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Il voto in Sud Tirolo

Fra conferme e sorprese. Due costanti: il calo della Lega e poche donne.

Il primo conteggio è stato per il referendum sulla riforma costituzionale che ha ridotto il numero dei parlamentari. I sudtirolesi hanno votato all’80 per cento a favore del Sì. Forse non tanti hanno scelto ascoltando Gustavo Zagrebelsky, Lorenza Carlassarre e Valerio Onida (che sono in queste materie i miei punti di riferimento in scienza e coscienza). Ma tanti hanno confrontato il numero dei politici italiani con quello dei vicini austriaci (183) e degli svizzeri (200). E si sono chiesti perché quasi tutti i parlamentari avevano votato 4 volte per la riforma e ora chiedevano ai cittadini di votare contro quello che loro stessi avevano approvato.

Per le elezioni comunali, cominciamo da Laives, 18.000 abitanti, tante associazioni sociali e sportive, tradizionalmente mistilingue, cresciuta negli ultimi decenni allargando ad altre etnie il mescolamento tradizionale italiano-tedesco. Qui il sindaco Christian Bianchi, che ha amministrato nella scorsa legislatura con Svp e Movimento 5 Stelle, è stato trionfalmente confermato al primo turno, appoggiato da Lega e Fratelli d’Italia, triplicando la sua lista personale. Avendo eletto anche una consigliera di lingua tedesca, potrebbe fare a meno del voto della Svp. Tuttavia il sindaco ha dichiarato che “per gratitudine verso la buona collaborazione con il vicesindaco”, rifarà la stessa coalizione. Non crede che la Svp si opporrà perché FdI fa parte della coalizione: ciò che è tabù a Merano e Bolzano è ammesso in Bassa Atesina. A Bronzolo c’è la stessa configurazione con una sindaca.

La Svp a Laives ha perso voti, ma in totale ha 101 comuni su 116, 42 nuovi e 69 riconfermati. In 40 c’era solo una lista, e qui si trova il maggior numero di schede annullate, con una media del 30 per cento. In mancanza di alternative, elettori ed elettrici non hanno disertato le urne, ma hanno lasciato un segno di protesta.

A Falzes, il paese di Durnwalder, la Svp ha eletto sindaco Roland Tinkhauser, ex consigliere provinciale dei Freiheitlichen, e una lista civica si è presentata per la prima volta e ha avuto il 46% dei consensi.

Della Svp, fra la sorpresa generale, è il nuovo sindaco di Vadena, il primo dal dopoguerra di lingua tedesca in un comune in grande maggioranza italiano, risultato dei litigi fra due aspiranti sindaci. Il segretario della Svp è corso ad abbracciarlo, entrambi senza mascherina. “Krah”, il corvo del Dolomiten, questa volta non ha aperto il becco. A Salorno il sindaco Svp è stato votato da entrambi i gruppi linguistici, che collaborano come hanno sempre fatto.

La civica di Appiano ha rieletto il sindaco Trettl con il 62,5%, e anche la lista ambientalista di opposizione Pro Eppan ha avuto una forte crescita. Altre liste civiche hanno conquistato Vipiteno, Ora, Rodengo, Ponte Gardena, Ortisei e altre località ladine, e hanno ottenuto buoni risultati in molti altri comuni, avendo come obiettivo quello di offrire un’alternativa vicina ai cittadini. A San Candido però l’unica sindaca della Val Pusteria, è stata sconfitta dalla Svp.

Christian Bianchi

In Pusteria e in Badia non c’è neppure una donna che ricopre questo ruolo. Le sindache di Ultimo e di Chiusa sono state sostituite da uomini. In tutto il Sudtirolo la Svp ha 12 sindache. Gli altri partiti non sono meglio. Nei dibattiti in Tv e sui giornali si vedono solo uomini.

Nelle elezioni comunali il voto ha premiato o punito spesso le persone: 9 sindaci sono stati bocciati. Non è niente male. Come è una bella cosa che le destre estreme abbiano perso: quella tedesca non si è ancora ripresa dal disastro del 2018, e nel Consiglio comunale di Bolzano non ci sono più i tre di Casapound. Dopo la disfatta, offrono al candidato sindaco di centro destra il loro sostegno, e lui risponde, ambiguo, che avrebbero fatto meglio a non candidarsi, così forse avrebbe vinto. Invece primo è arrivato a sorpresa Caramaschi. Sostenuto dal Pd (in calo di due seggi), dai Verdi (un seggio in più), dalla Sinistra unita, dalla sua stessa lista che raddoppia, ha ora 16 seggi, esattamente come il principale contendente. Zanin, oltre alla sua lista che ha fatto 5 eletti, era appoggiato da Lega e Fratelli d’Italia e Forza Italia, ed è ora molto deluso: le previsioni erano di vittoria almeno al primo turno. Ma la Lega è crollata: 13,2 %, non il 30 delle europee né il 28 delle provinciali. Scontento anche il vicesindaco Svp, che alla testa della sua lista ha perso un quarto dei voti, probabilmente andati a Caramaschi, per timore della destra di F.I.

