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QT n. 17, 16 ottobre 2004 Servizi

Nel ghetto del rock

Un fenomeno del quale l’ente pubblico non capisce le dimensioni.

Esaurite le iniziative sporadico-estive delle varie amministrazioni comunali, la musica rock se ne torna nel suo ghetto, ignorata da chi si ricorda di promuovere questa importante e crescente realtà giovanile solo per fini strumentali.

Unica eccezione è stata la rassegna "Per voi giovani", organizzata a Riva, che, con alla base un interessante progetto di promozione, mette in luce, per le solite singole apparizioni, solo una piccola parte di un fermento molto più ampio.

Due cose non sono state ancora capite dalle amministrazioni pubbliche: la prima è proprio la dimensione e la stratificazione dell’interesse attivo per questo settore; la seconda, il fatto, che proprio per le sue determinate caratteristiche la musica rock (ma in generale le piccole e medie apparizioni live) hanno bisogno di spazi (sale prove e luoghi di esibizione) e interventti ben precisi. Basta insomma con i concertini una tantum all’aperto, nei tendoni, nei teatri questo sarebbe il momento di mostrare la buona fede tanto predicata agendo concretamente alla radice del problema.

Nel frattempo, nel settore privato, qualcosa si muove. Alla proliferazione di locali (birrerie, pub), a cui si è assistito lo scorso anno, si è aggiunta in questo scorcio dell’87 la trasformazione di alcuni di questi in spazi per le esibizioni dal vivo andando a sviluppare un certo circuito regionale non ufficiale. Tendono insomma ad aumentare e a decentrarsi i locali che, per affrontare agguerriti una ormai notevole concorrenza, e per farsi pubblicità, attirano i clienti proponendo serate musicali. Accanto ai fini di profitto (per altro giustificabili nel campo delle iniziative private), va ad associarsi in alcuni casi anche il desiderio e lo sforzo di proporre qualcosa di nuovo fuori dagli schemi dell’ufficialità.

Iniziamo ora una breve carrellata del "circuito".

"El Pasiel" di Forte di Cadine è ormai il più classico dei pubs, anche se definirlo così suona un po’ ironico, visto che il suo restauro e il cambio di gestione risalgono a non più di quattro anni fa. Eppure da allora è stato il primo a slacciare la borsa per ospitare inizialmente tutte le formazioni trentine, indifferentemente dal genere proposto, e specializzandosi poi nel campo del rock-blues anche con formazioni extra regionali ed estere. Difetta ormai decisamente di spazio (specialmente in inverno, quando viene a mancare l’area della terrazza esterna), e pare che le proposte di ampliamento vengano osteggiate in Comune da una concorrenza invidiosa. Un bravo comunqe a Luca Caldana, deus ex machina di questo successo, che tra i primi ha capito l’importanza, per un locale anonimo e decentrato, di fornire una motivazione in più per recarvisi ad un pubblico numeroso ed eterogeneo.

Proseguiamo con la Birreria Romanda di Levico. In attività solo da un anno, ha il pregio di essersi già messa notevolmente in mostra per una serie di gustose esibizioni, spaziando in un arco musicale ampio che va dal rock di tendenza al jazz, dalla new wave al tango, alla musica d’intrattenimento. Anche qui la bella ed accogliente sala è un po’ piccola. Il suo pubblico, misto di indigeni e cittadini, comprende una buona parte di jazzofili.

Discorso un po’ diverso per la discoteca Joy di Baselga di Piné. In attività da quasi tre anni, da sempre i giovani gestori, pur dando spazio alle più quotate formazioni locali, si sono indirizzati verso le proposte di gruppi di tendenza extraregionali di alterno valore (ci sentiamo più esigenti perché in questo caso l’entrata si paga).

Perle si sono avvicinate a porci, ma ora sembra che la via giusta sia stata trovata nel grosso sforzo di proporre formazioni locali emergenti a interessantissimi gruppi esteri di "Garage-music" che finora hanno garantito i migliori show della stagione, con una più decisa soddisfazione del pubblico. Si tratta certamente di una politica difficile che implica scelte coraggiose e rischiose, ma che ci auguriamo alla fine paghi con il prosieguo di apparizioni altrimenti inimmaginabili nella regione. Forse l’atmosfera del Joy non è gradita a tutti, ma le dimensioni della sala sono quelle più vicine all’ottimale per la fruizione di concerti dal vivo.

Se questi sono forse i tre locali più significativi, come abbiamo detto, ne sono sorti degli altri: il Caffè Nol di Vattaro, la birreria Ancora di Cles e L’Amsterdam di Vezzano, la spaghetteria Da Gigi di Sporminore e il St. Louis Music Hall, trasformato per l’occasione in birreria il mercoledì. La scena musicale prevede per lo più gruppi di local rock, ma un po’ alla volta, se il circuito crescerà e si darà una coordinazione, forse si arriverà a poter gestire brevi tournée di formazioni extraregionali stimolate dalla possibilità di effettuare due o tre date consecutive e mettendoci in più diretto e magari reciproco contatto con le altre realtà del nord Italia. Si tratta insomma di creare un gruppo coordinato dei gestori, dopo di che il gioco è fatto, con evidente vantaggio di tutti (possibilità di migliori introiti per i gruppi e riduzione delle spese di trasferta).

Segni positivi intanto si possono già notare nello stimolo alla nascita di nuove formazioni che si vanno via via facendo le ossa in abilità ed esperienza per la possibilità di rodarsi sempre di più, verificando il loro riscontro con il pubblico. Questa dimensione, classica nei paesi anglosassoni, fornisce insomma quel background che fa immediatamente la differenza con qualsiasi gruppo estero ma c’è da sperare che prenda sempre più piede anche da noi.

20 novembre 1987

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