Crisi Svp: tutto come prima?
Lo scandalo non porta aria nuova. E le opposizioni latitano.
La Svp cerca di serrare le fila, dopo la burrasca seguita alla pubblicazione del libro “Freunde im Edelweiss”, mentre l’ondata di indignazione non sembra fermarsi. I sindaci e i segretari locali del partito hanno imposto un immediato armistizio e il segretario politico Achammer ha dovuto infine schierarsi con il presidente Kompatscher. Almeno provvisoriamente, in attesa di cuocerlo a fuoco lento con l’aiuto della stampa. Ma delle trame di un gruppo che ha cercato di andare contro il partito e ne ha distrutto la stima in migliaia di elettori, non si intende fare niente.
“Cadono le prime teste” ha titolato il Tageszeitung. Ed è curioso, la prima testa caduta non è stata di uno dei congiurati, ma quella del capogruppo Svp in Consiglio provinciale, Gerd Lanz, reo di avere dichiarato che, dopo avere letto il libro di Franceschini e Oberhofer, non avrebbe più potuto guardare in faccia alcuni componenti del suo gruppo consiliare: gliel’hanno fatta pagare, e lui si è dimesso.
Non è stato il solo a esprimere il disgusto per quanto reso pubblico; il parlamentare Manfred Schullian ha usato toni forti: “Voglio esprimere grande dispiacere per il fatto che nel partito c’erano e ci sono strateghi e strategie messe in atto per eliminare (non c'è una parola poetica per dirlo) politicamente il Landeshauptmann, (il presidente della giunta, ndr), per impedire a un consigliere provinciale di diventare assessore e per denigrare i colleghi di partito poco graditi... Questo non è il partito in nome del quale vorrei rappresentare gli interessi di tutti i sudtirolesi a Roma e non è lo stile che vorrei vedere nei rapporti tra di noi... Non mi interessa condannare gli scivoloni verbali, anche cinici (come potrei, io stesso sono incline a commenti pungenti), ma qui è stato fatto un salto di qualità che non è più accettabile”.
Contro di lui non sono stati presi provvedimenti, né contro sindaci e sindache, segretari locali e moltissime persone che hanno hanno espresso il loro parere critico su quanto accade nel partito. La linea della stampa monopolista Athesia italiana e tedesca era ed è: i grandi nemici del partito sono coloro che hanno permesso alle notizie di uscire allo scoperto e poi la questione è ridotta a uno scontro fra due “galli nel pollaio”. La richiesta di fare chiarezza del presidente Kompatscher viene attribuita a una questione di permalosità e molti ci credono o hanno il dubbio.
La successora di Lanz, esponente della corrente degli Arbeitnehmer, i lavoratori dipendenti, ha debuttato proprio il 29 aprile con un’appassionata lode all’assessore alla Sanità. Un fatto incredibile per chi ascoltava la diretta. Sia perché la capogruppo stava per far votare l’esclusione dell’oggetto dei suoi rimpianti, ma anche perché la sanità altoatesina, a parte il marketing, fa pietà.
Non sarà solo colpa di Widmann, ma certo con lui non è migliorato per niente. Pronti soccorso da terzo mondo, 150.000 visite da recuperare, nonché migliaia di operazioni, tempi di attesa biblici, inadempienza drammatica nella cura di malattie croniche, soldi pubblici regalati a piene mani alle cliniche private, zero compensi a infermieri e medici dopo la pandemia. Lasciamo per ora da parte - ne parleremo quando ci saranno gli atti della magistratura - gli scandali degli scaldacollo del cugino dell’assessore e dei 41 milioni sperperati per mascherine distribuite a ospedali e scuole anche dopo che ne era stata certificata la grave inadeguatezza. Responsabilità, è bene dirlo, da cui la magistratura ha assolto il presidente Kompatscher (solo lui).
In questa seduta straordinaria del Consiglio provinciale del 29 aprile, che ha infine approvato la riduzione del numero dei componenti della giunta, non si è parlato di politica né da parte della maggioranza né purtroppo da parte dell’opposizione. Si trattava dell’unico modo trovato dalla Svp per liberarsi dell’assessore Widmann, il quale, dopo aver visto ritirare le proprie deleghe, si è lanciato in una campagna a proprio favore, parlando di “amputazione” di un lavoro di giunta condotto benissimo fino a quel momento. Non una parola sulle sue intercettazioni che danno l’immagine di una persona che non rispetta i principi di lealtà e onore né verso il proprio partito né verso la cittadinanza. Un personaggio che ha cercato con parenti e amici di falsificare un sondaggio fatto dal settimanale FF.
Questo aveva chiesto ai suoi lettori se erano favorevoli o contrari al “licenziamento” dell’assessore. Il sondaggio è stato oggetto di una manipolazione che ha rovesciato nel corso delle ore il risultato, da una maggioranza schiacciante di sì in una maggioranza favorevole a lui, salvo che poi se ne sono scoperti gli autori.
Se fossimo in Austria, che di recente ha avuto alcuni problemi analoghi fra cui quello del cancelliere Kurz, questa persone non potrebbero ai più mettere piede in politica. Invece Widmann ha promesso di rimanere in Consiglio e ha detto che farà il “battitore libero”. Ecco noi non siamo l'Austria: da noi si passa sopra qualsiasi cosa e dignità e onore, onestà e competenza non sono necessarie né apprezzate.
Alla fine la votazione è stata di 18 voti (maggioranza assoluta Svp più Lega), con un voto di astensione del consigliere M5S Diego Nicolini, l’unico che ha usato parole severe verso Widmann.
