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Libertà per gli orsi

Campagna Stop Casteller

Dopo la pubblicazione del video che per la prima volta ha mostrato le condizioni degli orsi rinchiusi in gabbie di acciaio e cemento nella struttura del Casteller a Trento, Brigitte Bardot nei giorni scorsi ha proposto al presidente della Provincia Maurizio Fugatti di risolvere la questione con il trasferimento di tutti e tre gli orsi in una ulteriore struttura detentiva in Bulgaria.

La struttura in questione, definita “parco orsi”, è la Vier Pfoten Dancing Bears park Belitsa, cogestita dalla Fondazione Bardot e accoglie gli orsi “ballerini” (orsi catturati da cuccioli e addestrati a “ballare” con metodi crudeli per l’intrattenimento umano) provenienti da Bulgaria, Serbia ed Albania.

La Bardot, sicuramente animata da buoni sentimenti, fa eco ad un’analoga proposta avanzata a fine gennaio dal leghista Maturi che aveva gettato fumo negli occhi degli elettori millantando di aver trovato una soluzione alla questione orsi là dove altri avevano fallito, ovvero la deportazione di uno dei tre malcapitati prigionieri del Casteller presso il Parco “Millions of Friends in Romania”.

Ma questa non è una soluzione né a breve né a lungo termine. Festeggiando in modo isterico questa ipotetica soluzione che rimbalza sui quotidiani, si perdono di vista due fatti fondamentali: il primo è che svuotare le gabbie del Casteller servirebbe soltanto a renderle prontamente disponibili per le altre tre catture che, secondo la relazione del carabinieri del CITES, sono previste dalla giunta Fugatti a primavera, con tanto di ordinanze già firmate, riportandoci in breve tempo al punto di partenza; il secondo è l’insensatezza di traslocare altrove uno o più orsi, provocando ulteriori danni agli animali in questione, sottoponendoli a nuove telenarcosi, nuovi traumi, imponendo loro nuove convivenze forzate e un lunghissimo viaggio per essere rinchiusi, nuovamente, in un recinto di poco più grande di quello disponibile al Casteller alla fine dei lavori in corso.

Il trasferimento sarebbe quindi niente altro che una sconfitta su tutta la linea per ogni ipotesi di convivenza pacifica tra gli orsi trentini e la PAT e non risolverebbe in alcun modo la situazione drammatica degli orsi oggi rinchiusi e neppure quella degli orsi che devono ancora nascere e che abiteranno il Trentino in futuro.

Ricordiamo inoltre che l’adattamento al vivere in uno spazio recintato di un “orso ballerino” sfruttato fin dalla nascita per attività circensi, che cresce con l’uomo, in spazi minuscoli, viaggia su camion, vive legato ad una catena di pochi metri, è molto diversa dalla sofferenza che prova un orso nato e vissuto libero che viene improvvisamente strappato alla sua vita e recluso in un recinto.

Chiediamo quindi ai cittadini di non salutare con gioia queste proposte insensate, che fanno solamente il gioco dell’assessore Zanotelli e del presidente Fugatti, ai quali degli orsi non interessa e non è mai interessato nulla (ricordiamo con amarezza il banchetto a base di carne d’orso da lui organizzato). E chiediamo a Brigitte Bardot di documentarsi meglio sulla questione e di ritirare la sua proposta. Il nostro compito non è ottenere delle condizioni di prigionia migliori, né difendere solo gli orsi già detenuti, ma anche proteggere gli orsi attualmente liberi da future catture e garantire la loro esistenza libera, la vita cui hanno diritto. Le misure per una convivenza esistono, basta applicarle. E sono anche molto meno costose. Per questo il 20 marzo saremo a Trento, per chiedere niente altro che la libertà per gli orsi.

Il quadro è davvero atroce, il boccone amaro, la ricetta evidente: mettete assieme la giunta di Fugatti, con un cacciatore eletto a presidente del Parco Adamello-Brenta, aggiungete un ente governativo come Ispra che sostiene gli abbattimenti, condite con gli interessi a lauti rimborsi da parte degli allevatori, il turismo aggressivo di massa e l’infondato allarmismo su atroci “aggressioni” ursine rilanciato e ingigantito dai media, e ne emerge un perfetto piano di sterminio degli orsi.

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