2018 all’aprile 2019 almeno 15 utenze telefoniche e una dozzina di persone, imprenditori, politici ed ex-politici e funzionari coinvolti. Dopo la conclusione formale delle indagini e la comunicazione agli interessati, gli atti non sono accessibili, ma la loro pubblicazione, se il materiale è di interesse pubblico, non è illegale. I due giornalisti, che si conoscevano bene, hanno deciso di unirsi e di affrontare insieme un materiale tanto enorme. In realtà le intercettazioni erano già note a diversi nella Svp, certamente al Kompatscher, che nel suo discorso di fine anno aveva sorpreso tutti dicendo che avrebbe decise se ricandidarsi per la sua terza legislatura, solo se nel partito si fosse fatta chiarezza sulla vicenda SAD.
Il libro racconta la storia complessa e antica della Società di trasporto locale, autobus e treni, in cui il privato e il pubblico si sono sempre intrecciati in modo apparentemente virtuoso, ma dove il pubblico pagava senza averne il controllo e il privato si arricchiva. Nei lunghi anni della Dc questo rimase sempre un ambito di responsabilità dei politici italiani, e comunque il risultato fu un sistema molto efficiente nella mobilità locale.
Però non trasparente. A un certo punto, la Svp si accorse che si tratta di un settore importante in cui girano molti soldi e quindi introdusse suoi funzionari o affiliati. Le cose continuarono però più o meno come prima. Kompatscher, successore di Durnwalder, vuole introdurre più trasparenza e nel 2015 fa approvare una legge che ristabilisce i ruoli fra pubblico e privato. Ciò provoca una reazione rabbiosa da parte del nuovo presidente della SAD, Ingemar Gatterer, giovane imprenditore originario dello stesso paese della Val Pusteria dell’ex presidente Durnwalder e da lui protetto, che contando su moltissimo denaro, di cui gli autori non sono riusciti a trovare l’origine, ha comprato in poco tempo diverse piccole imprese di trasporto locale e poi le azioni della SAD e delle società affiliate. Conta su un quasi monopolio andato avanti per decenni. La giunta provinciale procede, il settore viene riorganizzato, nonostante le pressioni di SAD che in varie turbolente fasi denuncia la giunta provinciale, minaccia ritorsioni e si fa appoggiare da persone interne alla giunta e alla Svp. Infine le linee urbane delle due maggiori città vengono affidate alla SASA, e per le altre si fa un bando in 10 lotti. Nessuna impresa di trasporti può vincerne più di tre, per garantire una maggiore partecipazione delle piccole imprese e una migliore concorrenza. Il consiglio provinciale approva anche una società In-house. “Non si poteva andare avanti così. Le lamentele dei passeggeri, i numerosi scioperi degli autisti, i processi contro la Provincia, le minacce. Abbiamo a lungo riflettuto se non fosse meglio portare i trasporti pubblici in mani pubbliche”, dichiara un esponente della Svp, che un anno e mezzo prima era contraria. Il risultato è una forte diminuzione della spesa e un miglioramento del servizio.
Le intercettazioni testimoniano come i complottisti del partito favoriscono il padrone della SAD e la sua lotta feroce per impedire il rinnovamento. L’avidità, la sensazione di avere molti politici ed ex politici del partito dalla sua parte, ha fatto sì che la SAD non sia riuscita a vincere nessun lotto. Il cerchio anti Kompatscher ha cercato, forse riuscendovi. a cambiare la composizione della giunta dopo le elezioni del 2018, influenzando la scelta sull’assessore della Lega e discreditando poi alcuni assessori vicini al presidente. Non erano riusciti a far “saltare” Kompatscher nonostante la campagna forsennata del Dolomiten contro di lui e a favore del segretario Achammer: il giorno dopo le elezioni, un alto funzionario del partito coinvolto nella cordata, deve spiegare al capo della SAD deluso che la Svp ha perso voti, mentre Kompatscher i suoi li ha mantenuti. E quindi, spiega all’imprenditore impaziente, Kompatscher ha avuto 70.000 preferenze e Achammer 30.000, “che inoltre manca anche di esperienza e di spessore”.
Cambierà qualcosa?
Il segretario politico è chiamato ora a fare ciò che non ha fatto: chiarezza e pulizia. Ma lo farà? Due giorni dopo la presentazione del libro, a Rai Südtirol in “Pro und Kontra”, una trasmissione che vede di solito due persone che si confrontano con un giornalista-arbitro, e invece c’era solo lui con il giornalista, ha dichiarato che sono “chiacchiere al telefono”.