La cosa più impressionante per chi ha ascoltato il dibattito sono state le due ore in cui da destra a sinistra tutti e tutte si sono scatenati contro Kompatscher, con varie motivazioni ed accuse: di non avere reagito prima, di avere troppe deleghe, di essersi offeso per una questione di ipersensibilità. Qualcuno ha detto di non essere lì per coprire i problemi della Volkspartei. Non una parola sull’assessore che la Svp aveva infine deciso di allontanare, a parte qualcuno che l’ha lodato. E non una parola sulle questioni politiche della maggioranza.
I veri problemi restano fuori
Dove è rimasta la politica? Perché non si è sentito parlare di questioni importanti? Questa giunta ha da qualche anno una connotazione esplicitamente e ferocemente neoliberista, getta a piene mani denaro pubblico in iniziative private, 300 milioni per strade nuove in Pusteria per le Olimpiadi, strade anche nel PNRR, aeroporto regalato a un gruppo di milionari (sempre i soliti), perfino clinica privata a Brunico, un centro dove l’ospedale non è sovraffollato; si costruiscono solo abitazioni di lusso, niente verde o interventi per il traffico nel capoluogo e i famosi PPP, come quello di Benko per cementificare il Virgolo, la collina sopra il centro storico di Bolzano.
PPP, private public partnership cioè: il pubblico paga o garantisce (di solito significa che deve sempre pagare) e il privato incassa. Una botta di caldo aggiuntivo a spese dei cittadini su una città che d’estate è già bollente e ha metà del verde necessario.
Le opposizioni di destra e di sinistra si sono limitate a sfogare la loro comprensibile frustrazione, di fronte a un partito che ha perso il suo onore e i cui dirigenti riescono a stare insieme solo a patto di non parlarne.
Nessuno ha parlato di edilizia sociale carente (la presidente dell’ Istituto case popolari è la figlia del costruttore Tosolini), della crisi della Sanità, del braccino corto verso gli insegnanti, del traffico e dell’inquinamento pauroso, dell’ingiustizia sociale, dei ricoveri per senzatetto senza finestre o pieni di zecche, chiusi quando ancora è freddo anche a chi ha lavoro ma non ha casa; nessuno ha parlato delle bollette che tanti non riescono a pagare, mentre ogni seduta di giunta stanzia ogni settimana decine o centinaia di milioni qua e là. La Svp nella sua recente forma affaristica governerà ancora per decenni se questa è l’opposizione. Che non approfitta della crisi per mettere la giunta e i suoi partiti di maggioranza di fronte alle vere necessità della popolazione. Soprattutto quella debole, malata, povera. Invece di investire in marketing imbroglione, che mostra solo oggetti lucenti.
Kompatscher ha condiviso questa linea di politica economica. Non si capisce se per debolezza o convinzione. Ma non è questo il punto.
Certamente i suoi nemici continueranno a tramare. Già preparano la sua sostituta, lanciata dal giornale unico. Chi fa politica all’opposizione però dovrebbe concentrarsi sui contenuti e favorire la differenziazione e con questo la fine di questa pseudo democrazia, per cui dipendenti e pensionati pagano tutti i servizi, vengono angariati da una burocrazia arrogante e inefficiente e non ricevano niente in caso di bisogno.
Un esempio recente? Mentre già centinaia di famiglie a reddito fisso faticano a pagare le bollette, alte anche qui come e forse più che nel resto d’Italia anche per colpa dell’operazione megalomane che ha dato vita ad Alperia, la giunta ha stanziato 15 milioni per i produttori di latte, 300 euro per ogni vacca per compensare l’aumento del prezzo del foraggio. Solo a chi ha più di 3 capi, quindi con l’esclusione proprio dei contadini di montagna poveri, che vengono però sempre citati per giustificare una decisione che suscita indignazione. Una signora del Renon ha scritto al direttore del Tageszeitung una lettera che riassume in modo chiaro la polemica in corso: “Mi sorprende sempre come questo ramo dell’economia (l’agricoltura, ndr) riesce a venire facilmente e senza burocrazia in possesso dei soldi. Gli euro gli scivolano in tasca da ogni parte, senza che si facciano differenze o controlli. Può anche essere che ci siano alcuni contadini di montagna bisognosi. La regola tuttavia qui da noi, da molti decenni, non è più questa. Se si guarda attentamente, qui non si vede da nessuna parte un contadino che soffra la fame. Al contrario, la realtà ci mostra molti contadini che hanno 2 o più entrate. Inoltre le entrate dell’agricoltura e diverse altre entrate extra (come le ‘vacanze nel maso’) non sono sottoposte a nessuna tassa, e nemmeno all’IMI. Non è così che tutti i servizi e aiuti che l’amministrazione provinciale prevede per la generalità della popolazione negli ambiti di famiglia, sociale, salute e formazione vengono offerti anche ai contadini, o ne sono esclusi? Spero di no. Non sarebbe più giusto aiutare veramente quei contadini che senza colpa si trovino in difficoltà? È una questione di principio. Perché un lavoratore dipendente, per poter ricevere gli aiuti deve presentare un ISEE, si deve spogliare davanti allo stato e alcuni settori ricevono soldi indipendentemente dal bisogno e senza alcuna differenza?”
Qualcuno intanto propone ironicamente una medaglia al valor civile per l’ex senatore Karl Zeller, oggetto perenne della campagna anti-trasparenza di Athesia, per aver consegnato le carte dell’inchiesta giudiziaria su SAD ai due giornalisti che ne hanno fatto il libro. Lui nega, quindi non se la meriterebbe. Lo si accusa di avere anche troppe attività affaristiche, ma fa ridere sentirlo dire da chi lo accusa. Il “Sacro Tirolo”, Heiliges Land Tyrol, dovrebbe ricordare la storia evangelica della pagliuzza e della trave.