Giampiero Mattei, difensore degli ultimi
Sorridente, umano, rigoroso: l'avvocato Mattei, da redattore di QT a soli 17 anni ad avvocato degli ultimi, anche quelli brutti sporchi cattivi (e poveri).
Giampiero Mattei era stato tra i primi redattori, a soli 17 anni, del nostro giornale. Figlio di Luigi Mattei, il direttore dell’Alto Adige che ne aveva risollevato le sorti dandogli un’impronta laica e progressista, aveva trovato logico tradurre il suo slancio ideale nell’impegno in un giornale come il nostro. Preciso, generoso ed idealista, acuto nel pensiero, così era Giampiero da giovane giornalista.
Non era quella però la sua strada: studiò giurisprudenza e divenne avvocato, professione che praticò, sempre, con le medesime qualità e idealità.
Sorridente, umano, rigoroso: fu l’avvocato degli ultimi. Tutti gli ultimi, anche quelli brutti sporchi e cattivi, come gli estremisti sudtirolesi, o i maneschi anarchici roveretani (che infatti probabilmente dopo anni hanno rimesso piede in una chiesa, quella di Povo dove si svolgevano le esequie, per ricordarlo con calde parole di grandissimo riconoscimento ed affetto).
Patrocinava anche le (velleitarie?) azioni giudiziarie del Coordinamento Lavoro Porfido, di cui oggi in tanti comprendono le ragioni, ma che allora venivano regolarmente cassate dalla sufficiente indifferenza o colpevole ostilità delle istituzioni. Mattei (con il CLP) non demordeva, con disincantata, intelligente tenacia, come ci ricorda Walter Ferrari a pagina XX. Alla fine ha avuto ragione, dovremmo essergli tutti grati.
Per parte nostra ricordiamo un colloquio avuto quando, studiando il caso del pestaggio dell’operaio cinese Hu Xupai, avevamo riscontrato l’opacità della condotta dei Carabinieri di Albiano (vedi "Infiltrazioni mafiose in Trentino"). Dei legali ci avevano detto di lasciar perdere: “I Cc, sono un’entità corporativa, correte il rischio che ve la facciano pagare”. Chiedemmo un consiglio a Giampiero.
“Effettivamente questo rischio c’è” rispose.
“E allora, tu cosa consigli?”
“Voi, cosa pensate?”
“Pensiamo di andare avanti”.
“Bene, così si fa”.
E non era un armiamoci e partite. Anche lui, pur con fare pacato, era sempre, con intelligenza, andato avanti.
Ci ha lasciato un’ottima persona.