Precariato al MART
I lavoratori precari del MART chiedono nuove tutele e forme di stabilizzazione del loro rapporto di lavoro. Per affrontare la questione i rappresentanti del NIdiL (Nuove Identità di Lavoro - il sindacato della CGIL che tutela i diritti dei lavoratori atipici) e della Funzione Pubblica, hanno incontrato la direttrice del Museo, dott. Gabriella Belli e il responsabile amministrativo dottor Ferretti.
L’urgenza dell’incontro era motivata dal fatto che, su indicazione della direttrice, il Consiglio di Amministrazione intenderebbe non rinnovare cinque contratti di collaborazione. Ciò significherebbe che cinque lavoratori (di cui alcuni alle dipendenze del MART da diversi anni) resterebbero senza lavoro da un giorno all’altro, senza un adeguato preavviso. Ancora adesso alcuni lavoratori non conoscono il loro destino e ne verranno a conoscenza solo dopo la conclusione del CdA perché nessuno ha avuto ancora l’accortezza di avvisarli.
La delegazione della CGIL ha espresso la propria contrarietà al mancato rinnovo di questi contratti, sottolineando la contraddittorietà di questa scelta rispetto alla richiesta del MART di una deroga al blocco delle assunzioni, richiesta sostenuta con forza anche dal sindacato. La dott. Belli si è quindi impegnata a provvedere al rinnovo dei contratti per almeno quattro mesi in modo da consentire a questi lavoratori di cercare una nuova occupazione. Restano comunque delle perplessità sulle ragioni e sui metodi con cui sono stati previsti questi tagli. È da ricordare che una ventina di collaboratori avevano chiesto un incontro sul tema degli eventuali mancati rinnovi fin dallo scorso settembre, senza ricevere alcuna risposta.
È stata poi sollevata la situazione ancora più precaria degli operatori della didattica, che hanno contratti di collaborazione per i soli periodi delle mostre. La CGIL ha chiesto che con questi lavoratori il MART instauri un rapporto di lavoro di durata almeno annuale.
Inoltre si sono chieste alcune nuove tutele per i tutti lavoratori atipici. In particolare, si tratta del diritto ai giorni di ferie e di malattia retribuite e di un innalzamento generalizzato dei compensi. Si consideri che il costo del lavoro di un collaboratore è circa un terzo più basso di quello di un lavoratore dipendente e subordinato e che i collaboratori assommano all’insicurezza per la loro precaria condizione lavorativa presente, la certezza di non riuscire a maturare una pensione.
I collaboratori hanno anche sollevato la questione del mancato rispetto dei termini per la firma dei rinnovi contrattuali. In sostanza negli anni scorsi a molti dipendenti veniva comunicato il rinnovo dell’incarico entro il termine di scadenza del precedente, ma la valutazione, la discussione e la firma del contratto avvenivano solo intorno a febbraio. In pratica lavoravano senza contratto per intere settimane.
A questo proposito è intenzione dei collaboratori di non presentarsi sul posto di lavoro a partire dal 2 gennaio 2006 se i contratti non verranno predisposti entro la settimana prossima.
Se queste richieste e quelle già sottoposte alla direttrice non verranno confermata dal Consiglio di Amministrazione, la CGIl organizzerà immediatamente le forme di protesta che riterrà più utili di concerto con i lavoratori.
I collaboratori del MART sono in totale 31 ed hanno un’anzianità lavorativa media di circa 3 anni. La maggioranza percepisce redditi intorno ai 1.000 euro netti mensili senza avere diritto alla retribuzione dei giorni di ferie, malattia, infortunio, congedi e maternità.