Giudicarie: fra passato e futuro c’è la Comunità
Le Giudicarie a una svolta: amministrazioni che si rinnovano, Comunità di Valle che parte. Per lasciarsi alle spalle le divisioni amministrative.
Lo spartiacque tra le Giudicarie del terzo millennio ed il passato pare sarà rappresentato nel 2010 da due eventi di grande rilievo: il ricambio dei sindaci in 20 Comuni su 40, e soprattutto la nascita della Comunità di Valle. Criticata, pesantemente osteggiata e disattesa come nessun’altra nel suo concepimento (basti ricordare l’ostinato tentativo della Rendena di andare per conto proprio, con tanto di referendum popolare), sulla Comunità delle Giudicarie si giocherà la partita dello sviluppo socio-economico, politico e culturale che il vecchio Comprensorio C8 non è riuscito a giocare, per eccesso di deleghe burocratiche e mancanza di reali competenze istituzionali.
Non lo diciamo perché riteniamo questa riforma istituzionale, sancita della legge provinciale 3 del 2006, una buona riforma: le Comunità di Valle, infatti, possono essere un’opportunità di crescita e di sviluppo territoriale, oppure un flop clamoroso su tutti i fronti ed uno spreco di denaro abnorme. Tutto dipenderà da come i territori sapranno porsi nei confronti della nuova realtà.
Le Giudicarie sono un ambito territoriale molto complesso, che assomma 40 comuni, e due macroaree: le Giudicarie Interiori, che comprendono La Rendena, La “Conca di Tione” e la Valle del Chiese; e le Esteriori, con Banale, Lomaso e Bleggio. Sono realtà molto diverse tra loro per connotazioni economiche, geografiche e geopolitiche. Paradossalmente, però, hanno una conformazione orografica (le due macroaree sono disposte a raggiera attorno alla “Busa di Tione”) che si presta a un’organizzazione territoriale organica, avendo già un fulcro centrale, la “Busa” appunto, che da tempo immemorabile rappresenta il centro amministrativo, giudiziario, burocratico e scolastico delle valli circostanti.
Ma c’è di più. La superficie territoriale delle Giudicarie conta oltre 97.000 ettari di beni collettivi (boschi, foreste, rocce, gestiti da usi civici e comunità montane e comuni), contro 20.000 di proprietà private: l’83% del territorio è pubblico, contro il 17% privato. Quindi, nonostante l’alto numero dei comuni e l’estensione del territorio, di fatto si può affermare che le Giudicarie appartengano alla comunità tutta, che venga chiamata comunità di valle, o con qualsiasi altro appellativo. E allora perché non partire da questo dato per tornare al concetto di Comunità di Valle come opportunità?
I problemi di questa prospettiva vincente a dire il vero non mancano. I centri municipali che compongono questo versante del Trentino occidentale sono molto piccoli. Addirittura la Rendena per molto tempo ha vantato il primato, e forse lo vanta ancora, di possedere uno dei comuni più piccoli d’Italia: Massimeno, con poco più o poco meno di 100 anime, secondo le annate, i matrimoni e i funerali. Questa costellazione di piccoli comuni, orgogliosi del proprio campanile, difficilmente ha saputo andare oltre la propria dimensione e programmare una politica sovracomunale per un’ottimizzazione ed un risparmio di servizi. Per secoli è rimasto costante il sistema dell’”ognuno per sé e Dio per tutti”.
Ma ora le cose stanno cambiando. La globalizzazione, l’informatizzazione, la rete, la crisi economica, stanno portando in dote significative prese di coscienza collettive.
Il punto di vista degli amministratori
A Tione il sindaco Vincenzo Zubani governa da 11 anni, uno in più rispetto alle altre legislature, per la nomina di Margherita Cogo in Provincia. Espressione di una governance all’insegna d’una gestione sia etica sia responsabile del territorio, Zubani aveva optato per abbandonare lo scranno: negli ultimi cinque anni, all’interno della sua maggioranza non sono mancate le difficoltà, le fughe in avanti, i mal di pancia. Alla fine, però, pare che un’alternativa al sindaco uscente nel centrosinistra non si trovi e quindi, giocoforza, Zubani scenderà con ogni probabilità di nuovo sul terreno del confronto elettorale con il giovane Gottardi, espressione del centrodestra giudicariese. “Le Comunità di Valle? Sono una chance non da poco che potrebbe rivelarsi vincente – ci dice – ma bisognerà crederci, impegnarsi molto, con umiltà, spirito di servizio e una visuale allargata, nell’interesse pubblico. Con il 40% di membri in rappresentanza dei Comuni ed il 60% derivanti da elezione diretta, il clima politico si animerà parecchio, sarà uno stimolo in più, in senso positivo”.
A Preore Enzo Ballardini non si ricandiderà per raggiunto limite dei mandati, e si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Io mi auguro che la comunità delle Giudicarie garantisca delle competenze vere. Se le decisioni verranno prese a Trento, avremo fallito tutti. Qui nella Busa abbiamo sfide importanti da affrontare, i comuni della Busa ad esempio non sono mai andati d’accordo sull’organizzazione comune da impostare per il servizio scolastico, a partire dall’asilo nido, fino allo studentato per le superiori. Inoltre si dovrebbe poter intervenire sul regolamento dei piccoli comuni; il problema con la nuova legge elettorale esiste, se vi sono due liste lo sfilacciamento sociale è inevitabile, se c’è una lista sola c’è un problema di democrazia e di rappresentanza”.
