Aspettando il 3 maggio
Elezioni comunali: sono cominciate le grandi manovre: dentro e anche fuori dai partiti
Le elezioni comunali del 3 maggio sono un’impresa difficile per tutti i partiti. L’elettorato che diserta le urne, e la scarsità di persone che accettano di assumersi responsabilità nella politica comunale, dipendono in alcuni casi dalla mancanza di problemi e in altri dalla mancata soluzione di problemi antichi, ignorati dai politici.
Il primo a mettersi in moto è stato il partito etnico di maggioranza. Il 16 febbraio hanno avuto luogo le primarie Svp, con diversi obiettivi. Il primo era di mobilitare la base elettorale, per trovare candidati e candidate, sia come sindaci che come consiglieri. In alcuni comuni le urne erano aperte a tutti i cittadini, in altri solo agli iscritti al partito, a seconda della decisione dei comitati locali di partito.
In generale la partecipazione è stata decisamente più elevata dove era aperta a tutti. I risultati non sempre sono stati accettati facilmente, soprattutto laddove non hanno vinto i candidati che erano sindaci o vicesindaci nella scorsa legislatura e/o i preferiti dai dirigenti locali o provinciali. In alcuni casi si cerca di superare questa difficoltà, inserendo in lista due candidati sindaci. Il rischio per la Svp è che la concorrenza interna alla lista faccia vincere un concorrente esterno. Come già accaduto cinque anni fa. E quindi due candidati saranno ammessi solo dove non esiste una lista civica non-Svp. Un altro rischio è anche che di fronte a candidature imposte dall’esterno, la gente non vada a votare, come accaduto a Ortisei cinque anni fa, quando la scarsissima partecipazione al voto fece annullare i risultati delle elezioni.
Un pasticcio è risultato dalla consultazione a Chiusa. L’attuale sindaca è arrivata quarta. Non si capisce se per sfavore dell’elettorato o perché era difficile capire il fatto che nelle prossime elezioni del 3 maggio a Chiusa si presenteranno 3 liste Svp, una per ogni frazione del comune, ognuna con un proprio candidato sindaco. Una confusione che è perfino difficile da spiegare.
Ad Appiano la Svp ha convinto a candidarsi alle primarie come suo sindaco nientemeno che Wolfgang Mayr, ex caporedattore (di recente dimessosi per ragioni di salute) di Rai Südtirol. Noto per il suo coerente e coraggioso impegno per la democrazia, il sociale e l’ambiente, fu fra i fondatori, nel 1988, della lista ecosociale di Appiano, che esiste ancora (e si presenterà alle elezioni con un proprio candidato sindaco). Mayr dice oggi che la Svp, almeno quella di Appiano, che è in coalizione con la lista civica di centro destra che esprime il sindaco, è cambiata. Qualcuno lo ha tacciato di essere un traditore. Tuttavia non lo muove l’ambizione personale, piuttosto la speranza di un cambiamento. Vedremo se riuscirà a convincere elettori ed elettrici della sua scelta inconsueta. Certo la Svp provinciale, oggi egemonizzata da chi ha in mano ricchezza, potere e mass-media, e presa da una smania mai vista di arraffare, di far soldi, di cementificare perfino le cime della montagne, è ben lontana dei suoi ideali.
Anche a Ora, nella Bassa Atesina mistilingue, la Svp è andata a caccia nel campo avversario: la candidata sindaca del partito etnico il 3 maggio sarà Stefanie Unterweger, da 7 anni in consiglio con l’antica lista interetnica “Insieme/Miteinander/Adum”, che esprime il vicesindaco nella giunta composta da varie forze politiche, fra cui la maggioranza è di “Gemeinsam für Auer” (Insieme per Ora, vicina alla Svp). Un cambio di casacca all’interno della coalizione? O la Svp riuscirà a cancellare l’esperienza trentennale interetnica e ambientalista?
A Malles, alle primarie Svp, i cittadini sono andati in massa a votare per sostituire il loro coraggioso sindaco Ulrich Veith, che li ha accompagnati nella lotta contro i pesticidi e per un modello di sviluppo ecologico e più umano. Il suo vice, Josef Thurner, si presentava con il programma di continuare la battaglia, ma anche di sostenere la tutela del clima, le energie alternative e la mobilità alternativa, e di portare avanti il progetto di “bioregione” dell’Alta Venosta. Il Bauernbund ha scatenato una campagna a sostegno del suo concorrente, figlio dell’attuale presidente del Consiglio provinciale, il cui programma prevedeva l’abbandono della battaglia contro i pesticidi. Il vicesindaco uscente ha stravinto e sarà il candidato sindaco della Svp il 3 maggio prossimo. Pochi giorni dopo le primarie, il sindaco in carica si è recato insieme all’assessore provinciale all’agricoltura e a una delegazione del movimento antipesticidi, ma anche con esponenti del Bauernbund, a visitare la Vaposchiavo, valle di lingua italiana fra le quattro che compongono i Grigioni in Svizzera, per studiare il modello di bioregione che da anni si è sviluppata là, con produzione agricola al 90 per cento biologica e valorizzazione commerciale dei prodotti locali. Sicuri dell’appoggio della stragrande maggioranza della popolazione e delle proprie convinzioni, cercano ora di convincere anche gli avversari sconfitti della bontà del loro progetto: un bell’esempio di democrazia.
