Un’altra brutta figura
Dopo la protonterapia, i vitalizi d’oro, l’orsa Daniza e le Comunità di Valle, ecco l’ennesima brutta figura della giunta Rossi, che come sempre costa cara ai contribuenti. Non ci si può stupire della bocciatura del Consiglio di Stato quando la formazione della Commissione giudicatrice relativa all’appalto del nuovo ospedale era in violazione dell’art. 84 comma 4 del D.P.R. n.163 del 2006 che recita in modo chiarissimo: “I commissari diversi dal Presidente non devono aver svolto né possono svolgere alcun’altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto del cui affidamento si tratta”. Le regole non sempre sono farraginose e malevole, semplicemente esistono: si devono conoscere e rispettare.
Più che di un ospedale in tempi rapidi - dal momento che nulla si sa circa il destino urbanistico dell’area assai vasta ora occupata da quello esistente - Trento avrebbe bisogno che il Santa Chiara fosse dotato di un accesso per disabili, ad esempio. E di nuove assunzioni di medici e di infermieri, in risposta alle crescenti necessità del territorio. Per far lavorare i muratori, come vorrebbe Rossi, basterebbe eliminare i fardelli delle società partecipate, delle fondazioni e dei consorzi inutili, i pesi morti delle assemblee politiche incostituzionali e inopportune, le progettazioni faraoniche, magari finanziate con l’ipotetico aumento dei ticket sanitari. Si libererebbero così risorse da redistribuire ai cittadini sotto forma di sgravi di imposte e azzeramenti di tariffe, come l’autonomia vera, non quella tronfia e folcloristica che ci propinano spesso, permette da tempo di fare.