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QT n. 2, febbraio 2011 Trentagiorni

Le Albere: polemiche e stop

Avevamo gettato un sasso nello stagno col servizio sull’ultimo numero, I grandi sprechi”, sul ventilato acquisto da parte della giunta degli appartamenti (invenduti) di Renzo Piano alle Albere. Il tutto inserito in una storia ultradecennale di favori pubblici alla cordata di privati eccellenti affinché potessero realizzare nell’area la speculazione; e più in generale la propensione della Pat a sovvenzionare il settore delle costruzioni, fragile e sovradimensionato, ma pesantemente ammanicato.

I nostri concetti sono stati ripresi (senza peraltro citarci) da L’Adige, che in particolare con un impegnato fondo del direttore Giovanetti (“La Provincia immobiliarista” del 16 gennaio) puntava il faro su quanto sta accadendo alle Albere, allargando il discorso all’analoga speculazione sull’altra sponda dell’Adige, all’ex Italcementi, area snobbata dall’ente pubblico quando valeva 16 milioni, acquistata da Isa per 20, passata alla Cooperazione per 21,5 con il vescovo che guadagna 1,5 milioni senza fare nulla, e da questa in procinto di essere ora rigirata alla Pat per, sembra, 33 milioni. Come si vede un bel giro per trasbordare soldi da Pantalone ai soliti noti, che a dire il vero non avrebbero bisogno di aiuti, ma nel Vangelo sta pur scritto “a chi più ha, più verrà dato” e la coppia Dellai-vescovo si dà da fare per realizzarlo. Giovanetti poi analizzava gli strumenti che permettono di operare questi scempi: le spa provinciali, in particolare Trentino Sviluppo e Patrimonio spa, che possono intervenire senza controlli, meno che meno del Consiglio provinciale, e che quindi proteggono queste operazioni da sguardi indiscreti, a meno che qualche giornalista non si metta ad indagare.

Nei giorni successivi sono intervenuti sull’Adige il segretario della Cisl Lorenzo Pomini, riprendendo appunto i nostri concetti (“Speculazione con i soldi pubblici. Tagli sul lavoro e la Pat investe sul mattone”), mentre una pallida difesa istituzionale (“Ecco come acquistiamo gli immobili”) l’avanzava il presidente di Patrimonio spa Claudio Bortolotti e una più puntuta lo stesso Dellai (“Ennesima polemica inconsistente sui presunti acquisti immobiliari poco accorti da parte della Provincia”).

Checchè dica Dellai, lo scandalo è evidente. Soprattutto sull’area ex-Michelin/Le Albere dove risulterebbe difficile spiegare perché, per sistemare gli uffici provinciali, si comperino appartamenti di lusso invenduti. E così il 27 febbraio, in risposta a un’interrogazione del consigliere Filippin (Lega) l’assessore Ugo Rossi sosteneva: “Non è vero che la Provincia intenda acquistare uffici nell’area ex Michelin”, come se non avesse detto il contrario, poche settimane prima, il suo collega Alberto Pacher, ventriloquo di Dellai. Insomma, è una prima vittoria. Ma occorrerà ancora vigilare.