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I migranti in campagna elettorale

Mancano le case per i cittadini, ma la Provincia fa il CPR

Piove un Cpr in campagna elettorale e svela che nella Svp ci sono molte fazioni, ma tutte condividono le politiche antimigranti e sono amici del ministro Calderoli.

Chi avrebbe mai pensato che dopo decenni di scomuniche verso l’estrema destra nazionalista italiana e gli anatemi anche molto recenti, la SVP si sarebbe apprestata tranquillamente a coalizzarsi con FdI? È pur vero che il partito etnico ha sempre cercato la vicinanza coi partiti di governo, egemonizzando di volta in volta i partiti italiani delle coalizioni, e concordando coi governi, in incontri quasi privati, scambi di favori utili spesso più al partito che alla popolazione intera.

Naturalmente i cittadini devono ancora esprimersi e potremmo avere delle sorprese il 23 ottobre, ma nel frattempo alcuni fatti fanno capire che i dirigenti del partito etnico credono ai sondaggi, e quindi al loro drastico calo e al travaso di voti da Lega a FdI.

Nel pieno della campagna elettorale, in cui si parla ben poco dei problemi della cittadinanza, è arrivata la notizia che il presidente Kompatscher ha accettato con entusiasmo di avere un Centro di permanenza per il rimpatrio, ovvero una prigione per migranti (almeno quelli che non possono pagare 5.000 euro). ”Servirà solo per le esigenze locali” ha detto. E ha aggiunto: “Piantedosi ha assicurato che non ci saranno trasferimenti da altre regioni... Avrà solo 50 posti e sarà individuato, finanziato e gestito direttamente da Roma”.

La proposta del governo di fare centri per il rimpatrio è stata respinta da molte Regioni e invece accolta dalla nostra Provincia. Kompatscher: “Collaboriamo con il governo perché venga fatto il più presto possibile”. I suoi complimenti alla presidente Meloni ("Anche in merito alla nostra autonomia c'è sempre stato l'interesse del Governo a trovare delle soluzioni, questo spesso grazie all'interessamento del ministro Calderoli"), fanno pensare che la proposta di fare un Cpr locale sia il risultato di uno scambio.

Altri suoi colleghi hanno reagito in modo ben diverso. Il governatore della Toscana ha detto: “Indipendentemente dalla localizzazione, ribadisco la mia forte contrarietà al progetto. Contrarietà allo strumento, anzitutto, che è tutto tranne che una novità. Abbiamo visto tutti cosa diventano i centri per il rimpatrio: dei lager, giuridicamente anticostituzionali”.

La decisione di Kompatscher, che per alcune settimane ha tenuto nascosta la località in cui verrà realizzata la struttura, ha provocato una prima reazione molto partecipata. Il 20 settembre nella sede di Spazio autogestito 77, a Bolzano, più di cento persone e varie associazioni dell’Alto Adige e del Trentino si sono riunite in assemblea per dire un no chiaro a un Cpr (o due) e per creare un coordinamento regionale che si opponga a questa forma di detenzione, più volte dichiarata anticostituzionale. È stata convocata infine una manifestazione nazionale per il 14 ottobre alle ore 15. (vedi nella pagina a fianco una parte del volantino di invito all’assemblea).

I Cpr già esistenti si sono rivelati luoghi di tortura e violenza, di sofferenze crudeli, di inutile disperazione e impazzimento per chi vi è recluso. A fine settembre una sentenza del tribunale di Catania ha liberato quattro internati con la motivazione che questa forma di detenzione contrasta con le normative europee. Oltre alle inutili sofferenze che vengono inflitte, si tratta anche di uno spreco di denaro pubblico per strutture inefficienti rispetto agli obiettivi di espulsione che si propongono e che vengono proclamati, mentendo su inesistenti accordi con paesi stranieri indicati come destinatari delle deportazioni.

La seconda reazione negativa è tipica della politica sudtirolese. Il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer è cauto e però non contrario di principio, ma già diversi comuni si sono affrettati a dichiarare la loro indisponibilità ad accogliere nei loro territori il Cpr (come già successo anni fa alla richiesta di accogliere una parte di migranti che affollavano il capoluogo e gli altri grandi centri).

E quindi dove si farà il Cpr? Come lo stadio in piena zona residenziale, come l’inceneritore: per la Svp è Bolzano la discarica di tutti i problemi irrisolvibili altrove. Alta (perché siamo in campagna elettorale, poi si vedrà) si è alzata la protesta nel capoluogo, quando si è capita l’intenzione di Kompatscher sulla località prescelta, che infrange la legge che vuole i Cpr molto lontani dai centri abitati. In Consiglio comunale tutti i partiti, salvo la Lega, hanno approvato la mozione del Pd contro il Cpr a Bolzano. Il sindaco eccezionalmente ha molto alzato la voce.

Però è troppo tardi. Sceglierà Roma, ma l’amico ministro avrà pur chiesto qualche suggerimento all’amico presidente di Provincia. E quest’ultimo, pressato dai nemici interni, non può certo permettersi di indicare un comune dove il partito etnico vuole avere dei voti. Lascia anche a bocca aperta che un partito e una maggioranza che almeno formalmente è di centro-sinistra come quelli del Comune di Bolzano discuta sul luogo e non sul Cpr stesso. E che non provi a indirizzare i finanziamenti verso progetti di accoglienza e integrazione di almeno una parte delle centinaia di persone che oggi dormono sotto i ponti o nelle tendopoli (sgomberate in campagna elettorale). Finiti i posti letto invernali, che comunque non sono sufficienti (nel dicembre scorso un ragazzo egiziano di 20 anni è morto di freddo a Bolzano e un sessantenne a Bressanone), centinaia di persone, di cui molte lavorano, non trovano altra possibilità che dormire all’aperto.

Ora ci saranno i soldi per metterli in una prigione. Si attende che venga ripristinato il delitto di vagabondaggio. Così sarà risolto il problema della casa che tormenta tante famiglie. Per questo la Provincia mette a disposizione aree e soldi. E il Comune continuerà a dare i terreni agli speculatori, per altre case di lusso.