6 notizie, per lo più sconfortanti
Un ascensore rotto, i migranti senza un rifugio, il proliferare di neonazisti ed altre tristezze
In queste ultime settimane chi scrive è stata occupata nell’organizzazione di un convegno internazionale per i vent’anni dell’Associazione altoatesina Parkinson e malattie affini.
In Sudtirolo i malati sono circa 2400, e date le carenze dell’offerta di terapie da parte della sanità, l’attività di volontariato richiede un grande impegno. Il risultato in sintesi dei due giorni di relazioni di studiosi di primo livello è che la ricerca di cure efficaci non sta producendo grandi risultati. Quindi si deve trovare il modo di costringere le istituzioni locali, provincia autonoma in testa, a fornire le terapie necessarie, accanto a quelle farmacologiche: fisioterapia, logopedia, accompagnamento psicologico. Incredibile a dirsi, non è tanto facile da ottenerle nel Sudtirolo ricco e sprecone, nel quale al capo di governo più pagato del mondo si accompagnano carenze imperdonabili nella sanità e nel sociale.
Dunque ho sentito le notizie e letto i giornali con una certa distrazione.
Per questa “lettera”, ho elencato qui di seguito una serie di notizie che sono riuscite ad oltrepassare il filtro della concentrazione su qualcosa che in questo periodo era più importante per me.
1) “In provincia di Bolzano devono essere creati i medesimi presupposti per l’integrazione degli stranieri nei gruppi linguistici tedesco e ladino”: questo è il passaggio più significativo di una mozione approvata in Consiglio provinciale in cui si chiede che agli stranieri che arrivano a Bolzano sia mostrato dalla Provincia che esiste anche il mondo tedesco, oltre a quello italiano.
Gli estremisti della destra tedesca, con l’appoggio della SVP, vorrebbero una sorta di proporzionale “culturale” anche per gli immigrati, perché temono “che possano diventare tutti italiani” e sconvolgere la proporzionale a vantaggio di questi ultimi.
2) Il presidente della commissione europea Juncker è stato accolto a Bolzano da salve di schioppi degli Schützen. La commissaria del governo non è stata invitata all’incontro. Per l’occasione si è detto che i sudtirolesi italiani al pari degli immigrati devono adeguarsi alle tradizioni culturali tirolesi (come quella di usare armi per far festa), e che “le tradizioni degli italiani non sono presentabili e sono profondamente antieuropee. Si tratta soprattutto di relitti fascisti e di spacconaggine imperialista”.
3) Non sempre però la “svendita della patria” è colpa del ritrovato nemico italiano. I contadini sono stati accusati di avidità e perfino di “una porcata legale” da parte di alcuni capi della SVP, perché da qualche anno, soprattutto in Val d’Ultimo e in qualche altra località, danno in affitto a grossi imprenditori agricoli veneti delle ampie aree di alpeggio. Gli affittuari sommano gli ettari per poter intensificare gli allevamenti di vacche a casa loro, mentre i proprietari locali continuano a pascolare sulla propria alpe i propri animali, incassando cifre considerevoli.
Gli allevatori di pianura ci guadagnano tre o quattro volte tanto, poiché ricevono fino a 400 euro per ettaro dall’Unione Europea, ma ciò non toglie che la cosa abbia cominciato a destare preoccupazione.
Dietro pressione di una lunga inchiesta, sfociata in mozione, dei Freiheitlichen, anche l’assessore all’Agricoltura e il deputato europeo della SVP Herbert Dorfmann, accusati di distrazione, hanno criticato chi “svende la patria”. Pare inoltre che nella nuova regolamentazione europea verrà introdotta progressivamente una maggiore remunerazione delle attività locali e una riduzione di quelle che si basano su questo sistema. Le cifre in ballo sono oggi molto elevate e in molti casi gli affittuari subaffittano a loro volta. Dorfmann ha consigliato ai contadini di rinunciare ai lauti guadagni di oggi per non trovarsi domani a perdere questo e quello.
4) In via Palermo a Bolzano da venti giorni gli abitanti di un caseggiato IPES, anziani e disabili, non possono uscire di casa, perché l’Istituto non provvede a riparare l’ascensore rotto. Non è il primo caso, ma rimane un’infamità e dà la misura dello scarso interesse dell’amministrazione per i cittadini più deboli.
5) Nella stazione di Bolzano ogni notte decine di immigrati disperati cercano di eludere i controlli e tentano di salire sui treni merci in partenza per il Brennero. La polizia ferroviaria è inadeguata, a causa della carenza degli organici, per tenere la situazione sotto controllo. La morte di un ragazzo eritreo di 17 anni, rimasto schiacciato dal treno su cui cercava di salire di nascosto, ha provocato una grande emozione in città.
I migranti crescono di numero ora che i controlli sui treni si sono intensificati. Il presidente del Tirolo ha annunciato un ulteriore giro di vite al confine del Brennero. Fa un certo effetto vedere la città addobbata a festa, la gente che corre per i negozi, l’assalto al mercatino di Natale, e sapere che centinaia di persone non hanno un riparo. Qui e là si vedono la notte persone infagottate o infilate in un sacco a pelo, per terra, sotto il porticato del teatro di piazza Verdi e in altri luoghi.
6) Una nuova ondata di neonazisti è cresciuta in Sudtirolo, concentrati come dieci anni fa nella zona di Merano. Hanno stabili contatti con il neonazismo in Germania, comprano materiali in negozi online, abiti, magliette, bandiere, ma anche coltelli, accette, spray al peperoncino, balestre. Non abbastanza per fare la guerra, come vorrebbero quelli che si sono fotografati e postati indossando una maglietta con la scritta “Division Südtirol”, ma per combinare qualche guaio certamente sì. Una quarantina fra cui almeno 15 giovani fra i 16 e i 25 anni ritenuti molto pericolosi, vengono tenuti d’occhio da polizie a carabinieri.
Dieci anni fa decine di gruppi ben organizzati della zona del Burgraviato (dintorni di Merano) e di Caldaro, con relazioni con pericolose organizzazioni germaniche sono stati oggetto di un’operazione di polizia internazionale che, con arresti e processi, li ha fatti sparire. Secondo gli esperti, i nuovi sembrano giovani con problemi o addirittura emarginati, che trovano in questi gruppi un punto di riferimento, pur non sembrando del tutto consapevoli dal punto di vista ideologico.
Un operatore sociale che si occupa della “scena” dell’estremismo di destra teme che possa accadere qualche atto di violenza, magari aiutati da una bevuta, come accaduto un anno fa, con un feroce pestaggio di un giovane della Val Passiria ad opera di un gruppetto di estremisti di destra. I componenti di Antifa, un’associazione antinazista e antifascista, molto attenta e composta soprattutto di giovani, sono preoccupati di fronte a questa rinascita.
Impressionanti sono le discussioni su alcuni blog, dove italiani e tedeschi trasformano ogni avvenimento o presa di posizione in occasione di scontro etnico per ora verbale, gli uni accusando tutti gli italiani di tollerare il fascismo di Casa Pound, e gli altri accusando i tedeschi di neonazismo. Un meccanismo tanto vecchio che sorprende vederlo riapparire fra i giovani.
Concludendo, con sottile inquietudine si osserva come ci siano persone e gruppi, piccoli, almeno per ora, che nella distrazione generale e nella confusione di un dibattito pubblico aggressivo e confuso, nel pieno delle rutilanti luci natalizie e nell’apatia di una classe politica inadeguata, stanno soffiando sulle braci del conflitto etnico.