A Vittorio Martini, sindaco uscente di Ragoli, le Comunità di Valle così impostate proprio non vanno giù, e con altri 58 sindaci ha consegnato un documento al Presidente Dellai. “Con l’elezione del 60% dei rappresentanti derivanti da elezione diretta - sostiene - ci saranno problemi enormi nella formazione dei consigli delle comunità. Di più non voglio dire: la mia posizione potrebbe sembrare non collaborativa e questo non rientra nei miei intenti”.
Per focalizzare le loro istanze, i sindaci della Busa (Bolbeno Breguzzo, Montagne, Ragoli, Preore, Tione e Zuclo) hanno stilato un documento congiunto e l’hanno spedito in Provincia con alcune priorità. In primis i collegamenti tra la Busa, la Valle del Chiese, la Val Rendena e i centri cittadini: Trento, ma anche Brescia. Riguardo al turismo e allo sport, si sottolinea come un progetto di organizzazione dell’offerta sportiva delle varie aree potrebbe fare da pilastro portante per un’offerta di turismo sportivo per famiglie ed associazioni. Riguardo ai processi educativi e formativi, si evidenzia la loro importanza per Tione, dove la presenza di un polo scolastico di riferimento per tutto il comprensorio, che vada dalla scuola materna fino ai licei, agli istituti tecnici e professionali, permetterebbe, anche nei mesi estivi, di dare una risposta efficace ad un bacino di studenti composto da oltre 300 giovani dai 7 ai 14 anni.
Energia, primo tassello della gestione comune
Dal punto di vista economico, il primo banco di prova di una gestione comune sarà offerto dalla partita energetica. Il 63% di tutta l’energia del Trentino arriva dalle Giudicarie ed i 40 comuni giudicariesi hanno scelto una strada, in termini di razionalizzazione energetica del territorio, molto interessante. La società costituita si chiama GEAS, ad essa partecipano i Bacini Imbriferi Montani (BIM) del Chiese e del Sarca, i consorzi elettrici locali, la municipalizzata di Tione (ASM) e la futura Comunità di Valle. Di che cosa si occuperanno tutti questi soggetti? Praticamente di quasi tutto quanto concerne l’ energia.
Ce n’è abbastanza per creare un comparto importante, sempre che le questioni burocratiche per il completamento della metanizzazione del territorio comprensoriale riescano a sbloccarsi trovando una strada percorribile dopo il subentro di Dolomiti Energia ad A2A (la municipalizzata milanese partner originario nella metanizzazione delle Giudicarie), e si riesca a portare il metano fino a Breguzzo, Bolbeno e Zuclo da una parte, e fino a Pinzolo in direttrice nord dall’altra, per arrivare in un futuro non troppo prossimo fino a Madonna di Campiglio.
La GEAS rappresenta non solo una grande partita in termini di razionalizzazione, ma una vera e propria frontiera, in termini di innovazione e prospettive occupazionali, costituendo un primo importante tassello della gestione territoriale delle risorse.
La crisi economica
Ma intanto la nuova Comunità di Valle e le nuove amministrazioni si troveranno a dover gestire una crisi economica che anche nelle Giudicarie ha picchiato duro. Soprattutto in Valle del Chiese, già fragile per il frequente turn over aziendale. Sono andati in forte crisi l’industria, l’artigianato e l’edilizia, ma anche il metallurgico e il manifatturiero. Hanno chiesto lo stato di mobilità nazionale in base alla legge 223 del 1991, fra le altre, la Bonomi di Tione, la Nicolini di Pieve di Bono, la CMV di Roncone, le Cartiere Carmignano di Condino, la Italpumps di Storo.
Ricomprendendo anche gli iscritti alla mobilità regionale della legge 236 del 1993, sono circa 230 i lavoratori in mobilità (dati dell’Osservatorio dell’Agenzia del Lavoro). Il calo dell’occupazione al 30 ottobre 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008 è pari a 466 avviamenti, una cifra esorbitante. Gli iscritti alle liste per l’impiego del Centro di Tione sono alla stessa data 1.698, oltre 200 in più rispetto ai 1486 del 2008; di questi, 679 sono bisognosi di servizi e lavoro stabile, 1.019 stagionali.
Si è intervenuti molto con i protocolli provinciali della manovra anticrisi: azioni straordinarie per il sostegno al reddito, offerta formativa rimborsata per disoccupati e sospesi in cassa-integrazione, Azione 10, reddito minimo di garanzia e anche contratti di solidarietà, che significano lavorare meno e lavorare tutti. Ma la strada da fare è tanta: Rosanna Parisi, responsabile del Centro per l’Impiego di Tione, ci riferisce di un afflusso continuo mai visto prima, e di segnali di ripresa flebili come lumicini.