Un manager per il Festival
Il modo migliore per rispondere alle critiche di un uso improprio di denaro pubblico, per un evento che non dà una quantificazione chiara dei benefici, è quello di programmare un piano di assorbimento dei costi pubblici, sostituendoli con misure di project financing, a partire dal ruolo degli sponsor, per arrivare ad una corretta gestione dei costi, in particolare i costi per i relatori. La sfida per gli economisti del Festival è di misurarsi sul campo con l’economia della gestione reale, dimostrando che con un corretto controllo di gestione e una politica di marketing adeguata si riesce a valorizzare l’evento, facendolo vivere di risorse proprie; un evento capace di generare valore aggiunto e che quindi si autofinanzi. È questa la sfida che propongo. Non si può pretendere di arrivarci subito, ma un lento ridimensionamento del finanziamento pubblico sarebbe un segnale forte. Se un Festival dell’Economia non ha come obiettivo quello di generare valore aggiunto, può alimentare critiche di scarsa coerenza tra ciò che pretende di insegnare e l’esempio che dà. Al di là del coordinamento che definisce i temi e i relatori, bisogna affrontare il problema dei costi trasformando l’evento in laboratorio culturale autofinanziato. Solo cosi si passa dalle parole ai fatti: anche il solo fatto di imporre il glamour del festival ai relatori, che devono capire anche quanto il Festival dà loro, in termini di visibilità. E ciò va quantificato.
Parlare al Festival è un onore, e già il fatto di essere invitati dovrebbe rappresentare una gratificazione non indifferente. Il Festival dell’Economia ha bisogno di una svolta manageriale. Accanto al grande Tito Boeri, ci vorrebbe un uomo d’azienda, capace di creare denaro dall’evento, denaro che è risorsa indispensabile per l’organizzazione. Non è una brutta idea se nei prossimi giorni si assistesse ad una piccola campagna di mercato per trovare un manager che sappia interpretare questa linea d’azione, e riesca a tradurre tutto questo in iniziative concrete. Visto il successo dell’Itas in soli 10 anni di attività, si potrebbe partire coinvolgendo il mitico presidente con i baffi...