Mentre a Merano si macerano nella sconfitta, la Svp di Bolzano ci ha messo solo tre giorni per decidere all’unanimità di appoggiare Caramaschi. Il concorrente ha reagito male. La motivazione del partito etnico è l’impossibilità di mettersi insieme con partiti così distanti dai suoi valori. Forse hanno pensato anche a Casapound, quando il candidato sindaco della destra ripeteva che “non avrebbe escluso nessuno”. Nel nuovo consiglio comunale di Bolzano non saranno più rappresentati i 5Stelle, che avevano 6 eletti. Le stelle hanno cominciato a cadere già quando Paul Köllensperger è uscito dal partito, fondando poi Team K. Ma anche quando nelle proposte è venuta a mancare l’interetnicità. E poi certo anche l’accanimento dei mass-media verso tutto ciò che fanno, anche se buono.

Il vincitore al secondo turno verrà deciso in parte anche dagli elettori della lista Io sto con Bolzano di Gennaccaro, assessore uscente, che con lo slogan “Né a destra né a sinistra, con Bolzano”, ha avuto un buon successo e ha fatto eleggere una donna e due nuovi cittadini, di origine migrante, entrambi con moltissime preferenze. Per il ballottaggio non dà indicazioni, volendo essere comunque l’ago della bilancia, anche se stavolta con i 7 voti della Svp i suoi voti non sono strettamente necessari.

In Consiglio sono entrati altri due nuovi cittadini con background migratorio, uno nella Lega e uno in Fratelli d’Italia. È bello che i nuovi cittadini immigrati (ma uno è nato qui) si impegnino in politica. Peccato che questi siano solo uomini. Le donne, immigrate o no, rimangono fuori, a Bolzano sono solo il 22%, 10 su 45. Le donne lavorano molte ore più dei maschi dentro e fuori casa, ma non partecipano alla decisione su come si spendono i soldi delle loro tasse né su come si soddisfano i loro bisogni. La vicinanza con paesi civili non riesce a cambiare questa grave pecca della realtà sociale sudtirolese.

Renzo Caramaschi

A Merano, il sindaco uscente, appoggiato da Verdi, Team K e Sinistra ecosociale, ha avuto un grande successo. Clamoroso è che al ballottaggio non andrà la Svp, ma un candidato sindaco italiano, appoggiato da due liste civiche, La Civica e Alleanza per Merano. La Svp meranese è sotto shock e parla di “disfatta” e di “terremoto”. Paul Rösch guida una compagine interetnica e ambientalista. Ne faceva parte anche la Svp, che per tutta la legislatura l’ha attaccato, anche sulle cose che erano state decise insieme. Scegliere un italiano per la Svp però non è facile, ma neppure un tedesco, visto che la Svp ha la pretesa di essere l’unica rappresentante di tutti i sudtirolesi tedeschi, benché questo sia ormai da tempo piuttosto lontano dalla realtà. Il segretario locale ammette di avere contato sulla crescita di Lega e Fratelli d’Italia, ma la Lega ha dimezzato i suoi voti. La discussione all’interno del partito ha visto una dura contrapposizione fra due parti: quella il cui primo scopo è far fuori Rösch e l’altra che condivide molte sue iniziative in materia di traffico, ambiente e cultura. Alla fine si è deciso di non dare indicazioni. Il partito etnico conta di poter comunque dettare le condizioni dopo il secondo turno, chiunque vinca. Contribuisce a questa scelta il timore che l’elettorato non segua le indicazioni del partito. Rösch è un sindaco molto amato e stimato e Merano nella sua sindacatura è visibilmente migliorata. Ancora indeciso è il Pd locale, che sembra tentato da una scelta etnica (italiana), almeno secondo le dichiarazioni della candidata sindaca (5,4%). Si vedrà il 4 ottobre.

A Brunico e a Bressanone sono stati confermati i sindaci uscenti, il primo civico e il secondo Svp. In entrambi i comuni il secondo gruppo consiliare per numero di eletti, davanti ai Verdi, che pure sono andati bene dappertutto, è quello di TeamK, che ha proposto candidati competenti, ma il risultato non ha corrisposto alle aspettative, lontano da quello delle provinciali del 2018. Fatto positivo: il lock-down ha fatto riflettere e ha reso più importante la coesione sociale e il bisogno di semplificazione: le liste personali sono state spesso punite.

Paul Rösch

E ora, (quasi) finita la buriana delle elezioni con le grandi promesse, tutto ricomincia come prima. L’Accademia Europea ha prodotto uno studio sulla mancanza di alberi nelle città; mancano abitazioni per la gente; la sanità pubblica è allo sfascio. Ma sono solo problemi della gente. Non della politica, né di quella che ha vinto né di quella che ha perso. E poi c’è il marketing che abbellisce tutto per attirare i turisti.

E infine la scommessa dei due sindaci di Bolzano e Merano: chi avrebbe convinto più cittadini (percentualmente) ad andare a votare doveva fare qualcosa nella città dell’altro. Ha vinto Caramaschi e Paul Rösch raccoglierà per un giorno rifiuti a Bolzano. Bello averlo qui per un giorno.

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