Doppia novità a Falzes, famoso come luogo di nascita dell’ex presidente Durnwalder. Qui un fuoriuscito dei Freiheitlichen, che apparteneva a un’ala liberale del partito nazionalista, è diventato il candidato sindaco della Svp. I contendenti erano diversi (tutti maschi), e la partecipazione nel comune pusterese molto vivace, come il dibattito che ha preceduto il voto. A sostenere l’ex freiheitliche Roland Tinkhauser c’è anche il senatore dell’ala destra Svp, Meinhard Durnwalder. Tinkhauser se la dovrà vedere con la lista civica “Wir Pfalzen” guidata da Roland Hainz, fino a due anni fa consigliere comunale Svp e ora sostenitore della necessità di abolire la prepotenza dei potenti del partito che decidono chi amministra i comuni. Vedremo in che direzione andrà la volontà di cambiamento dell’elettorato.
I Freiheitlichen, che erano partiti con lo slogan “Il potere ha bisogno di controllo”, non hanno saputo controllare se stessi, e sono quasi scomparsi (il segretario però si candida a Merano). La Südtiroler Freiheit spera di ereditare un po’ dei loro voti, ma anche loro fanno fatica a mettere insieme una lista.
Gli altri
I verdi sperano nell’effetto Austria/Germania, dove i verdi sono ormai in maggioranza o importanti forze di opposizione nelle assemblee locali e nazionali. A Merano sostengono l’indipendente Paul Rösch, un sindaco colto e capace di parlare con tutti, che ha governato molto bene la città del Passirio, nonostante gli sgambetti della Svp, minor partner della coalizione. Qui la Svp si candida con un sindaco indipendente, puntando a una coalizione con la Lega. Ma non dappertutto i giochi sono fatti.
Sabato 29 febbraio, a Terlano, si sono riuniti 60 esponenti politici comunali, in rappresentanza di 21 delle 40 liste civiche, di paese o libere, che si definiscono indipendenti, vicine ai cittadini e non ideologiche, e che attualmente governano insieme alla Svp in parecchi comuni, qualcuna ha il sindaco, e in molte fanno opposizione. Si sono riunite in una rete, superando le proprie diversità per sostenersi a vicenda. Alcune sono aperte a collaborazioni per le elezioni del 3 maggio. Ciò che le unisce, è stato ribadito nella riunione, è l’interesse per i temi fondamentali dei comuni per cui si cercano soluzioni concrete: “Non lottiamo contro qualcosa, ma lavoriamo per comuni e cittadini”, hanno detto. Un tema unitario è stato anche quello di non voler rimanere necessariamente all’opposizione, ma di voler assumere ruoli attivi nelle giunte o anche occupare il posto di sindaco o sindaca”. I partecipanti alla riunione hanno concluso ripromettendosi di collaborare per affrontare con maggiore forza le prossime elezioni comunali.
A sparigliare potrebbe essere la lista Team K, (Köllensperger). In consiglio provinciale è la migliore opposizione, su una linea ambientalista, liberal e interetnica. Appoggia a Merano il sindaco Rösch (mentre il Pd, che siede in giunta, sembra voler andare per i fatti propri) e a Bolzano probabilmente appoggerebbe un’ipotesi analoga. Ma il sindaco attuale di Bolzano, che aveva promesso per ragioni di età di fare una sola legislatura, ora si ripresenta e già ha fatto sapere che “la Svp non vuole il team K” e quindi non se ne parla.
I verdi si sono schierati con il sindaco uscente, benché la sua legislatura sia stata tutt’altro che ambientalista o attenta ai problemi sociali. Alla popolazione, che boccheggia per la mancanza di abitazioni a costo decente, ha risposto permettendo la costruzione di migliaia di metri cubi di case di lusso. E dei problemi gravissimi di salute del capoluogo si può dire solo che negli ultimi cinque anni sono di molto peggiorati. Caramaschi ha indicato nella sicurezza il maggiore problema della città (che ha già riempito di centinaia di telecamere), rincorrendo la Lega sul suo terreno. L’inchino da lui fatto alla Svp non è certo che porterà i frutti da lui sperati. La Svp bolzanina ha scelto come proprio candidato sindaco l’attuale vicesindaco, che non disdegnerà una coalizione con la Lega (la quale da parte sua non ha ancora trovato un candidato sindaco).
In mancanza di un miracolo, i bolzanini potranno scegliere fra la padella e la brace.