La montagna partorisce il topolino
I fatti a cui si riferisce la seguente lettera riguardano gli sviluppi del processo a carico di alcuni dirigenti del Centro Traumatologico di Villa Igea accusati di non aver tutelato la salute dei lavoratori del Centro, i quali a seguito delle radiazioni assorbite durante gli esami radiografici compiuti si sarebbero ammalati di cancro. Il processo si è concluso il 16 gennaio 2004 con l'assoluzione degli imputati per il reato di lesioni e la condanna dell'Azienda sanitaria per non aver rispettato le norme previste per i luoghi di lavoro, n.d.r.
ome prevedibile, la montagna ha partorito un topolino: alcune multe, a conclusione di oltre vent’anni di malasanità. Poiché si sono chiuse le porte quando i buoi son fuggiti. I buoi (absit iniuria) nella fattispecie sono i vertici dell’ex dirigenza (Cioffi, Belli e collaboratori, della cerchia di Piccoli) ed ex primari del CTO: fuggiti grazie ai dr. Giardina ed Ancona, che hanno archiviato un mio esposto del ’90.
Una tecnica di sala operatoria, attiva dal ’77 all’81, mi confidò che spesso, per la fretta, le scattavano radiografie senza che potesse mettersi il grembiule; alle sue rimostranze, specialisti con 2 esami di radiologia nel curriculum, le chiedevano se "aveva paura dei raggi". Un altro infermiere che, se non erro, in sala subì un infarto e un ictus, nell’udienza dell’ 1/7 affermò che negli anni ‘70-’80 l’équipe operatoria disponeva di 2 camici ed un paio di guanti protettivi(!). Come denunciato nell’esposto, l’attività generale era volta, oltre il lecito, a fini di lucro, disponendo di 140-160 posti-letto, 2 divisioni (volute da Belli) e 22 ortopedici.
Il personale è stato esposto indebitamente non solo a radiazioni, ma anche ad uno stress operativo "a catena di montaggio", per cui credo abbia diritto a risarcimento anche per altre patologie, come quelle del suddetto infermiere. Inoltre, i paramedici eseguivano ordini non sempre potendo valutare i rischi, come nel caso citato all’inizio; né in qual misura l’attività svolta fosse a beneficio dell’utenza, o delle tasche dei primari, dell’équipe e della cassetta dell’amministrazione. Come appurato, gli esperti qualificati per i rilievi non potevano mettere il naso in sala. Per tutto il mese di gennaio ’88 il cons. Franceschini attuò una clamorosa protesta al CTO, a causa delle lamentele dell’utenza. Tutto ciò spiega perché i posti-letto sono stati ridotti a poco più di 30, lo staff medico di oltre un terzo, e le 2 divisioni unificate dall’attuale Azienda, finita sul banco degli imputati avendo ereditato decenni di malasanità, burocrazia e sprechi di 11 USL, ed essendo incappata negli obblighi della legge 626/94. La Corte dei Conti non ha indagato sulle centinaia di miliardi sperperati, data l’eccedenza di oltre 100 posti-letto, mantenuta per oltre 20 anni. Grave pure il danno all’immagine ed all’attività dell’attuale équipe al CTO. La Procura, che ha archiviato, nonostante decisa opposizione, dopo le conseguenze, considera prescritta un’epoca di malagestione. Ma la prescrizione è opera sua: giudichi quindi il proprio operato, prima di quello altrui. Tutto il personale allora operante ha diritto a risarcimento; pure i tumori della Fisioterapia, in possibile correlazione con un’esposizione indebita di onde EM.
Ne hanno tutti più diritto di certi politici corrotti, cui abbian dovuto rifondere anche le spese legali.
Quanto al recente caso della paziente rifiutata da 32 ospedali e poi defunta, va detto che se oggi non si ricovera più è grazie agli sprechi ed ai debiti ereditati dai governi democristiani.