Cambierà idea ora che i segretari locali e i sindaci gli hanno spiegato che la gente non vuole rinnovare la tessera del partito? La presidente del Consiglio provinciale ha indetto per il 4 aprile una seduta straordinaria: ha capito che non si tratta di una faccenda interna alla Svp; ciò che è successo riguarda tutti i cittadini, che chiedono come sia possibile che la giunta vada avanti in queste condizioni. La stampa intanto si esercita con tentativi di distrazione avvelenati, come le accuse a Kompatscher di avere preso soldi da imprenditori, (fra cui Benko) per la campagna elettorale, mentre il responsabile della gestione dei soldi era Thomas Widmann. Il Dolomiten fa una pagina con uno scoop sul colpevole di avere spedito la documentazione, indicato nel vice Obmann Karl Zeller con cui ha una vecchia ruggine.
Sull’Alto Adige, giornale di Athesia, una settimana dopo la presentazione del libro viene pubblicata una breve lettera: “Gentile direttore, sono trascorsi tre giorni dall’uscita del libro “Freunde im Edelweiss”… Come mai il giornale che lei dirige non ha scritto ancora nulla? Come abbonata mi aspetto un bel servizio approfondito e dettagliato su questa vicenda” .
Il direttore risponde: “Grazie per la sua domanda piccantina. Per risponderle serve ovviamente più di una riga…Come avrà visto ci stiamo da giorni occupando della vicenda. Cercando di districarci fra veleni, carte che vengono fornite con grande attenzione da chi ha molti interessi in questa vicenda, notizie tutte da confermare e dunque tutte da verificare. In quanto al libro, non fatico a dirle che noi non scriviamo praticamente mai di libri in lingua tedesca. Nello specifico posso ovviamente sbagliare, ritengo poi che in quel libro vi siano fra l’altro molte rivelazione tutte da dimostrare e a rischio querela per chi le cita”. Continua così per due colonne, confusamente, e conclude: “Cercheremo comunque di approfondire ancora la cosa, senza confondere la politica (con le sue perversioni) con aspetti penali che sembrano davvero non esserci”. (25 marzo, p. 14).
È agghiacciante sentire che su un giornale pubblicato in Alto Adige per principio non si scrive mai di libri in lingua tedesca. Sembra di essere negli anni '50.
E quando fra qualche giorno (da quando scrivo) ci sarà il dibattito in Consiglio provinciale, riuscirà a non scrivere niente? Per chi vive in Sudtirolo non conoscere la politica locale è una grave menomazione. L’informazione è importante ovunque per la democrazia, ma per la convivenza pacifica è vitale.
Alcuni hanno detto o scritto che non è il primo scandalo; c’è stato quello della Sel (vedi: C. Franceschini, SELfservice, Raetia 2015, in italiano) e tutto è rimasto come prima. Altri dicono che non cambierà niente perché non esiste una vera opposizione. Thomas Widmann cerca di salvarsi, dicendosi vittima di Ingemar Gatterer. Questi risponde accusandolo di mentire.
Ma forse nessuno corre rischi: la Svp è una grande balena (o un pescecane) che non cambia mai.
La sentenza del processo ha non solo dichiarato l’innocenza di Kompatscher, ma dice anche che il presidente “ha lavorato per l’interesse pubblico”. Gli intrighi, le relazioni pericolose anche in settori della giustizia e della sicurezza, non hanno avuto successo. In questa vicenda hanno vinto i cittadini, ma chissà come andrà in futuro, si legge alla fine in “Freunde im Edelweiss”.
Lunedì 28 il presidente Kompatscher ha invitato alle dimissioni e ritirato le deleghe all’assessore alla Sanità Widmann, (grande privatizzatore). Il segretario politico Philip Achammer, chiamato a gran voce a fare pulizia, ha dato un colpo al cerchio e un colpo alla botte, invitando alle dimissioni un funzionario di partito effettivamente coinvolto, ma anche il proprio vice Karl Zeller, accusato da Athesia di essere la fonte delle notizie. Un modo per far andare avanti la fake new delle due fazioni. Nella Svp sembra aprirsi una fase di scontro aperto. Purtroppo le informazioni sono sempre orientate da un potere mediatico fortemente squilibrato.