Fauna, Fugatti contro tutti
Un tavolo di informazione sulla gestione di grandi carnivori che ha svelato come orsi e lupi siano visti dalla politica come fastidi da limitare o addirittura da eliminare
Il 4 dicembre le sottoscritte associazioni ambientaliste/animaliste hanno partecipato al periodico incontro del “Tavolo di partecipazione e informazione per la gestione dei grandi carnivori” avviato dall’amministrazione provinciale precedente. Un momento in cui vengono presentati i dati contenuti nel “rapporto” reperibile sul sito della Provincia, per fare il punto sulla presenza e sulle attività dei “grandi carnivori”, in cui forte risalto è stato dato sia all’impegno del Corpo forestale provinciale (che tutte le associazioni presenti hanno ringraziato per il grande lavoro svolto) che ai problemi causati alle attività economiche, seppure i dati stessi abbiano dimostrato che le attività di prevenzione funzionano, e bene!
Però è stato anche il tavolo dei no: no grandi come una casa, no che svelano come orsi e lupi siano visti dalla politica come fastidi da limitare, se non addirittura eliminare, più che come quella (vera!) risorsa che ha portato un forte incremento del turismo, una delle colonne portanti dell’economia trentina.
Ed “eliminare” è termine usato ponderatamente, ed è presto spiegato proprio dai no ricevuti.
Il primo no, secco e preoccupante, è stato quello opposto alla nostra richiesta di attivare i “corridoi faunistici”, seppure già previsti nello sviluppo del progetto europeo “Life Ursus”. Si tratta di passaggi predisposti per superare gli ostacoli naturali o antropici altrimenti insuperabili e sono finalizzati a consentire la dispersione in particolare degli orsi e il contatto fra la numerosa popolazione slovena e quella trentina, attualmente isolata, minacciata seriamente dall’inbreeding (l’incrocio fra individui strettamente imparentati o consanguinei), che porterà inevitabilmente al fallimento del progetto. Qualche esponente politico agita il problema di orsi concentrati in alcune aree ma … da dove mai potrebbero allontanarsi questi animali se ogni percorso è precluso dalle infrastrutture umane? Per gli orsi, autostrade, ferrovie, fiumi canalizzati sono invalicabili, e lo si sapeva da sempre, quindi rimangono prigionieri ed esposti ad atti di bracconaggio ripetuti e mai indagati.
Il secondo no, altrettanto secco, ma se possibile ancora più preoccupante e sicuramente immotivato nel merito, è stato quello oppostoci alla richiesta di far ripartire il progetto europeo di coesistenza con i grandi carnivori (“Support to additional regional/local platforms on coexistence between people and large carnivores”. Un no motivato solo politicamente, perché quasi tutte le parti in causa (di solito contrapposte), rappresentate sia da allevatori e cacciatori che da ambientalisti/animalisti erano unite nel trovare essenziale parteciparvi. Un no immotivato, in quanto è stato cancellato un progetto già avviato, già sovvenzionato dall’Europa, e che rappresentava uno dei pochi, reali strumenti che potevano permettere di superare, o comunque ridurre notevolmente, i conflitti fra le parti, portando a possibili soluzioni o almeno a sensibili diminuzioni delle problematiche che rendono la questione grandi predatori conflittuale e pericolosa per la tutela della fauna e della biodiversità. Non vorremmo essere troppo maliziosi, ma come è noto “a pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina”, quindi temiamo che sia proprio la possibilità di superare i conflitti fra allevatori da una parte e ambientalisti/animalisti dall’altra ad essere invisa a qualcuno che ha deciso di cancellare con un colpo di spugna una decisione unanime di partecipazione espressa dai rappresentanti della società trentina.
Ivana Sandri (ENPA), Caterina Rosa Marino /LAC), Simone Stefani (LAV), (LIPU), Adriano Pellegrini (PAN EPPAA), Aaron Jemma (WWF)