QT in tribunale
QT è un giornale d’inchiesta, che si vuole scomodo, e che quindi fatalmente pesta molti calli, provocando reazioni di vario tipo. In questi mesi abbiamo dovuto difenderci da molteplici querele. Abbiamo già riferito della denuncia penale del commissario e Ad della LaVis Marco Zanoni, da cui siamo stati prosciolti in istruttoria. A settembre proseguirà una causa civile intentataci sempre da Zanoni. E nelle ultime settimane sono giunti al pettine altri due provvedimenti.
Nel primo (una denuncia degli amministratori dell’ospedale San Camillo) ci è stato contestato il servizio del novembre 2009 (autori Luigi Casanova ed Ettore Paris) “San Camillo, un ospedale in mano ai furbi” sui rapporti avventurosi tra l’Ospedale, i sindacati e la Provincia: “Non rispettano gli accordi sindacali, i livelli delle prestazioni, i programmi concordati. E, tenendo in ostaggio 250 dipendenti e migliaia di pazienti, vogliono sempre più soldi, senza far vedere i bilanci”. Il giudice Carlo Ancona ci ha prosciolto in fase istruttoria “perché il fatto non costituisce reato”.
Il secondo inciampo è stato una parte del servizio “Soldi spesi bene per l’Istituto di ricerca?” dell’ottobre 2011 (autore Ettore Paris), in cui si riportavano le accuse dei sindacati e di un’interrogazione consigliare sulla trasparenza di un concorso all’Istituto Storico Italo-Germanico indetto dal direttore prof. Paolo Pombeni, che ci ha querelato. Nel conseguente processo siamo stati assolti.
Non è andata così invece per una coda all’articolo. Nel numero successivo, alla lettera di due ricercatori vincitori del concorso che rivendicavano la loro estraneità a “presunte logiche baronali” anche perché prima del concorso non avevano avuto rapporti con Pombeni, noi rispondevamo che nel mondo dell’accademia le promozioni avvengono tra cordate di professori e allievi, e loro erano riconducibili a una cordata formata dai prof Pombeni, Quagliariello, Orsina, Varsori, sicché le loro assunzioni apparivano un rafforzamento dell’alleanza tra Pombeni e l’area facente capo a Quagliariello. Questa nostra affermazione è stata ritenuta lesiva dell’onorabilità del prof. Pombeni, e noi siamo stati condannati a una multa di 500 euro, più una provvisionale di 5000. Attendiamo le motivazioni della sentenza, cui ci ripromettiamo di interporre appello. Ai lettori assicuriamo un impegno: non saranno questi pur sgradevoli infortuni a farci tacere.