Centrali a biomasse: Gilmozzi garantisce...
A dicembre scrissi una lettera sulle mie perplessità in merito al proliferare di centrali a biomasse e sottolineavo come alcune perplessità avrebbero difficilmente trovato risposta. Troppe volte ho assistito a rassicurazioni da parte di politici per poi constatare che tranquilli non si doveva stare.
Solo alcuni esempi: L’Ilva di Taranto, l’Eternit di Casale Monferrato, l’Acna di Cengio, la discarica di Monte Zaccon, la Sloi a Trento, ecc. Adesso sulla centrale a biomasse di Novaledo, vedo un levare di scudi della politica istituzionale. Addirittura l’assessore Gilmozzi, per la propria competenza, sulle pagine dei media locali “garantisce”.
Nel corpo dell’articolo, si minimizza, si parla di filtri a manica, si entra nel dettaglio, ma non ho letto di CSS (Combustibile Solido Secondario). Non ho letto le sigle riguardanti ciò che si potrà bruciare in quella centrale: dietro certi codici si nasconde la spazzatura!
Ho letto che gli standard rimarranno quelli della combustione del metano: il metano, per esempio, non produce ceneri, non ha bisogno di filtri a manica per abbattere gli inquinanti, non si trasporta in camion che andrebbero ad incrementare il traffico e l’inquinamento in Valsugana. La combustione del metano è una delle meno inquinanti e produce minor effetto negativo sull’ambiente e di conseguenza sulla salute. Non posso credere che gli standard rimarranno inalterati, perché per mia conoscenza non esistono filtri in grado di trattenere tutte le pm10 e le pm 2,5 uscite dalla combustione.
Ho letto poi che si danno garanzie sulle distanze circa la provenienza dei materiali che verranno bruciati a Novaledo: 56 chilometri. Ma ci rendiamo conto dove si arriva con 56 chilometri di percorrenza partendo da Novaledo? Con 59 chilometri si arriva a Bassano del Grappa e con 56 a Rovereto! C’è qualcuno che pensa di arrivare in pianura padana a caricare il sorgo, ammesso che lo si coltivi? Abbiamo contezza delle distanze o si scrivono certe cose solo per tranquillizzare?
Non voglio entrare nel merito della sommatoria delle emissioni, ci sarebbe da scrivere un libro. Non voglio neanche approfondire sulla direttiva Europea sulla qualità dell’aria del 2008, recepita dall’Italia, che prevede norme di tutela sulla qualità dell’aria. Non voglio neanche approfondire sulle sanzioni che l’Italia sta pagando all’Unione Europea per lo sforamento derivante da immissioni di inquinanti in atmosfera.
Non vorrei però che la collettività, in queste vicende di interesse privato si trovasse a pagare per i certificati verdi, a pagare per lo sforamento dei parametri di emissioni inquinanti e a pagare anche in salute. Prima che sia troppo tardi, fermatevi!