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QT n. 4, 23 febbraio 2008 Cover story

Edificazione in collina: la fermiamo sì o no?

Sul tema dei metri cubi nella collina di Trento regna l’equivoco:
bisognerebbe – come da programmi elettorali – impedire nuove
costruzioni, invece ci si accontenta di farle un pochino (il 20%) meno impattanti. Sul tema abbiamo chiesto il parere ad alcuni consiglieri.

Nicola Salvati (Trento Democratica): "Con fatica stiamo ottenendo questa riduzione del 20%. Ma in realtà, al di là delle chiacchiere, nelle forze politiche c’è la diffusa convinzione che debbano prevalere i diritti dei singoli proprietari rispetto a quelli dell’insieme della città".

Lucia Coppola (Rifondazione Comunista): "Si è visto da una serie di numerosi episodi come l’amministrazione si presti alle pressioni delle lobby. L’edificazione in collina va invece bloccata".

Giuseppe Filippin (Lega): "L’equivoco è che quando diversi dicevano ‘basta edificazione in collina’, in realtà intendevano basta nuove aree, lasciando però intatta la possibilità edificatoria già prevista. Ora, dopo le varie denunce, l’amministrazione, con grande ritardo, opera per una riduzione delle cubature anche nelle aree già previste come edificabili: ma è poca cosa. Con la motivazione di fare in fretta. Comunque la Commissione Urbanistica, dopo questo primo provvedimento di carattere generale, ne dovrà varare un secondo, in cui si affronteranno i vari casi, uno ad uno. E lì saranno possibili ulteriori riduzioni".

Ettore Zampiccoli (Forza Italia): "La collina già sopporta un peso antropico ed edilizio notevolissimo. Bisognerebbe bloccarlo: per il paesaggio, la viabilità, la convivenza. E più in generale: per garantire una qualità dell’urbanistica bisognerebbe rimuovere l’assessore Andreatta. Che in un Comune normale, dopo la serie incredibile di errori – chiamiamoli così – commessi, si sarebbe dimesso da solo".