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Scuola: tutto a posto?

Il 13 settembre in Trentino è ricominciata la scuola. Ho sentito l’assessore all’Istruzione Salvaterra dire che si è arrivati pronti ai nastri di partenza: prima che la scuola cominci, tutte le nomine sono già state fatte, mancano solo gli spezzoni da sei ore. Così gli ho sentito dire.

Prima che cominciasse la scuola, io, che sono una giovane maestra elementare, ho sentito molte segreterie per informarmi sullo stato delle supplenze annuali ancora da assegnare. Ho sentito che in alcuni istituti erano arrivate le graduatorie definitive in base alle quali sarebbe avvenuto il conferimento degli incarichi, e ho sentito che in altri istituti, venerdì 9 settembre, le graduatorie non erano ancora arrivate.

L’11 settembre ho sentito che in alcuni istituti stavano pulendo le suddette graduatorie dai nominativi di chi aveva già accettato incarichi annuali dalla Sovrintendenza, e che in altri istituti le graduatorie ancora mancavano. Da qualche segreteria ho sentito pure che non erano ancora nemmeno sicure di quali cattedre e supplenze ci fossero da assegnare nel loro istituto.

Il 12 settembre ho sentito la segreteria di un istituto a 80 km da casa mia offrirmi un part-time annuale di 12 ore, fino al 30 giugno. Ho sentito che non potevo rifiutare perché fino a quel momento era l’offerta migliore, e la scuola sarebbe iniziata il giorno dopo.

Il 13 settembre, primo giorno di scuola e mio primo giorno di servizio a 80 km da casa, ho sentito molti istituti che mi offrivano delle supplenze, nessuna delle quali era uno spezzone da sei ore, ma contratti da 12 o 24 ore.

Venerdì 15 ho sentito un istituto a 15 km da casa mia chiamarmi per offrirmi lo stesso tipo di contratto che mi avevano offerto a 80 km da casa. Il giorno dopo ho sentito un altro istituto a 20 km da casa mia offrirmi anch’esso lo stesso tipo di contratto.

Lo stesso giorno ho sentito la UIL. Mi hanno detto che, siccome mi si offriva lo stesso tipo di contratto, io potevo accettarlo, perché non avevo ancora firmato nulla, ma solo preso servizio.

Lunedì ho sentito la segreteria dell’istituto a 80 km da casa dirmi che invece non potevo, proprio perché avevo già preso servizio: avrei potuto rinunciare solo se l’altra offerta fosse stata migliore in termini di durata contrattuale: la distanza da casa non è contemplata come parametro per giudicare buono o cattivo un contratto. Ho sentito allora tutti i sindacati e la Sovrintendenza, che mi hanno confermato: nulla da fare (il sindacalista UIL mi ha detto che due giorni prima al telefono con lui "avevo capito male").

Martedì 19 ho ripreso servizio a 80 km da casa. Quel giorno ho sentito che a una maestra dello stesso istituto, anch’essa già in servizio con contratto annuale, non sarebbero state concesse le 150 ore di permesso-studio per poter frequentare il corso-concorso per l’abilitazione all’insegnamento (lei è un’insegnante di terza fascia, senza abilitazione). Avrebbe dovuto scegliere tra la supplenza annuale che le avrebbe impedito di frequentare il corso-concorso e quindi di ottenere l’abilitazione oppure, rinunciare alla supplenza. In questo caso, si sarebbe potuto far finta che lei non avesse ancora preso servizio, perché, ebbene sì, "tanto non aveva ancora firmato il contratto". E così è successo: quando si vuole, le leggi, le circolari, le regole contano davvero poco.

Sento che ciò che ho sentito in questo inizio d’anno scolastico uguale a tanti altri è solo una piccola parte del mare di disorganizzazioni e scorrettezze che accadono nella scuola trentina (ho sentito che all’ufficio contenziosi della Sovrintendenza sono pieni di lavoro…). Chissà quanti sentono la stessa cosa.

Il 13 settembre in Trentino è ricominciata la scuola. Ho sentito l’assessore all’Istruzione Salvaterra dire che si è arrivati pronti ai nastri di partenza: prima che la scuola cominci, tutte le nomine sono già state fatte, mancano solo gli spezzoni da sei ore… Già, solo quelli.

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