Grazie, Diego, ovvero: la Casta
Guardatela bene questa foto. Diffusa quest’estate dall’Ufficio stampa della Provincia, possiamo commentarla solo ora. Riguarda la cerimonia del particolare ringraziamento con cui Ugo Rossi e tutta la Giunta Provinciale si è stretta attorno all’uscente presidente della Federazione Cooperative per salutarne l’abbandono (dopo 4 mandati possibili solo in seguito a un pasticciatissimo ribaltone statutario) della carica. “Ti salutiamo - ha detto il governatore Ugo Rossi - sapendo che continuerai a dedicarti al Trentino anche ora”. No, grazie, ma basta!
I lunghi anni di Diego Schelfi sono stati contrassegnati dall’immobilismo assoluto, dalla politica del lasciar marcire i problemi, dal timore che qualsiasi azione potesse turbare i delicati e prioritari equilibri fra i potenti boss della Cooperazione.
E caratterizzati anche dalla collusione con i poteri forti (la finanziaria Isa innanzitutto, di cui peraltro Schelfi era stato presidente), anche a detrimento dei legittimi interessi di cooperative e di soci, vedi caso LaVis. E ora questo campione, di cui in via Segantini, al di là degli ipocriti omaggi di rito, ci si è liberati con profondi sospiri di sollievo, riceve i festosi ringraziamenti della politica.
Come mai?
I nostri amministratori non sono forse in grado di dare un minimo di valutazione dei dodici tristi anni di presidenza schelfiana? Possibilissimo. Ma soprattutto a prevalere - la foto ne è palmare testimonianza - non è un giudizio politico, che potrebbe legittimamente essere anche diverso dal nostro, ma una solidarietà di casta.
Guardateli, tutti stretti assieme come in una festa di liceo, le due assessore del PD in prima fila, deferenti e compunte: eccoci qui, ci dicono, politici e grand commis, assessori e poteri forti, siamo un tutt’uno. Che poi uno sia capace o meno, non se ne discute proprio, quel che conta è che sia del giro.
Parafrasando il marchese del Grillo: “Noi siamo noi, e i problemi della società non sono un...”