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Balle

La vicenda giudiziaria che coinvolge i genitori di Matteo Renzi

Se c’è una cosa che tu non puoi accettare è che i tuoi genitori soffrano per colpa tua... Ma non mi avete mai sentito dire una parola contro la magistratura”. Così dichiarò Renzi il 22 febbraio a Torino. Mi sono preso la briga di trascrivere questo frammento esemplare di italica comunicazione politica. Nella prima parte c’è lo struggente senso di colpa per la gogna giudiziaria subìta dai genitori. Infatti nel teorema renziano il vero bersaglio è lui, i suoi cari invece vittime di una vendetta trasversale. Ma allora, viene da chiedere, chi c’è dietro? Questo non lo dice, ma è logicamente implicito: solo un tribunale può importi i domiciliari. Da lì è quindi scoccata la freccia che lo ha ferito al cuore. Dopodiché, nella frase successiva, vai col pieno rispetto verso la magistratura. Qui i casi sono due: o è scemo (e non lo è), oppure prende per scemo chi lo ascolta (più probabile). Ma cavolo, se non hai nulla contro la magistratura, a cosa alludevi un attimo prima?

Non entro nella questione giudiziaria (per me il guascone potrebbe pure aver ragione). Colpisce semmai l’uso disinvolto dell’ossimoro, del pensiero illogico, del concetto tanto emozionale quanto fumoso tirato in ballo per suscitare empatia. Artificio retorico su cui Renzi non ha certo il copyright, trattandosi di pratica diffusa tra i politici odierni. Ce n’è per tutti. Certo, balle immaginifiche e strampalate se ne sfornavano anche prima: le “convergenze parallele” degli anni 70 svettano inviolabili. Tuttavia oggi non ci si limita a qualche perla linguistica. Il nonsenso si è insediato nel corrente argomentare, restituendoci limpidi pseudo-programmi tipo decrescita-felice e vaccinazioni-flessibili... Oppure acrobazie spazio-temporali: no-tav oggi, sì-tav domani, boh-tav dopodomani... O ancora furbi tranelli semantici: come per esempio l’ostinazione di un “movimento” a etichettarsi tale nonostante capi e accoliti non esitino ad accomodare i loro rivoluzionari sederi su tutte le cadreghe istituzionali disponibili.